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Ignazio Visco ai saluti: a novembre lascia Bankitalia

Ignazio Visco Banca D'italia Bankitalia

Nel discorso del presidente della Banca d’Italia all’Assemblea dei partecipanti di stamani, Ignazio Visco ha annunciato che da novembre lascerà l’istituto dopo dodici anni alla guida

Ignazio Visco sta per lasciare Bankitalia. Ecco tutte le parole del governatore all’assemblea dei partecipanti di stamani.

COME VA L’ECONOMIA MONDIALE?

“Signori Partecipanti,

la situazione internazionale continua a essere caratterizzata da una profonda incertezza. Le tensioni geopolitiche e le ripercussioni dell’aggressione della Russia all’Ucraina hanno determinato un rallentamento dell’attività economica globale e contribuito al ritorno dell’inflazione.

Nel corso del 2022, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha accelerato il processo di normalizzazione della politica monetaria, avviato già alla fine del 2021, intervenendo sugli acquisti di titoli di politica monetaria, sui tassi di interesse e sulle condizioni applicate alle operazioni di rifinanziamento. Le decisioni assunte si sono riflesse anche sul bilancio sottoposto quest’oggi alla vostra approvazione e incideranno su quelli dei prossimi anni.

Seguiamo con attenzione le tensioni in atto sui mercati. Il settore bancario dell’area dell’euro, grazie al rafforzamento patrimoniale e agli altri presidi prudenziali introdotti dopo la crisi finanziaria globale, estesi in Europa a tutte le banche, è ben capitalizzato; in ogni caso, ove necessario, l’Eurosistema è pronto a intervenire con tutti gli strumenti disponibili, in modo da mantenere l’efficacia del meccanismo di trasmissione della politica monetaria e preservare la stabilità finanziaria.

COME VA BANKITALIA, LE PAROLE DI VISCO

Gli acquisti netti di titoli del programma per l’emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP) e del programma di acquisto di attività finanziarie (Asset Purchase Programme, APP) sono terminati rispettivamente alla fine di marzo e alla fine di giugno del 2022. Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso che il pieno reinvestimento del capitale rimborsato sui titoli in scadenza del PEPP proseguirà almeno sino alla fine del 2024; per l’APP, invece, le consistenze in essere saranno ridotte, a un ritmo “misurato e prevedibile”, nell’ordine di 15 miliardi al mese dall’inizio di marzo alla fine di giugno di quest’anno, da ricalibrare nel tempo assicurandone la coerenza con la strategia e con l’orientamento della politica monetaria.

Dallo scorso luglio e sino alla fine del 2022 i tassi di interesse di riferimento sono stati aumentati per complessivi 250 punti base, portando al 31 dicembre il tasso applicato sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,5 per cento, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,75 per cento e il tasso sulle operazioni di deposito presso l’Eurosistema al 2 per cento. Due ulteriori aumenti di 50 punti base ciascuno sono poi stati decisi negli ultimi due mesi.

        – Leggi anche: Come vanno i conti di Cassa depositi e prestiti?

Da novembre sono inoltre state rese meno vantaggiose per le banche le condizioni di tasso applicate alla terza serie delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO3), al fine di garantirne la coerenza con il più ampio processo di normalizzazione in corso. La modifica delle condizioni ha indotto alcune controparti a rimborsare anticipatamente la liquidità ottenuta negli anni passati, determinando una riduzione del bilancio delle banche centrali dell’Eurosistema dopo anni di forte espansione.

IL PATRIMONIO DI BANCA D’ITALIA

Alla fine del 2022 l’attivo di bilancio della Banca d’Italia ammontava a 1.477 miliardi, in diminuzione del 4 per cento rispetto al 2021. Dieci anni fa, prima dei programmi di acquisto dell’APP e del PEPP, il totale di bilancio era pari a circa 600 miliardi. La dimensione resta quindi su livelli molto elevati rispetto al passato; tuttavia, per effetto del percorso di normalizzazione intrapreso essa è destinata a ridursi, con un ritmo più sostenuto a partire dall’esercizio in corso.

La parte prevalente delle attività continua a essere rappresentata dai titoli acquistati per finalità di politica monetaria. Il relativo ammontare aveva raggiunto alla fine dell’anno i 696 miliardi, di cui circa 630 costituiti da titoli di Stato italiani. Rispetto al 2021 la consistenza complessiva è cresciuta di 30 miliardi. Le attività detenute per finalità di investimento, pari a 147 miliardi contro i 150 dell’anno precedente, sono costituite per l’84 per cento da titoli pubblici, per il 12 per cento da azioni e quote di fondi, per il restante 4 per cento da altre attività finanziarie.

Sono invece diminuite di 97 miliardi le operazioni di rifinanziamento, la cui consistenza si è collocata alla fine dell’anno a 356 miliardi. La riduzione è stata in larga parte dovuta ai rimborsi anticipati delle operazioni TLTRO3 conseguenti alla citata rimodulazione delle condizioni di remunerazione. Dal lato del passivo del bilancio, questi rimborsi si sono riflessi nella flessione dei depositi delle istituzioni creditizie, passati da 406 a 246 miliardi.

Alla diminuzione dei depositi si è contrapposto l’aumento di 94 miliardi del saldo passivo della Banca d’Italia nel sistema TARGET, che ha raggiunto i 684 miliardi. La crescita è riconducibile soprattutto alle vendite nette di titoli pubblici da parte di investitori esteri e agli investimenti dei residenti italiani in titoli esteri. I deflussi sono stati parzialmente mitigati dall’aumento della raccolta netta all’estero delle banche italiane e dall’erogazione della seconda tranche dei fondi relativi al Dispositivo per la ripresa e la resilienza. Il debito TARGET è sceso nei primi mesi del 2023; in marzo esso è stato in media pari a circa 660 miliardi.

IL 2022 DI BANKITALIA E GLI SCENARI RACCONTATI DA VISCO

Il risultato lordo della Banca, prima delle imposte e dell’accantonamento al fondo rischi generali, si è significativamente ridotto, passando da 9,2 a 5,9 miliardi, a causa soprattutto della contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e delle maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato, soprattutto in dollari statunitensi, per ulteriori 1,5 miliardi.

Il rialzo dei tassi di riferimento della BCE ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio, rappresentate soprattutto dai depositi delle banche e dal saldo debitorio TARGET, a fronte del quale non vi è stato un corrispondente incremento del rendimento delle attività di politica monetaria, meno sensibili alla crescita dei tassi in quanto costituite prevalentemente da titoli a tasso fisso e scadenza a medio-lungo termine.

Questa asimmetria incide negativamente sul margine di interesse, che dopo la diminuzione del 2022 è destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi anni. Analogamente alla BCE e ad altre banche centrali dell’Eurosistema, che già da quest’anno li registrano, la Banca d’Italia si troverà nei prossimi anni a dover fronteggiare risultati lordi negativi, prima che gli utili tornino gradualmente a crescere. La politica monetaria è infatti disegnata in funzione del raggiungimento del mandato statutario della stabilità dei prezzi, anche se questo può comportare un temporaneo peggioramento dei risultati economici.

Proprio per meglio fronteggiare queste eventualità e preservare la propria indipendenza finanziaria, negli ultimi anni, di forte espansione monetaria, anche grazie al livello particolarmente elevato dei profitti la Banca d’Italia ha rafforzato il proprio patrimonio. Nel 2022, avendo riguardo alla dimensione e alla composizione del bilancio e in considerazione delle prospettive reddituali negative connesse con il rialzo dei tassi di riferimento, il fondo rischi generali è stato alimentato con un accantonamento di 2,5 miliardi, mezzo miliardo in più rispetto all’esercizio precedente, raggiungendo così 35,2 miliardi. I fondi patrimoniali accumulati sino a oggi sono quindi ampiamente sufficienti per coprire le perdite lorde che, sulla base delle attuali aspettative di mercato circa l’evoluzione dei tassi di interesse, sono attese nel biennio 2023-2024.

Le imposte di competenza sono state pari a 1,3 miliardi, importo di poco superiore agli 1,2 miliardi del 2021. L’esercizio 2022 si è quindi chiuso con un utile netto di 2,1 miliardi, in diminuzione di 3,9 miliardi rispetto allo scorso anno.

IGNAZIO VISCO LASCIA BANKITALIA

Quella odierna è l’ultima Assemblea che presiedo come Governatore; il prossimo mese di novembre lascerò la guida dell’Istituto, nel quale feci ingresso nel 1972.

Nei dodici, intensi, anni da me vissuti al vertice della Banca, importanti cambiamenti sono intervenuti nell’esercizio delle funzioni dell’Istituto, nuovi compiti gli sono stati assegnati, ne sono cresciute le responsabilità; la sua proiezione europea è notevolmente aumentata. Il confronto di idee e la condivisione delle decisioni nell’ambito della BCE, che sono stati i tratti qualificanti della politica monetaria dopo la nascita dell’euro, lo sono divenuti anche nel campo della supervisione bancaria con l’istituzione del Meccanismo di vigilanza unico, a partire dal novembre del 2014.

Le norme europee e la legge nazionale definiscono le funzioni della Banca e ne sanciscono l’indipendenza e l’autonomia, impedendone possibili condizionamenti, inclusi quelli dai Partecipanti al suo capitale. La struttura societaria di stampo privatistico che la connota fin dalle origini è stata aggiornata alla fine del 2013 con le modifiche al capitale, portato a 7,5 miliardi di euro dal valore di 156.000 euro (300 milioni di lire) che era stato stabilito dalla legge bancaria del 1936. Con la riforma è stato esteso il novero dei soggetti legittimati a detenere quote di partecipazione ed è stato fissato un limite al possesso individuale e all’ammontare dei dividendi; la concentrazione delle quote è quindi stata risolta. L’ultima Assemblea precedente la riforma contava 60 partecipanti, oggi sono 173; la maggioranza del capitale è detenuta da soggetti non bancari.

La supervisione bancaria è oggi fortemente integrata con quella assicurativa, presidiata dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS): il Direttorio della Banca d’Italia, con l’aggiunta di due ulteriori membri appartenenti al Consiglio dell’IVASS, ne assume le decisioni di rilevanza esterna. La Banca è autorità nazionale competente nell’area dell’euro sia nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico europeo, sia nell’ambito del Meccanismo di risoluzione unico, che operano in modo coordinato ma nel pieno rispetto della necessaria reciproca autonomia; ha inoltre il compito di attivare le politiche macroprudenziali per la salvaguardia della stabilità del sistema finanziario. Nel tempo sono state sviluppate le funzioni della Banca in materia di tutela dei clienti dei servizi bancari e finanziari, di educazione finanziaria, di vigilanza sui gestori del contante, di lotta al riciclaggio. In tale ultimo ambito, anche per assicurare un coordinamento efficace con la costituenda Autorità europea per l’antiriciclaggio e il contrasto al finanziamento del terrorismo, nel 2022 sono state rafforzate le attività dell’Unità di informazione finanziaria per l’Italia ed è stata istituita la nuova Unità di Supervisione e normativa antiriciclaggio.

COSA HA FATTO BANKITALIA

I compiti che l’Istituto svolge in Europa come fornitore di servizi dotati di elevato contenuto tecnologico nel campo del sistema dei pagamenti, dei mercati e delle statistiche si sono ulteriormente consolidati. Abbiamo dato impulso allo sviluppo e acquisito un ruolo primario nella gestione delle infrastrutture europee di regolamento in moneta di banca centrale (il sistema “TARGET”); sperimentiamo a beneficio dell’intero Eurosistema le caratteristiche di sicurezza delle banconote; esercitiamo compiti di sorveglianza su sistemi, servizi e strumenti di pagamento al fine di garantirne livelli adeguati di sicurezza e di efficienza, con benefici per la clientela. Partecipiamo attivamente ai lavori preparatori per l’eventuale introduzione di un euro digitale.

Gli assetti organizzativi e gestionali sono stati sempre prontamente adeguati all’evoluzione delle funzioni e delle loro modalità attuative. È stato completato il passaggio a un modello dipartimentale, a cui si associano maggiori responsabilità funzionali e maggiore autonomia nella gestione delle risorse. Gli interventi compiuti hanno riflesso sia nuovi orientamenti strategici sia la necessità di tener conto senza ritardo dei mutamenti del quadro esterno di riferimento. Per esempio, con l’istituzione del Dipartimento “Tutela della clientela ed educazione finanziaria” si è resa manifesta l’attenzione rivolta alla protezione dei consumatori dei servizi finanziari e alla crescita della loro consapevolezza.

Negli anni più recenti abbiamo rafforzato il ruolo della Banca come acceleratore dell’innovazione e dello sviluppo digitale del mercato finanziario, attenendoci a rigorosi canoni di sicurezza, inclusività e trasparenza. Con l’istituzione, con sede a Milano, di un centro per l’innovazione che ha il compito di offrire sostegno allo sviluppo di progetti innovativi nel settore bancario, assicurativo e finanziario, abbiamo creato un canale di dialogo informale con gli operatori. Abbiamo dato seguito al mandato legislativo istituendo – con il coordinamento del Ministero dell’Economia e delle finanze e in collaborazione con la Consob e l’IVASS – il sandbox regolamentare, che consente agli operatori di mercato di effettuare sperimentazioni in un ambiente controllato. Nell’ambito del Comitato Pagamenti Italia, che coordiniamo, vengono definite opzioni strategiche e soluzioni applicative rilevanti per l’intero sistema nazionale.

Nella gestione aziendale cerchiamo di utilizzare le migliori pratiche manageriali. Abbiamo introdotto un nuovo sistema di pianificazione strategica con orizzonte triennale, con l’obiettivo di dare pieno rilievo, nella distribuzione delle risorse, agli obiettivi prioritari. Stiamo concludendo un percorso di progressiva integrazione tra la pianificazione degli organici e quella delle risorse informatiche, logistiche e finanziarie.

La presenza della Banca sul territorio è stata via via adeguata all’evoluzione della richiesta di servizi e della tecnologia, alla maggiore domanda di tutela da parte dei cittadini. Essa si articola oggi su 38 Filiali, con funzioni in parte differenziate. La riduzione nel tempo dei punti di presenza sul territorio – erano 97 nel 2007 – ha risposto alle esigenze di assicurare la massima efficienza operativa senza ridurre, grazie anche all’innovazione tecnologica introdotta soprattutto nelle attività relative ai pagamenti e alla circolazione monetaria, la qualità dei servizi offerti. Abbiamo rafforzato l’analisi economica regionale, essenziale in un’economia con marcate differenze territoriali, sviluppato i servizi informativi al pubblico e le iniziative di educazione finanziaria per i giovani e gli adulti. Una dotazione consistente di risorse assiste l’Arbitro bancario finanziario, organizzato ora su sette poli, dopo l’aggiunta di quattro sedi alle tre iniziali. Diverse Filiali collaborano nella valutazione dei prestiti conferibili a garanzia nelle operazioni di politica monetaria.

La profonda revisione dei processi favorita dalla diffusa digitalizzazione delle attività ci ha portato, da un lato, a realizzare strumenti per un accesso più semplice dei cittadini ai servizi; dall’altro, a recuperare risorse in parte destinate ai compiti in espansione. Pur a fronte dell’ampliamento delle funzioni svolte, negli ultimi dieci anni la compagine si è ridotta del 3,2 per cento e i costi operativi totali sono diminuiti del 4,5 per cento in termini reali.

Attraverso un percorso non facile, di costante confronto con le parti sindacali, è stata realizzata una complessiva riforma dei sistemi di gestione del personale, rafforzando quelli che sono da sempre i valori fondanti della nostra organizzazione: il merito, lo spirito di collaborazione, la capacità di assumere decisioni e le relative responsabilità. L’adozione più di recente di un modello di lavoro ibrido costituisce una consapevole risposta alle sfide dell’innovazione e della flessibilità organizzativa.

Sono passati 130 anni dalla fondazione di questo Istituto; il mondo che lo circonda ha vissuto cambiamenti straordinari; ma è mia profonda convinzione che la Banca d’Italia abbia sempre saputo tenere il passo della storia.

Anche negli ultimi dodici, difficili, anni – lo dico con meditato orgoglio, a nome di tutto il personale e del Direttorio attuale, ricordando con gratitudine l’impegno delle altre sette persone che del Direttorio hanno fatto parte – la Banca si è mostrata preparata di fronte ai nuovi assetti istituzionali, al progresso tecnologico, alle mutate esigenze dei cittadini. Sono stati assicurati, con efficacia e senza cedimenti, tutti i servizi essenziali alla collettività anche nelle fasi più acute della pandemia.

L’azione dell’Istituto, che ha coniugato il rigoroso esercizio dei compiti istituzionali con la massima attenzione ai costi, ha modellato i bilanci via via sottoposti a questa Assemblea in termini di dimensione, composizione e risultati. Quello dell’esercizio appena chiuso, che oggi vi presento, continua a mostrare la solidità della Banca, a confermare la validità delle decisioni assunte in passato in materia di accantonamenti prudenziali, a testimoniare la capacità dell’istituzione di adempiere alle proprie funzioni con risorse adeguate e in piena indipendenza e trasparenza”.

 

LA RELAZIONE COMPLETA DI IGNAZIO VISCO

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