Il patron di Tesla ha presentato il robot che fa la Trump-dance nella prima tappa del tour diplomatico del tycoon
A Riad, nella prima tappa del viaggio diplomatico di Trump nei paesi più ricchi del Golfo, è andato in scena un red carpet molto particolare: niente star del cinema, ma i divi dell’industria tech e dell’economia americana. A capitanare la spedizione è Elon Musk, pronto a rubare la scena con una trovata delle sue: ha presentato un robot Tesla capace di eseguire la “Trump dance” – una mossa simbolica, quanto ironica, in perfetto stile Musk. Accanto a lui, anche il boss di Meta Mark Zuckerberg, il ceo di Nvidia Jensen Huang, quello di Amazon, il rivale Sam Altman di OpenAI e – sorpresa – l’italiano John Elkann, presidente di Stellantis, perfettamente integrato nella squadra Usa voluta da Donald Trump.
BUSINESS (E LOBBYING) NEL DESERTO
Ma non è solo show. Il vero cuore dell’evento è il Saudi-US Investment Forum, soprannominato per l’occasione la “MAGA del Deserto”. Trump non nasconde l’obiettivo: portare a casa almeno 1.000 miliardi di dollari di investimenti sauditi. E i ceo presenti, pur con agende diverse, condividono un interesse comune: stringere rapporti d’oro con Riad e influenzare la futura politica economica statunitense, in particolare su dazi e tariffe. Per i grandi della Silicon Valley e dintorni, il forum è una finestra strategica per parlare con i pesi massimi della squadra trumpiana – da Scott Bessent, il “negoziatore in chief”, al segretario al Commercio Howard Lutnick — lontano dai riflettori di Washington.
lL TECH CONQUISTA RIAD, TRA IA, CHIP E STARLINK
L’evento è servito anche a ufficializzare partnership dal valore miliardario. Nvidia, ad esempio, ha firmato un accordo con Humain, la startup di AI sostenuta dal fondo sovrano saudita: in arrivo 18 mila chip ultra-avanzati per alimentare i data center del Regno. Non solo: insieme ad Amazon Web Services, Humain riceverà un investimento combinato da oltre 5 miliardi di dollari. Musk, dal canto suo, ha annunciato il via libera per l’uso di Starlink nel trasporto aereo e marittimo saudita, promettendo di giocare un ruolo centrale nella trasformazione tecnologica del paese. E, tra una battuta e un robot danzante, ha parlato di tutto: tunnel, satelliti e rivoluzioni industriali.
JOHN ELKANN, L’OSPITE INASPETTATO
Mentre i presenti incassavano applausi, Trump non ha perso l’occasione per punzecchiare gli assenti. “Tim Cook non c’è, ma Nvidia sì” ha detto dal palco, lodando Jensen Huang e mandando un messaggio chiaro al ceo di Apple: chi non c’è, rischia di restare indietro.
In mezzo a questo “dream team” c’era infine John Elkann. Il presidente di Stellantis – tra le principali case automobilistiche americane, nonostante il dna europeo – è stato invitato direttamente da Trump e ha avuto incontri con il tycoon e con il principe ereditario Mohammed bin Salman. Il suo ruolo non è secondario: Elkann rappresenta un’industria cruciale per l’economia Usa, ed è probabile che i colloqui abbiano toccato anche temi di energia e produzione, in vista di nuove alleanze industriali tra Stati Uniti e Arabia Saudita.