Sale l’allerta per il probabile attacco dell’Iran a Israele. Intanto, Biden chiama Meloni e gli altri leader europei per lanciare un appello congiunto a Teheran. I mediatori corrono per arrivare a una tregua tra Io Stato ebraico e Hamas. Gli ultimi aggiornamenti e la lettura dei giornali di oggi.
LA CHIAMATA DI BIDEN
Biden ha chiamato i leader di Italia, Francia, Germania e UK per chiedere all’Iran di non attaccare Israele. Questa mattina il segretario di Stato americano Antony Blinken ha contattato anche il suo omologo turco Hakan Fidan riguardo l’importanza che Hamas prenda parte al vertice di giovedì per un accordo di cessate il fuoco, secondo il Dipartimento di Stato.
Accelerano anche i mediatori che tentano di raggiungere entro giovedì un’intesa per la tregua a Gaza, scrive il Corriere della Sera.
La Casa Bianca è ottimista: «Ci saranno progressi». Intanto, i leader di Germania, Francia, Gran Bretagna lanciano un appello congiunto per chiedere all’Iran di «astenersi da attacchi che potrebbero inasprire ulteriormente le tensioni regionali e mettere a rischio l’opportunità di arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi», aggiunge il giornale.
“I negoziatori di Hamas pongono come condizione per partecipare al vertice di Ferragosto che venga approvata la proposta presentata da Joe Biden agli inizi di luglio. Un accordo su cui Benjamin Netanyahu ha espresso dubbi, anche se l’ha pubblicamente accettato. Il presidente americano ha parlato con i leader europei, tra loro anche la premier Giorgia Meloni, dell’importanza della tregua e del rischio di conflitto regionale. Insieme premono sull’Iran: «Desista dalle minacce di attacco» e annunciano di supportare «la difesa di Israele»”.
ATTACCO SEMPRE PIU PROBABILE
Yoav Gallant, il ministro della Difesa, avrebbe avvertito Lloyd Austin, il capo del Pentagono, che l’Iran si sta preparando a lanciare l’attacco a Israele, scrive il Corriere della Sera.
Lo Stato Maggiore israeliano ha bloccato i viaggi all’estero di tutto il personale dell’aviazione e gli americani stanno rafforzando il dispositivo militare perché la guerra potrebbe accelerare.
“«Il raid potrebbe avvenire questa settimana», conferma John Kirby, portavoce del consigliere per la Sicurezza Nazionale alla Casa Bianca”, scrive il maggiore quotidiano nazionale.
LA RISPOSTA USA
La risposta americana alla minaccia di Teheran non si è fatta attendere. Nelle profondità del Mediterraneo orientale naviga Uss Georgia, sottomarino nucleare lungo 170 metri, dotato di missili con testate da 450 chili di esplosivo, puntati su Iran e Russia.
Tuttavia, ci sono speranze che la situazione si raffreddi. Infatti, sia Washington sia Teheran vogliono evitare un’escalation, scrive La Stampa. Infatti, una guerra regionale creerebbe non pochi problemi alla campagna elettorale per le Presidenziali.
IRAN E RUSSIA, IL COLLEGAMENTO
C’è un collegamento tra l’offensiva russa e la rappresaglia dell’Iran per l’uccisione del numero uno politico di Hamas, scrive Garimberti su La Repubblica.
Il nesso è la “nebbia informativa che avvolge i due scenari, che rende molto labile il confine tra mancanza di notizie e disinformazione”, si legge sul quotidiano. L’attacco ucraino nell’oblast di Kursk, è stato tenuto segreto alle stesse truppe fino all’ultimo momento.
“A una settimana dall’inizio la nebbia non si è diradata. Anzi si è infittita. Perché apparentemente il fronte della controffensiva ucraina in territorio russo si sta allargando. Il governatore dell’oblast di Belgorod (che già in passato era stato obiettivo di incursioni ucraine) ha detto che il villaggio di Krasnoyaruzhsky è stato evacuato a causa di «attività dell’esercito ucraino» e che «tra il 50 e il 70 per cento» della popolazione di Shebekino (40 mila abitanti) è andata via per la stessa ragione. Aleksandr Kots, un reporter della Komsomolskaja Pravda, giornale molto ossequiente al Cremlino, ha parlato di altri scontri al confine russo-ucraino nell’area di Belgorod”, scrive il quotidiano.