Sergej Kirienko, vice capo dello staff di Putin e stratega della guerra in Ucraina. Ex riformatore, oggi tecnocrate e promotore della linea dura del Cremlino: è lui l’uomo più ascoltato dallo zar in vista del vertice di Ferragosto
Il vertice di Ferragosto in Alaska tra Trump e Putin si terrà alle 21.30 ore italiane. Tema centrale sarà la risoluzione della crisi in Ucraina ma in ballo anche il controllo delle armi nucleari, le sanzioni e lo scambio dei territori. Dietro la strategia russa, ci sarebbero i consigli del fedelissimo dello zar Sergej Kirienko, vice capo dello staff del presidente e fautore della linea più oltranzista verso la guerra in Ucraina, a differenza di Dmitri Kozak allontanato da Putin proprio per le critiche all’invasione.
Tra i temi del vertice oltre alla fine della guerra in Ucraina altre questioni legate alle armi atomiche e alla cessione di territori. “Non ci sarà un’intesa senza il via libera dell’Ucraina” ha assicurato Trump nella videocall di ieri tra lui, Zelenksy e i leader europei.
CHI È SERGEJ KIRIENKO
Fedelissimo di Putin ed eminenza grigia dello zar, Sergej Kirienko, 63 anni, è vice capo dello staff del presidente Putin ma anche suo braccio destro. Secondo il New York Times ha gestito negli ultimi anni tutti gli aspetti politici della guerra in Ucraina adottando una linea dura, estendendo il controllo del Cremlino su internet, legittimando l’occupazione di territori da parte della Russia e costruendo la propaganda militare.
Un tempo riformatore, è ora un tecnocrate, come lo ha definito il giornale americano. È cintura nera di sesto grado in aikido con uno spiccato l’interesse in Metodologia, una scuola filosofica del periodo sovietico secondo cui “la società può essere progettata, gestita e trasformata dall’alto”. Nel 1998 a 35 anni è Primo ministro durante la presidenza di Boris Eltsin e quando Putin nel 2000 diventa per la prima volta presidente, va a lavorare per il Cremlino. Nel 2005 è presidente di Rosatom, l’agenzia nucleare russa per 11 anni. Nel 2016 è primo vice capo di gabinetto del presidente. Promotore del referendum (non riconosciuto dalla comunità internazionale) con cui la Russia sostiene di aver annesso i territori invasi, è ritenuto tra i principali responsabili della campagna di persecuzione ed esilio dei russi contrari alla guerra.
LA DELEGAZIONE RUSSA AL VERTICE DI FERRAGOSTO
Il vertice di Ferragosto nella base area di Elmendorf-Richardson ad Anchorage, in Alaska, si terrà alle 11.30 ora locale, 21.30 ore italiane. A seguito ci sarà una conferenza stampa congiunta. La delegazione russa di Vladimir Putin sarà composta da 3 ministri e due consiglieri presidenziali tra cui Yuri Ushakov, il consigliere per gli investimenti stranieri Dmitriev e i ministri degli Esteri Lavrov, della Difesa Belousov e delle finanze Siluanov.
I TEMI DEL VERTICE
Il tema centrale sarà la risoluzione della crisi ucraina cui seguiranno altri punti come il mantenimento della pace e della sicurezza, il futuro della cooperazione bilaterale nel settore economico e commerciale e gli accordi sul controllo delle armi nucleari (Il trattato New Start sul controllo degli armamenti tra Mosca e Washington scadrà a febbraio e dovrà essere rinnovato). Bisognerà riallacciare il dialogo sulla non proliferazione delle armi atomiche e la gestione della guerra sottomarina che da anni si combatte nell’Artico per ragioni energetiche.
ll presidente Usa Donald Trump sta facendo “sforzi energetici e sinceri” per una pace negoziata in Ucraina, ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti, alla vigilia del summit. Secondo il Telegraph Trump cercherà di offire a Putin l’accesso russo a minerali e terre rare in Alaska e a revocare alcune sanzioni all’industria aeronautica a Mosca. “Se dopo venerdì Putin non accetterà di fermare la guerra in Ucraina, affronterà gravi conseguenze” ha avvertito il tycoon. L’Ucraina anche se non presente sarà parte del bilaterale, “non ci sarà un’intesa senza il via libera dell’Ucraina” ha assicurato Trump nella videocall di ieri tra lui, Zelenksy e i leader europei.
Crediti immagine: World Economic Forum