Il ministro Foti sottolinea i risultati del Pnrr, ma dietro i target raggiunti si celano problemi di spesa. Intanto, il Parlamento Ue spinge per la proroga della scadenza, ma l’Italia tentenna. Il fact checking
“L’Italia è prima in Ue per obiettivi raggiunti e importi incassati. Gli obiettivi del Pnrr, con la giusta manutenzione, sono tutti raggiungibili”. Tommaso Foti, il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, intervistato venerdì’ da Il Sole 24 Ore esalta i risultati sui target del Pnrr e lancia un appello alla Commissione Europea affinché acceleri il confronto sulla “rimodulazione straordinaria”. Foti dimentica però di dire che la percentuale di spesa effettiva si aggira intorno al 32%, percentuale inferiore alla media europea (42% dei fondi ricevuti), e in alcune Regioni scende addirittura al 15%. Intanto, il Parlamento Europeo spinge per la proroga della scadenza del Pnrr, ma l’Italia tentenna. Ecco cosa dice e cosa non dice Foti.
PNRR, IL FACT CHECKING
Il Governo incassa il sì da Bruxelles per la settima rata e attende risposte sull’ottava, che porterà altri 12,8 miliardi di euro nelle casse dello Stato. La buona notizia è che l’Italia avrebbe completato il 55% degli obiettivi, secondo dati del Governo, non ancora validati dall’Ue. Una percentuale che, se confermata, sarebbe superiore rispetto alla media europea (52%) e vedrebbe il nostro Paese secondo in Ue per target raggiunti dopo la Spagna (58%). “Se l’Italia è prima in Europa per obiettivi raggiunti e importi incassati, è perché si è cercato in questi quasi tre anni, di raddrizzare il tiro e concentrarsi su misure e obiettivi davvero raggiungibili”, sottolinea Foti.
I problemi arrivano però quando guardiamo alla spesa, il tallone d’Achille del Pnrr. Infatti, complessivamente raggiunge circa il 32%, percentuale inferiore alla media dell’UE. Il nostro Paese fino ad oggi ha ricevuto 122 miliardi di euro dei 194,4 assegnati, ma ne ha utilizzati poco più della metà. Il 71 % delle misure PNRR ha un avanzamento di spesa sotto il 25 %, mentre solo il 9 % supera la metà degli stanziamenti, secondo l’Ultimo rapporto semestrale della Corte dei Conti. Percentuale che quasi scende sotto il 20% in alcune Regioni del Sud. In Sicilia, ad esempio, lo stato di avanzamento del Pnrr raggiunge appena il 15%. C’è quindi il serio rischio che i fondi vadano sprecati. A fare le spese di questa inefficienza saranno gli investimenti in opere e infrastrutture: ferrovie, colonnine di ricarica e impianti energetici e stabilimenti per la gestione dei rifiuti.
“Bisogna tener conto dei vincoli che non permettono di reindirizzare risorse al di fuori dei capitoli originari”, lamenta Foti, sottolineando che “con questa nuova rata arriviamo a 140 miliardi di euro ricevuti, il 72% della dimensione finanziaria del Piano. Ricordo che gli accrediti arrivano soltanto al raggiungimento degli obiettivi”.
REVISIONE DEL PNRR IN ARRIVO?
Foti ha lanciato un appello alla Commissione Europea: “I tempi per la rimodulazione straordinaria del Piano sono stretti, e in una fase come questa l’accelerazione del confronto con la Commissione europea sarebbe molto utile”, ha sottolineato il ministro, confermando l’obiettivo di rimodulazione di 14 miliardi del Pnrr per le imprese.
“In questi giorni sono in corso i confronti tra la delegazione dei tecnici europei e i nostri per capire, alla luce delle nuove istruzioni, la praticabilità delle soluzioni sul tappeto. La riprogrammazione deve viaggiare nel perimetro delle misure già attivate, perché non c’è margine per ipotizzare nuovi interventi. A nostro avviso occorre assolutamente accelerare i tempi. La nostra idea era andare in Parlamento, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, ma occorre avere risposte dalla Commissione”, ha aggiunto Foti.
La sesta revisione per riallineare milestone, target e spesa reale potrebbe essere una vera e propria rivoluzione. Infatti, investirà Transizione 5.0, il motore green del Pnrr che fino ad oggi ha visto prenotazioni per appena un sesto dei 6,23 miliardi previsti.
ECCO COSA SUCCEDERA’ L’ANNO PROSSIMO
La proroga della scadenza del Pnrr rimarrà solo un sogno? Il Parlamento Europeo sta spingendo per spostare in avanti le lancette oltre il 2026, ma l’accordo sembra ancora lontano. L’Italia non sembra aver intenzione di spingere per la proroga. “Se necessario per causa di forza maggiore, chiederemo un prolungamento”, ha sottolineato Foti appena qualche giorno fa. Il vicepresidente della Commissione, Raffaele Fitto, però ha chiuso le porte ad ogni possibile proroga dei termini, considerata “impossibile”.
“Chiariamo un equivoco: non abbiamo l’obbligo di spendere l’intera dotazione di 194,4 miliardi entro il 30 agosto 2026”, sottolinea Foti.