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Tutti gli uomini del presidente Zelensky

Uomini Zelensky

Il cerchio magico di Zelensky: ecco gli uomini che ha voluto nel bunker con sé nelle ore più difficili del suo mandato presidenziale

Anche se negli ultimi giorni il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è spesso apparso in strada per accogliere delegazioni straniere o per portare il proprio sostegno alle popolazioni nei dintorni di Kiev ferocemente colpite dall’offensiva russa, il suo quartier generale rimane il bunker in cui si è rifugiato all’inizio dell’invasione di Mosca. Non è dato sapere dove si trovi il bunker di Zelensky sebbene diversi indizi, lasciati – forse volutamente – dallo stesso presidente ucraino per alimentare la propaganda social, lascino presupporre che si trovi vicino ai palazzi presidenziali di Kiev. L’ex premier ucraino Mykola Azarov in merito ha detto: “è un bunker completamente protetto, preparato in epoca sovietica per la leadership politica e militare dello Stato contro un attacco nucleare. Neanche l’impatto diretto delle munizioni nucleari può colpire le persone nel rifugio”.

CHI SONO GLI UOMINI A SUPPORTO DI ZELENSKY

Sebbene la maggior parte del lavoro diplomatico sia svolto dallo stesso Zelensky, che effettua continui videomessaggi indirizzati ai parlamenti dei Paesi occidentali, tiene i contatti con i leader internazionali e aggiorna della situazione con un profluvio di post su Telegram, Instagram, Twitter e perfino Facebook (marginali gli interventi della vicepremier Iryna Vereshchuk),  il presidente ucraino ha voluto con sé gli uomini più fidati per le ore più impegnative del suo mandato.

A iniziare dal vice capo dell’Ufficio di presidenza Andriy Sibiga, a capo del team che prepara i discorsi e gli appelli accorati che Zelensky tiene nelle occasioni ufficiali. In merito, la propaganda sottolinea che il presidente scriverebbe da sé e andrebbe spesso a braccio (fatto, questo, smentito dalle riprese, che dimostrano come solitamente si attenga ai fogli che ha sul proprio tavolo), mentre chi critica l’ex comico maligna sulla presenza nello staff degli autori della popolare serie che l’ha persino lanciato in politica, Servant of the People.

C’è poi il primo ministro Denis Shmygal, che, secondo quanto riportano i media ucraini, farebbe parte di una task force, composta dalla ministra dell’Economia, Yulia Svyridenko, e dal vice capo dell’ufficio del presidente, Rostyslav Shurma, per “finanziare la ricostruzione dell’Ucraina”. In realtà, al netto della propaganda di un Paese in guerra, è facile che i tre elaborino idee per finanziare la resistenza in un momento in cui il Paese non produce alcuna ricchezza.

Tra gli uomini che Zelensky ha voluto nel proprio bunker c’è poi il vice capo gabinetto Kyrylo Tymoshenko che, assieme al ministro delle Infrastrutture, Oleksandr Kubrakov, vengono definiti “primi ministri ombra”, a indicare la loro importanza nell’elaborazione delle strategie belliche. Tymoshenko ha preso parte ai colloqui a Istanbul mentre il secondo ha ruoli molto più operativi, quali il ripristino e il mantenimento delle infrastrutture logistiche dispiegando gli uomini del genio militare e il reperimento delle armi che gli alleati inviano in Ucraina.

Non è cruciale come ci si sarebbe atteso il ministro della Difesa, Oleksiy Reznikov, finora marginale almeno a livello mediatico, sebbene l’ufficio di presidenza comunichi che è a capo di una task force per l’offensiva nella quale figurano anche il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa, Oleksiy Danilov e il comandante in capo delle forze armate Valery Zaluzhny.

Infine, sul fronte dei negoziatori, il ruolo più delicato è stato senza dubbio affidato a David Arakhamia, leader del partito del presidente Servitore del Popolo (la formazione di Zelensky), incaricato, assieme a pochi altri, di trovare un accordo diplomatico con la Russia nei vari vertici che si sono susseguiti finora, con esiti ben poco entusiasmanti. Andriy Yermak tiene i contatti con la Casa Bianca, mentre il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, lavora incessantemente per ottenere il supporto dei governi alleati e lo fa spesso, al pari del Presidente e della vice-premier, mediante interventi social.

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