Ieri è stata inviata alle Camere la domanda di autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti di Nordio, Piantedosi e Mantovano per il caso Almasri. La posizione e il ruolo di Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del Ministro della Giustizia Nordio
Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del Ministro della Giustizia Nordio non è indagata ma potrebbe essere l’anello debole nel caso Almasri.
IL PROFILO DI GIUSI BARTOLOZZI
56 anni, siciliana di Gela. Laureata in giurisprudenza alla Luiss, diventa avvocato nel 1996. Entra nel 1999 in magistratura e dal 2002 è prima giudice al Tribunale di Gela e dal 2009 al Tribunale di Palermo. Dal 2013 è alla Corte d’appello di Roma.
E’ stata deputata alla Camera dal 2018 al 2022 con Forza Italia, l’ex Premier Berlusconi la candida capolista alla Camera nel collegio di Agrigento. Ha partecipato attivamente alla vita della Camera dei deputati con l’82,16% delle presenze, è stata prima firmataria di 19 disegni di legge, cofirmataria di 49 e relatrice di altri 10.
Animo liberale, insieme a Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo, Elio vito e Matteo Perego vota a favore della legge Zan e sostiene la separazione delle carriere. Passa al gruppo misto e con Draghi al governo fa opposizione.
Il ministro Carlo Nordio la sceglie come vice-capo di gabinetto al Ministero di Giustizia e il 19 marzo 2024 la promuove a capo di gabinetto.
L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE
Nel tardo pomeriggio del 6 agosto il Tribunale dei ministri ha inviato la domanda di autorizzazione a procedere in giudizio (ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione) nei confronti di Nordio, Piantedosi e Mantovano per il caso Almasri. Sullo sfondo resta però la possibilità che la Procura di Roma, conclusi i passaggi dinanzi al tribunale speciale, apra ulteriori fascicoli per altri soggetti legati alla vicenda. Nello specifico la capo di gabinetto del ministro Nordio, Giusi Bartolozzi, la quale potrebbe essere processata in via ordinaria, lasciando aperta la porta a un coinvolgimento indiretto dei ministri.
NESSUNA INDAGINE A CARICO DI GIUSI BARTOLOZZI
Ad oggi Giusi Bartolozzi non è indagata per il caso Almasri. Non essendo direttamente coinvolta nel procedimento non c’è nessuna ipotesi di reato a carico della capo di gabinetto, ma non si può escludere che la Procura di Roma possa valutare il ruolo svolto da lei o da altri soggetti nella vicenda, per i quali si seguirebbe il percorso della giustizia ordinaria.
COSA C’È NEGLI ATTI TRASMESSI DAL TRIBUNALE DEI MINISTRI SU GIUSI BARTOLOZZI
Negli atti trasmessi dal tribunale dei ministri al Parlamento risulta una mail di Luigi Birritteri capo del dipartimento degli affari di giustizia del Ministero di via Arenula a cui la Bartolozzi risponde: “Ero stata informata. Massimo riserbo e cautela anche nel passaggio delle informazioni. Meglio chat su signal. Niente per e-mail o protocollo ma solo per posta riservata anche interna. Grazie”. La sua posizione davanti ai magistrati è stata ritenuta “mendace” negli atti. La capa di gabinetto non avrebbe sottoposto la bozza del provvedimento che avrebbe consentito di evitare la scarcerazione di Almasri al Ministro, Bartolozzi ha raccontato “non aver ritenuto opportuno sottoporgli quella bozza”. Anche se con il ministro si sentivano quaranta volte al giorno.
IL COSTITUZIONALISTA CURRERI: ILLEGITTIMA LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DEI MINISTRI
“Il Tribunale dei ministri si concentra solo sul ruolo dei ministri, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e su quello del sottosegretario Alfredo Mantovano, stralciando invece la posizione di Giusi Bartolozzi per cui si avvierà un processo ordinario. Non è legittimo” lo dice Salvatore Curreri costituzionalista e docente all’Università di Enna sul Foglio. “La procura avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione anche nei confronti della capo di gabinetto del ministero della Giustizia, come dice la legge”. Secondo il costituzionalista si sarebbe dovuta seguire la legge: “la legge dice che le Camere devono poter valutare anche la posizione di questi soggetti, pienamente coinvolti, anche se non fanno parte del governo”. Se come ha lasciato intendere il Presidente dell’Anm Cesare Parodi, la posizione di Giusi Bortolozzi potrebbe essere stralciata e si potrebbe agire senza passare dal Parlamento, sarà l’unica a processo “un anello debole” sostiene Curreri. Perché i ministri avranno l’immunità parlamentare. “Anche per questi soggetti, come può essere Bartolozzi, la Camera deve essere coinvolta per valutare se sussiste un preminente interesse pubblico. Credo che la procura avrebbe dovuto seguire questa strada”, conclude il costituzionalista.