Si prospetta una seconda mozione di sfiducia per la presidente della Commissione Ue nel giro di poche settimane, L’accusa alla von der Leyen è di arrendevolezza verso il tycoon per l’accordo sui dazi al 15%. La Sinistra Ue condanna l’assenza di una presa di posizione su Gaza, mentre Le Pen si scaglia contro l’accordo col Mercosur. Von der Leyen ce la farà anche questa volta?
C’è un punto di convergenza tra sinistra e destra europea ed è la mozione di sfiducia verso la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. A proporla è la Sinistra Ue (The Left), il gruppo che raccoglie anche Sinistra Italiana ed il Movimento 5 stelle a cui si aggiungono anche due lettere formali di richiesta chiarimenti, da socialisti (S&D) e liberali (RE).
Tra le motivazioni, la mancanza di una posizione netta su Gaza, l’intesa sui dazi Usa-Ue, l’arretramento sul Green Deal e gli accordi con il Mercosur. Questa settimana è atteso il tradizionale discorso sullo stato dell’Unione e la mozione di sfiducia. Bastano 72 voti, il 10% dei componenti dell’Aula, perché si aggiunga all’ordine dei lavori: se si raggiungesse il numero legale se ne discuterà in sessione plenaria a ottobre.
LE ACCUSE SUI DAZI
L’accordo sui dazi di fine luglio non piace, più che un accordo è una resa a Trump o “un atto di vassallaggio nei confronti di Washington”, secondo la capogruppo della Sinistra Ue, Manon Aubry. “La guerra di dazi è illegale, ingiusta e inaccettabile” riferiscono i socialisti attraverso la portavoce Utta Tuttlies, così come i Verdi che chiedono il meccanismo anti-coercizione contro gli Stati Uniti.
Anche i Socialisti&Democratici, secondo gruppo dell’Eurocamera, la pensano allo stesso modo: “Ci opponiamo fermamente all’accordo”, ha dichiarato la presidente Iratxe García Pérez, avvertendo che Trump “sfrutterà ogni segno di debolezza per intensificare la guerra commerciale”.
LA SITUAZIONE A GAZA
Dalla destra non sembrano esserci aperture mentre il gruppo socialisti e democratici (S&D) ha inviato alla Presidente una lunga lettera sollecitandola a prendere una posizione netta: “La catastrofica situazione umanitaria a Gaza sta mettendo alla prova la credibilità dell’Ue. La continua inazione della Commissione di fronte a palesi violazioni del diritto internazionale e umanitario è intollerabile. (…) Qualsiasi misura meno incisiva comprometterebbe la posizione dell’Ue come difensore globale del diritto internazionale”.
Sul Green Deal la decisione di von der Leyen a fine giugno di ritirare la proposta di direttiva per combattere il “greenwashing” ha diviso il Parlamento. Fra i sostenitori dello stop alla direttiva, che aveva come obiettivo quello di proteggere i consumatori da pratiche commerciali sleali e spingere le aziende alla trasparenza nelle comunicazioni ambientali, c’era la preoccupazione di caricare le imprese di oneri burocratici.
ANCHE L’ACCORDO SUL MERCOSUR SOTTO ATTACCO
La ratifica del trattato Mercosur unisce Sinistra Ue e Patrioti che manifestano la contrarietà. La leader di Rassemblement National, Marine Le Pen si oppone a un accordo che “avrebbe conseguenze devastanti per l’agricoltura francese”. Ma dalla dirigenza della Sinistra fanno sapere che le firme dell’estrema destra “non sono benvenute”.
Da ambo le parti, il Mercosur viene definito un accordo che sacrifica gli agricoltori europei, la salute e l’ambiente sull’altare dei profitti aziendali e che costringerà le aziende europee a competere con importazioni prodotte con standard di lavoro, salute e ambiente più deboli, minacciando la sovranità alimentare e con il rischio di inondare i mercati europei con prodotti trattati con pesticidi e pratiche agricole vietate nell’UE.
LE MOZIONI
Per presentare la mozione servono 72 voti ma la Sinistra Ue (cui appartengono anche M5S, Verdi e indipendenti) ha solo 46 deputati. La capogruppo della Sinistra Aubry ha chiamato all’azione: “C’è chi da mesi si lamenta di von der Leyen ma non fa nulla. Ora c’è un testo, che arriva da sinistra e che mette al centro Gaza e i dazi come ragioni principali: chi non lo sosterrà dovrà spiegarlo”.
La sinistra radicale ha avviato la raccolta firme e lo stesso ha iniziato a fare il gruppo dei Patrioti per l’Europa. Per ora nessuno dei due sembra essere intenzionato a sostenere l’una o l’altra mozione. La volta precedente la mozione fu respinta con 360 voti contrari, 175 a favore e 18 astensioni.