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Cosa prevede la stretta di Starmer sugli stranieri in UK

Un piano per “riprendere il controllo dei confini”, ecco la proposta del premier britannico

Il primo ministro britannico Keir Starmer ha annunciato una nuova stretta sull’immigrazione legale nel Regno Unito, presentando un piano che si prefigge ambizioso e che mira a “riprendere finalmente il controllo dei confini”. Starmer ha spiegato che tutte le componenti del sistema migratorio – lavoro, ricongiungimenti familiari e visti di studio – saranno rafforzate per garantire maggiore controllo e selettività. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre i flussi migratori regolari e di modificare la natura dell’immigrazione, puntando su profili che diano un contributo più significativo all’economia britannica.

IMMIGRAZIONE SELETTIVA: “UN PRIVILEGIO, NON UN DIRITTO”

Il premier britannico ha sottolineato la necessità di introdurre un sistema migratorio “controllato, selettivo ed equo”, affermando che stabilirsi nel Regno Unito deve diventare “un privilegio guadagnato, non un diritto”. Ha criticato il caos ereditato dai governi precedenti, che – a suo dire – avrebbe provocato un aumento dei lavoratori impiegati in settori a bassa qualificazione, con un conseguente effetto negativo sui salari. Il Libro Bianco del governo prevede quindi una riduzione della migrazione netta, un innalzamento dei requisiti per l’ingresso e maggiori opportunità per i lavoratori britannici.

LE MISURE PREVISTE NEL LIBRO BIANCO

Tra le novità più significative annunciate, c’è l’estensione da cinque a dieci anni del periodo richiesto per ottenere la residenza permanente nel Regno Unito. Faranno eccezione solo alcune categorie strategiche, come infermieri, medici, ingegneri e manager nel settore dell’intelligenza artificiale, che potranno ottenere la residenza in tempi più brevi. Viene inoltre introdotto un inasprimento delle condizioni per il rilascio dei visti di lavoro, soprattutto per le professioni meno qualificate, e dei criteri di conoscenza della lingua inglese. Infine, le aziende sanitarie e assistenziali – che attualmente dipendono fortemente da manodopera estera – non potranno più reclutare direttamente personale dall’estero.

STARMER: “GB NON DIVENTI UN’ISOLA DI STRANIERI”

Le dichiarazioni di Starmer, in particolare quella secondo cui “la Gran Bretagna rischia di diventare un’isola di stranieri”, hanno scatenato una bufera. L’organizzazione Care4Calais ha accusato il premier di usare un linguaggio pericoloso che potrebbe alimentare l’estrema destra, chiedendo pubblicamente le sue scuse. Critiche sono arrivate anche da destra: il leader del partito Reform UK, Nigel Farage, ha bollato il piano come “pieno di promesse che non potrà mantenere”, accusando Starmer di inseguire il consenso populista per contrastare l’ascesa del suo movimento.

Anche l’Italia ha fatto sentire la sua voce. Da Londra, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato la nuova stretta britannica affermando che “gli studenti europei non sono un rischio migratorio”. Secondo Tajani, la decisione del governo britannico rischia di danneggiare anche il Regno Unito, che potrebbe perdere l’apporto di giovani qualificati. “Mi auguro – ha detto – che i nostri ragazzi possano continuare a studiare l’inglese in Gran Bretagna. Il danno, in fondo, sarà soprattutto per i britannici”.

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