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Gattuso, Escher e Sangiovanni: chi sono i giudici nel mirino del Governo e perché

Sul capitolo migranti si riaccende lo scontro tra toghe e governo, dopo le nuove pronunce di alcuni giudici sul tema ‘Paesi sicuri’. Ecco di chi si tratta

Nuovo round del braccio di ferro tra governo e toghe. Il terreno di gioco ancora una volta, manco a dirlo, è il dossier migranti. Dopo il caso della presidente della sezione Immigrazione del Tribunale di Roma Silvia Albano (che ha bocciato il trattenimento dei primi 12 migranti portati in Albania), negli ultimi giorni altri giudici, da Sud a Nord, hanno sfidato la normativa nazionale, continuando a non convalidare i trattenimenti nei centri, nonostante il decreto legge approvato in tutta fretta dal governo lo scorso 21 ottobre che ha riformulato la lista dei ‘Paesi sicuri’.

Si tratta di Marco Gattuso, giudice presso il Tribunale di Bologna; Luciana Sangiovanni, presidente della sezione immigrazione del Tribunale di Roma; e Massimo Escher, presidente della sezione Protezione internazionale del Tribunale di Catania. L’obiettivo era superare con un provvedimento di legge la sentenza della Corte europea di giustizia dello scorso 4 giugno che ha fissato paletti più stringenti perché un Paese possa ritenersi sicuro.

LE NUOVE PRONUNCE DEI GIUDICI SUI ‘PAESI SICURI’, DA BOLOGNA A CATANIA PASSANDO PER ROMA

Martedì scorso il tribunale di Bologna aveva rinviato proprio alla Corte Ue il caso di un cittadino del Bangladesh che aveva richiesto la protezione internazionale: la richiesta è di chiarire se debba prevalere la normativa comunitaria oppure quella italiana.

Ieri sono stati i giudici di Catania ad infliggere un nuovo colpo al provvedimento del governo. Una lista di ‘paesi sicuri’, scrivono, “non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità” di questa “designazione con il diritto dell’Unione europea” e “in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani” che “investono le libertà di un ordinamento democratico”.

Infine, sempre ieri in serata, il giudice Luciana Sangiovanni ha emesso un decreto di sospensione dell’efficacia al diniego della commissione territoriale sulla richiesta di asilo di uno dei dodici migranti che erano stati trasferiti in Albania. Come per il caso di Bologna, con questo provvedimento il magistrato del Tribunale di Roma ha rinviato alla Corte di giustizia europea il nuovo decreto sui ‘Paesi sicuri’, sollecitando una risposta urgente e citando il recente “intervento del governo italiano”.

CHI E’ MARCO GATTUSO

Marco Gattuso, giudice presso il Tribunale di Bologna, è noto per il suo impegno sui diritti civili e sulla giurisprudenza in materia di identità di genere e orientamento sessuale. Coautore del volume Unione civile e convivenza e fondatore del portale Articolo 29, Gattuso ha trattato argomenti come il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali e la protezione delle famiglie arcobaleno.

CHI E’ MASSIMO ESCHER

A Catania, Massimo Escher guida la sezione Protezione internazionale e il Gruppo specializzato per i diritti della persona e dell’immigrazione del Tribunale. Ha più volte sottolineato l’importanza di allineare la normativa italiana ai principi internazionali sui diritti umani, contrastando decreti governativi che, secondo lui, violerebbero tali principi. “In passato – come scrive Il Giornale – Escher aveva condiviso la sentenza svuota Cpr di Iolanda Apostolico, disinnescando il decreto Cutro”. Il vicepremier Salvini ha reagito duramente a queste decisioni, accusando alcuni giudici di non rispettare le leggi e contribuire all’insicurezza del Paese.

Il quotidiano diretto da Sallusti ricorda inoltre che “in passato il giudice Escher era stato protagonista di un altro episodio. Nell’estate del 2022 aveva ingaggiato una battaglia contro i decibel di un vicino stabilimento balneare e l’aveva vinta grazie a una sentenza del «suo» tribunale. Vittima una imprenditrice ravennate di origini siciliane, Caterina Mendolia Pirandello, che aveva avuto la pessima idea di rilevare la gestione del «Faro di Capomulini»”.

CHI E’ LUCIANA SANGIOVANNI

Luciana Sangiovanni, presidente della Sezione Immigrazione e Diritti Civili del Tribunale di Roma, è la “diretta superiora” della giudice Albano. “Il rapporto tra Silvia Albano e la Sangiovanni – come ha ricostruito sempre il Giornale nelle scorse settimane – è di consolidata stima reciproca, a dispetto della differenza di corrente (la presidente oscilla tra Area e i centristi di Unicost). Tanto che quando la Sangiovanni finì nei guai per le famose chat dell’Hotel Champagne (coinvolta nel caso Palamara, ndc), la Albano la difese strenuamente. E alla fine vinse lei, nonostante a chiedere la testa della Sangiovanni fosse proprio Magistratura democratica per bocca del suo leader di allora Giuseppe Cascini. Il plenum del Csm aveva spedito la Sangiovanni al tribunale di Bologna, etichettandola come «reiterata dispensatrice di informazioni e di sollecitatrice verso altri magistrati»”. Alla fine, però, il trasferimento venne sospeso dal Tar del Lazio.

Leggi anche: Chi è Silvia Albano, la giudice della sentenza sui migranti in Albania

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