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Lo Russo Iren

Il risiko di Lo Russo su Iren: Torino punta al trono

Il sindaco di Torino prepara la mossa per azzerare i vertici e imporre un ad plenipotenziario. La battaglia con Genova e l’Emilia riapre lo storico risiko di potere

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, vorrebbe mettere le mani sulla poltrona di numero uno di Iren. Il primo cittadino torinese vorrebbe nominare un nuovo ad con pieni poteri e potrebbe spingersi addirittura a chiedere un azzeramento dei vertici dell’utility, secondo indiscrezioni di Lo Spiffero, nonostante il recente rinnovo. L’ultimo capitolo di uno storico scontro di potere tra Genova, Roma e Torino che potrebbe cambiare nuovamente gli equilibri del gruppo e mettere a rischio il patto parasociale tra i principali soci pubblici: Genova, Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Città Metropolitana di Torino.

IL PIANO DI LO RUSSO PER IREN

Lo Russo vorrebbe azzerare i vertici di Iren per dare a Torino il controllo completo sull’utility. Il sindaco starebbe già lavorando alla costruzione di un asse privilegiato per aumentare il peso torinese nella governance di Iren, secondo Lo Spiffero. Difficilmente il nuovo ad plenipotenziario sarà l’attuale presidente del gruppo, Luca Dal Fabbro, secondo fonti del giornale vicine a Palazzo Civico.

Per portare a termine il piano, Lo Russo punterebbe sul vice sindaco di Genova, Alessandro Terrile, che gestisce le deleghe a Bilancio e Partecipate. Una strategia che Gianni Maria Stornello, commercialista vicino all’enturage del sindaco, avrebbe riferito in colloqui riservati, secondo il giornale.

IL TRIUMVIRATO DI IREN

L’ultima tornata di nomine ha consegnato al presidente di Iren un ruolo maggiore rispetto al passato, ai danni dell’amministratore delegato. Luca Dal Fabbro, in quota Torino, ha infatti deleghe di peso: Comunicazione, Relazioni Esterne, Internazionalizzazione, Public Affairs, Progetti Strategici, Affari Regolatori, Innovazione, Finanza e Investor Relations.

L’ad Gianluca Bufo, in quota Genova, invece, si deve accontentare di controllare le unità business, Amministrazione, Finanza Ordinaria, Controllo e Affari Legali. L’Emilia-Romagna è rappresentata invece dal vicepresidente Moris Ferretti, responsabile di Affari Societari, Csr, Comitati Territoriali, Personale e Organizzazione. Una formazione che per la prima volta rappresenta tutte e tre le realtà che convivono nel gruppo. Una scelta spinta dall’arresto di Paolo Emilio Signorini, ex ad scelto da Genova.

TORINO VUOLE PRENDERE TUTTO

Torino è la vincente indiscussa dell’ultima tornata di nomine di Iren, ma per Lo Russo non sarebbe abbastanza. Il peso della capitale piemontese è particolarmente rilevante nelle controllate del gruppo. Enzo Lavolta (sfidante di Lo Russo alle primarie), si è aggiudicato la poltrona di presidente di Iren Ambiente, affiancato da Eugenio Bertolini (Reggio Emilia) e Stefano Borotti (Piacenza). I torinesi Cristina Battaglia e Giuseppe Bergesio siedono rispettivamente sulle poltrone di presidente e ad di Iren Energia. Inoltre, hanno fatto il loro ingresso nei board di Iren Mercato e Ireti Giulio Prando, commercialista dello studio Bava di TorinoIn Ireti e Ettore Bompard, professore del Politecnico di Torino. Senza dimenticare l’ingresso nel board di Iren delle professoresse universitarie Francesca Culasso e Giuliana Mattiazzo.

A SETTEMBRE L’INCONTRO CON I VERTICI
A settembre Lo Russo incontrerà i vertici di Iren per definire il piano industriale. L’annuncio è arrivato ieri per bocca dello stesso primo cittadino di Torino, che in un’intervista a La Stampa ha offerto un primo scorcio sui piani di Iren per il futuro, mettendo l’accento sul clima di collaborazione che accomuna i vertici del gruppo.

Futuro che, secondo il giornale invece, non prevederebbe un nuovo cambio ai vertici prima della scadenza naturale del mandato. È in arrivo una guerra per il trono di Iren o gli equilibri di potere nell’utility resteranno immutati fino al 2028? Solo il tempo potrà dirlo.

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