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Sui migranti Meloni ha un messaggio per i giudici: “Qui governo io”

Alla fine il decreto sui migranti è stato approvato non senza qualche difficoltà, così l’elenco dei “Paesi sicuri” ora è legge e i giudici devono applicarla (almeno per il momento). Il Ministro Nordio: “la norma Ue era scritta in francese” e la premier può affermare (almeno per ora): “Difenderemo i nostri confini”

Un consiglio dei ministri rapido, una conferenza stampa in cui doveva presentarsi la premier ma a cui partecipa il ministro Carlo Nordio per spiegare la ratio del decreto (e ammonire che la norma Ue era scritta in francese), i rapporti tesi con il Quirinale: è una giornata al cardiopalma quella vissuta dall’esecutivo che oggi “festeggia” i due anni dal giuramento proprio al Colle. I quotidiani fotografano questa situazione a modo loro. Si va da Repubblica che titola in prima: “Il governo sfida i giudici” al Quotidiano Nazionale che scrive: “Migranti, espulsioni più facili per decreto” con il Messaggero che sottolinea: “Il governo rilancia” e, infine, il Fatto Quotidiano che annota: “Il governo tenta di scavalcare l’Ue buttando la palla alla Consulta”.

“MELONI AI GIUDICI: QUI GOVERNO IO”

Di certo, quello che è chiaro è il messaggio che si è voluto trasmettere. Lo riassume bene il titolo del Giornale: “Meloni ai giudici: governo io” ed è un messaggio che Alessandro Sallusti nel suo fondo spiega rivolto ad una “magistratura politicizzata” che finalmente questo governo avrebbe deciso di prendere di petto. Il condizionale è d’obbligo, perché certi malumori albergano anche in Fratelli d’Italia, come scrive nel suo retroscena Francesco Olivo su la Stampa: “Nel partito sono certi che l’atteggiamento considerato ostile sui migranti, nasconda in realtà una preoccupazione sulla riforma della giustizia, in particolare sul sorteggio dei membri del Csm, che toglierebbe peso alle correnti delle toghe. Nel frattempo, la maggioranza accelera sulla separazione delle carriere, l’altra riforma duramente osteggiata dalla magistratura”.

SI RISCHIA UN CONFLITTO CON LA MAGISTRATURA LUNGO TRE ANNI

A questo punto, scrive Massimo Franco sul Corriere della Sera: “la domanda che ci si comincia a porre è se sia possibile uno scontro tra governo e parte della magistratura per il resto della legislatura. Mancano tre anni alla scadenza naturale, e il sospetto è che il conflitto esploso sui centri in Albania ma in incubazione da mesi possa portare ad altro”. E’ proprio questo il punto che agita il Quirinale che poi deve avallare il testo “fantasma” del decreto. Perché fantasma? Lo scrive la Stampa con Ugo Magri che racconta come: “Il testo del decreto è stato al centro di un giallo durato tutta la giornata e nemmeno i ministri sono riusciti a leggerne il contenuto, prima di votarlo. I fogli con il contenuto del decreto infatti sono rimasti davanti al sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, senza che fosse distribuito ai presenti, come avviene di solito”.

MATTARELLA PREOCCUPATO MA NON SI OPPORRA’ AL DECRETO

Se queste sono le premesse, di una donna sola al comando, le conclusioni possono essere davvero complicate anche se, almeno per quello che scrive sul Foglio Simone Canettieri alla fine “il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella non si opporrà al decreto legge. Tuttavia è preoccupato per l’efficacia del provvedimento, destinato a confliggere con la Ue”. I problemi riguardano i contenziosi con Bruxelles e appunto le difformità con le regole della Commissione, regole sui migranti destinate a cambiare fra un anno con un nuovo patto. “Nel frattempo Mattarella non ravvedendo, almeno nelle interlocuzioni informali degli uffici, profili di incostituzionalità non ostacolerà il decreto – annota il Foglio – Al limite, è un’ipotesi ancora sospesa, potrebbe promulgarlo accompagnandolo da una lettera di raccomandazioni come avvenne per i balneari”.

RESTA LA COSTITUZIONE A SALVARE “PESI E CONTRAPPESI”

Come finirà? Di certo oggi si festeggeranno i due anni di governo e come scrive Marcello Sorgi nel suo editoriale su la Stampa “non occorre neppure rivolgersi ad autorevoli costituzionalisti, basta aver letto la Carta, per sapere che se c’è una caratteristica che emerge dalla lettura è che la Costituzione è costruita con un sistema di pesi e contrappesi, creato proprio per evitare che un potere possa sopravanzarne un altro”.  Già perché lo scontro con la magistratura non è detto che faccia proprio del bene al governo e a chi fino ad ora ha creduto nell’opera riformatrice della Meloni, qualche sondaggio, come quello di Youtrend riportato dai quotidiani ci dice che l’afflato con l’elettorato sembra in discesa e chissà se mostrare i muscoli possa essere la soluzione per una risalita.

 

 

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