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Gallipoli overtourism

A Gallipoli non è overtourism. Parla il sindaco Minerva: “Problemi sì, ma non emergenza”

La cittadina balneare di Gallipoli è una delle mete turistiche italiane più ambite. Il che la espone ogni anno al rischio di overtourism, specie nel mese di agosto. Il punto sull’evoluzione dei flussi nel centro salentino con il sindaco Stefano Minerva 

Nel 2012 Gallipoli attirava poco più di 300.000 turisti l’anno, secondo i numeri riportati da Gambero Rosso tratti dall’Osservatorio Regionale del Turismo. Solo sette anni dopo, nel 2019, le presenze avevano superato quota 700.000. Nel 2023, la città si è avvicinata al milione di visitatori, un numero impressionante se si considera che Gallipoli conta circa 20.000 residenti, di cui appena 4.000 nel centro storico. Durante l’estate, la popolazione può arrivare a oltre 50.000 persone al giorno, creando una forte pressione su risorse fondamentali come l’acqua, la gestione dei rifiuti, le fognature e la viabilità.

Ma per il sindaco Stefano Minerva parlare di overtourism è esagerato: “L’overtourism c’è solo nel mese di agosto, nel resto dell’anno i turisti sono spalmati bene. Ad agosto i numeri decuplicano e si sente il peso delle tante presenze in una città di 20mila abitanti”.

IL NODO DELLA NORMATIVA NAZIONALE

Il primo cittadino individua nei limiti imposti dalla normativa nazionale uno dei principali ostacoli alla gestione dei flussi: “Se non cambiano le norme nazionali per le città turistiche è complicato: abbiamo vincoli di spesa che non ci permettono di aumentare il personale a tempo determinato, siamo limitati nei fondi per la pulizia del paese, i dipendenti comunali sono sempre gli stessi mentre le attività prolificano”

Un po’ di disagi ci sono, ammette il sindaco. Ma sul punto Minerva entra nel dettaglio: “C’è una legge nazionale che vincola i bilanci delle città alla spesa per assunzioni temporanee. Se sono un paese turistico, ho i conti in ordine ma non posso spendere più di 200mila euro all’anno per il tempo determinato, con questa cifra non prendo neanche 15 vigili in più o 100 operatori ecologici. Il PEF sulla Tari è legato alle entrate della Tari, ma io le ho con chi vive a Gallipoli; poi ad agosto ho un’orda di giovani e famiglie che decuplica la popolazione e produce rifiuti”.

LA SOLUZIONE È PIÙ PERSONALE A TEMPO DETERMINATO

Secondo il sindaco, per i comuni turistici serve “aumentare la possibilità di spesa per assunzioni a tempo determinato e lo svincolo dei PEF per il numero di operatori ecologici”. Una scelta di priorità: “Invece di asfaltare tre strade in più, l’estate prendo dieci vigili e venti spazzini in più, tengo la città pulita e faccio fare più turni alla polizia locale”.

L’IMMAGINE DELLA CITTÀ

Sul fronte dell’immagine, Gallipoli ha vissuto stagioni difficili. L’anno scorso la polemica con Briatore aveva spinto Minerva a una difesa della città, spesso tirata in ballo per un tipo di turismo incontrollato. Su questo fronte l’impegno del Comune è stato quello di diversificare l’offerta turistica e orientarla verso target diversi. “Per anni c’è stato un danno di immagine perché si parlava di turismo “cafone”, ma abbiamo fatto un lavoro per ridurlo”.

YOUNG TOURISM, NON OVERTOURISM

La definizione più corretta sarebbe, dunque, quella di young tourism: “Quando escono dalla discoteca 3 o 4mila giovani fanno casino, ma dire che c’è un problema di overtourism a Gallipoli non me la sento”.

Nel complesso, secondo il primo cittadino del centro salentino, oggi il modello turistico è cambiato. “Nel centro storico c’è un turismo più di qualità, con B&B dai prezzi più alti che selezionano la clientela; alla Baia Verde invece i prezzi sono più bassi. Negli ultimi 12 anni siamo passati da un turismo balneare ad altri turismi: culturale, gastronomico, della mobilità lenta con il parco naturale. Luglio e agosto restano i mesi del balneare, ma ora anche ad agosto abbiamo un buon numero di famiglie e giovani italiani, mentre nei mesi di aprile, maggio, giugno e ottobre arrivano molti stranieri”.

 

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