Anche l’Italia ha iniziato il lancio degli aiuti umanitari su Gaza, lo annuncia in una nota il Ministero della Difesa. Continuando nei prossimi giorni. Chi sono i paesi che finora hanno contributo, chi gestisce la raccolta di cibo e chi ha promesso l’invio degli aiuti umanitari.
Nei giorni scorsi Germania, Spagna e Francia hanno iniziato a trasportare aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza attraverso ponti aerei in collaborazione con la Giordania. La Francia ha effettuato quattro spedizioni aeree con lanci da 10 tonnellate ciascuno. Il Presidente Macron ha ringraziato i partner internazionali ma ha ribadito che i lanci non sono sufficienti e che parte degli aiuti europei è ancora bloccata per mancanza di autorizzazioni israeliane. Nei giorni scorsi aiuti umanitari sono stati lanciati nella Striscia dai governi di Giordania, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Regno Unito.
GLI AIUTI DELL’ITALIA ALLA POPOLAZIONE DI GAZA DOPO LE PAROLE DI MATTARELLA
Giovedì 31 luglio il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha annunciato che anche l’Italia avrebbe inviato aiuti umanitari nella Striscia di Gaza tramite lanci aerei. L’annuncio è arrivato dopo le dure e chiare parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della Cerimonia del Ventaglio. “Si è parlato di errori anche nell’avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che recavano soccorso a feriti, nell’aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l’uccisione di tante persone affamate in fila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione – detto il Capo dello Stato – E’ difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente. Una condizione raffigurata, in maniera emblematica, dal bambino accolto con sua madre in un ospedale italiano, dopo aver perduto il padre e nove fratelli – tutti bambini – nel bombardamento della sua casa”.
E sabato 2 agosto, infatti, sono iniziati i primi lanci di aiuti umanitari con video a testimonianza.
LA MISSIONE SOLIDARITY PATH OPERATION 2
Nel nostro paese a occuparsi della distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza è la missione italiana chiamata ‘Solidarity Path Operation 2’, che prevede l’impiego di velivoli da trasporto C-130J dell’Aeronautica Militare e che effettueranno il lancio di speciali contenitori con all’interno generi essenziali a Gaza. Le operazioni saranno condotte con la collaborazione dell’Esercito Italiano, incaricato della preparazione dei carichi di aiuti. “I nostri primi aviolanci sono programmati e potrebbero avvenire già a partire dal 9 agosto, per consentire al MAECI di completare l’approvvigionamento dei generi alimentari e il loro trasporto in Giordania”, spiega il ministro Crosetto.
“Questa nuova iniziativa – prosegue – si inserisce nel più ampio e concreto impegno della Difesa italiana a sostegno della popolazione civile di Gaza. Un impegno che ci ha visti operare con la nave ospedale Vulcano della Marina Militare, che ha prestato cure mediche a numerosi feriti della Striscia; con l’Aeronautica Militare, che ha effettuato voli speciali per trasportare in Italia bambini gravemente malati o feriti, insieme ai loro familiari, affinché potessero ricevere le cure necessarie; e con l’Esercito Italiano che, nell’ambito dell’iniziativa Air-Bridge for Gaza, ha impiegato i propri elicotteri per la distribuzione diretta di medicinali nelle aree più colpite e difficili da raggiungere via terra”. “Ogni intervento della Difesa – conclude Crosetto – si fonda su un principio chiaro: non possiamo restare indifferenti davanti alla sofferenza di civili innocenti. I nostri uomini e le nostre donne in uniforme stanno dimostrando, ancora una volta, che lo spirito di servizio non conosce confini, mai. Nei prossimi giorni è previsto anche un nuovo volo speciale dell’Aeronautica Militare per trasportare ulteriori pazienti che riceveranno assistenza medica in Italia”.
I PAESI CHE HANNO PROMESSO DI INVIARE AIUTI UMANITARI A GAZA
Anche il governo australiano ha promesso 20 milioni di dollari australiani (13 milioni di dollari USA) portando l’impegno totale dell’Australia a “oltre 130 milioni di dollari per aiutare i civili a Gaza e in Libano”. La decisione è arrivata un giorno dopo che migliaia di persone hanno affollato il Sydney Harbour Bridge per protestare contro le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza e richiamare l’attenzione sulla crisi umanitaria. Tuttavia, secondo un comunicato di ActionAid gli aiuti umanitari per la Striscia di Gaza annunciati fino a questo momento non rispondono in modo adeguato all’entità dei bisogni sul campo sottolineando che “un maggiore accesso agli aiuti umanitari è certamente positivo, ma sia chiaro: si tratta di misure temporanee, misure come i lanci aerei o le pause temporanee nei combattimenti non possono sostituire un intervento strutturato”.
COME ARRIVANO GLI AIUTI UMANITARI A GAZA
Gli aiuti umanitari arrivano a Gaza in tre modi: tramite lanci aerei, tramite la distribuzione da parte della Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele e tramite le Nazioni Unite e altre organizzazioni umanitarie utilizzando i “corridoi umanitari” controllati dall’esercito israeliano. La Gaza Humanitarian Foundation, che ha iniziato a distribuire aiuti a fine maggio, è stata ampiamente condannata per le centinaia di persone uccise, spesso dai soldati israeliani, nei pressi dei suoi siti di aiuto e per la sua distribuzione limitata. Medici senza Frontiere già a giugno denunciava la distribuzione di GHF “un massacro mascherato da aiuto umanitario”. E’ di pochi giorni fa il video che l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) ha diffuso sui propri canali social in cui mostra colpi d’arma da fuoco sparati contro i civili palestinesi seduti ad aspettare la distribuzione degli aiuti umanitari.
IL MONITORAGGIO DELL’ONU SUGLI AIUTI UMANITARI A GAZA
Secondo i dati pubblici dell’Onu, Monitoring & Tracking Dashboard UN2720, un sistema che traccia ogni camion di aiuti che entra a Gaza utilizzando codici Qr, tra il 19 maggio e il 2 agosto sono state scaricate circa 40.000 tonnellate di aiuti umanitari, ma solo 4.100 (il 10%) sono arrivate a destinazione. Il resto è stato contrassegnato come “intercettato”, cioè i carichi “sono stati dirottati lungo il tragitto dentro Gaza sia pacificamente da parte di persone affamate che con la forza da parte di attori armati”. 25.703 pallet (quasi 24.000 tonnellate) sono stati “intercettati” lungo il tragitto nelle strade della Striscia, sottratti o da “bande armate” (“armed actors”) o da “persone affamate” (“hungry people”). Gli aiuti che non giungono a destinazione sono composti per oltre il 98,6% da generi alimentari e per lo 0,6% da cibo terapeutico e integratori destinati ai casi di malnutrizione e vulnerabilità nutrizionale.