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Russia: ecco perché continuano le proteste a Mosca

L’approfondimento del CeSI sulle recenti proteste nella capitale russa

Lo scorso 20 luglio, più di 22.000 persone si sono riversate in Piazza Trubnaya a Mosca per protestare contro l’esclusione dalle elezioni amministrative moscovite di decine di candidati appartenenti ai partiti di opposizione. Le manifestazioni, non autorizzate, sono state violentemente disperse dalla polizia di Mosca.

Questa protesta rappresenta la più ampia e significativa mobilitazione in Russia dal 2012 (la cosiddetta “protesta di Piazza Bolotnaya”), quando decine di migliaia di persone hanno manifestato contro i presunti brogli elettorali commessi nel corso delle elezioni legislative del dicembre 2011, vinte nettamente dal partito Russia Unita.

I MOTIVI DELLA PROTESTA

La legge elettorale prevede che chi voglia correre alle elezioni senza appartenere né avere il sostegno di un partito politico debba raccogliere le firme del 3% degli aventi diritto. Nonostante molti oppositori siano riusciti ad ottenere questo numero, le autorità locali hanno rifiutato la candidatura di decine di politici indipendenti invocando errori minimi nella trascrizione delle firme e dei moduli di presentazione. Ciò ha scatenato la rabbia di migliaia di elettori nella capitale ed ha portato ad una serie di proteste che ormai si protraggono da settimane.

Proprio alle proteste dello scorso fine settimana, il blogger anti-corruzione e leader del partito “Russia del Futuro” Aleksej Navalny ha chiesto alla folla di continuare a scendere in piazza, violando la legge sull’autorizzazione delle manifestazioni e, di conseguenza, venendo arrestato dalle autorità.

In questo contesto di crescente polarizzazione del dibattito pubblico, Yelena Grigoryeva, nota attivista per i diritti della comunità LGBT, è stata trovata uccisa a San Pietroburgo. Nonostante l’indagine sia appena iniziata, le diverse ferite da arma da taglio, i segni di strangolamento e le minacce subite nel corso degli anni portano a pensare che la sua uccisione sia legata a motivi politici.

MAGGIORE TUTELA DEI DIRITTI

La richiesta civile di maggiore tutela dei diritti e di lotta alla corruzione ha ottenuto una forte eco anche grazie alla stagnazione economica e ad un’impopolare riforma delle pensioni. Questi fattori hanno infatti ridotto il consenso attorno a Putin, il cui gradimento pubblico è sceso al minimo storico del 30%.

 

Articolo pubblicato su Cesi-italia.org

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