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Per l’Italia è necessario rivedere le politiche fiscali. Report di Scope

Le politiche fiscali dell’Italia dopo le elezioni europee saranno cruciali per le prospettive del rating sovrano. Report Scope

La forza dimostrata dalla Lega, il partito guidato da Matteo Salvini, alle elezioni europee solleva solleva nuovi interrogativi sull’impegno dell’Italia a disciplinare la politica fiscale mentre la coalizione di governo si accinge a discutere il bilancio 2020.

L’esito dei prossimi negoziati sul bilancio con l’Ue sarà molto rilevante per le prospettive di rating sovrano italiano.

Le elezioni europee in Italia del 26 maggio hanno visto la Lega arrivare al primo posto – con una quota del 34% – una vittoria significativa rispetto al collega di maggioranza il M5S, quest’ultimo fermo al 17%. I prossimi negoziati con l’Ue sul bilancio 2020 potrebbero essere travagliati proprio come quelli dello scorso anno sul bilancio 2019.

IL RATING DI SCOPE PER L’ITALIA

Nel dicembre 2018, Scope ha declassato il rating sovrano dell’Italia a BBB +, da A- e ha assegnato un Outlook stabile. A un livello di rating BBB +, la valutazione di Scope sull’Italia è di 1-2 tacche superiore a quella dei suoi omologhi statunitensi, e tre tacche al di sopra del livello non investment grade. La prossima data prevista per la revisione di Scope sull’Italia è il 2 agosto.

Le prospettive per le finanze pubbliche italiane sono estremamente sensibili a qualsiasi deterioramento fiscale che potrebbe derivare dal prossimo bilancio per il 2020 e dai futuri bilanci da qui al 2023, data in cui scadrà l’attuale mandato di governo – a meno che non siano convocate elezioni prima.

LE PREVISIONI FISCALI

“Prevediamo un deficit fiscale del 2,6% nel 2019, che segnerebbe un peggioramento dal 2,1% nel 2018”, afferma Dennis Shen, analista presso Scope in Italia. “Questo presuppone una crescita di appena lo 0,2% nel 2019 – anche se questa ipotesi di crescita rappresenta una leggera revisione al rialzo da una previsione precedente di crescita dello 0% per quest’anno”.

Le previsioni di disavanzo e crescita incorporano gli impatti dei Dl Crescita e “Sblocca cantieri” annunciati lo scorso mese, accanto all’attivazione dello 0,1% del PIL di tagli alla spesa riservati in caso di sottoperformance fiscale.

“Un deficit del 2,6% del Pil nel 2019 rappresenterebbe una significativa sottoperformance del deficit del 2,0% del Pil che il governo aveva concordato con la Commissione europea lo scorso dicembre”, afferma Shen.

RIGUARDO AL DEBITO

Scope prevede una traiettoria leggermente rialzista per il rapporto debito / Pil, con il debito pubblico che raggiungerà il 133,8% del Pil entro il 2021, dal 132,2% nel 2019, ipotizzando un deficit fiscale elevato nel 2019-21, una crescita reale dello 0,2%, 0,6% e 0,75% rispettivamente nel 2019, 2020 e 2021 e le condizioni di finanziamento mantenute costanti agli attuali rendimenti BTP (2,7% alla scadenza a 10 anni, 1,9% sui 5 anni).

“Il rischio è che il rapporto debito/Pil dell’Italia rimarrà approssimativamente stagnante negli anni di crescita economica globale come quello attuale, per poi peggiorare significativamente con la prossima crisi finanziaria”, afferma Giacomo Barisone, managing director dei rating sovrani di Scope.

“Riteniamo che le ultime previsioni del governo per un rapporto debito/Pil decrescente dal 2020 in poi (al 130,2% entro il 2021) siano troppo ottimistiche”, afferma Barisone.

RISCHIO PROCEDURA

“Il deterioramento delle dinamiche fiscali espone l’Italia al rischio di una procedura per i disavanzi eccessivi raccomandata dalla Commissione europea – finita ora la campagna elettorale”, osserva Shen.

“Il margine di manovra dell’Italia nei prossimi colloqui di bilancio per il 2020 con l’Ue sarà inferiore a quello che l’Italia aveva lo scorso anno durante i negoziati sul bilancio 2019 – semplicemente perché il punto di partenza per il deficit italiano è ora più vicino al limite del 3% del Pil”, dice Shen. Il rischio di una procedura per i disavanzi eccessivi riguarda le violazioni del criterio del debito dell’Ue, data la significativa revisione al rialzo dei dati sul disavanzo, il continuo mancato rispetto della regola del freno all’indebitamento e i limitati progressi dell’Italia verso l’obiettivo a medio termine di un bilancio in pareggio in termini strutturali (che richiede un miglioramento annuo del disavanzo strutturale di circa lo 0,6% del Pil).

RISPETTO ALL’ACCORDO DI DICEMBRE CON BRUXELLES

Nell’accordo di dicembre con la Commissione Europea, si ipotizzava che l’Italia avrebbe mantenuto invariato il disavanzo strutturale nel 2019 dopo l’esclusione di alcune spese in virtù di clausole di flessibilità. Il deficit strutturale aumenterà invece nel 2019, visto l’aumento ogni anno dal 2015.

La Commissione Europea prevede che il deficit di bilancio dell’Italia raggiungerà il 3,5% del Pil nel 2020; secondo il Fmi raggiungerà il 3,4% l’anno prossimo. Tuttavia, secondo Scope tali proiezioni potrebbero essere evitate se il governo dovesse temperare gli obiettivi di politica espansiva nel corso dell’anno, anche sotto la pressione dell’Ue e del mercato.

 

Scope, agenzia leader in Europa per il rating, è una compagnia specializzata nelle analisi e nel rating di istituzioni finanziare, corporate e finanze pubbliche. 

 

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