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Scudo penale per medici: cosa cambia e quali tutele prevede

Approvato dal Cdm lo scudo penale per gli operatori sanitari. Ecco cosa cambia e di quali tutele potranno beneficiare i medici

Il Cdm ha approvato il disegno legge delega al governo in materia di professioni sanitarie e disposizioni sulla responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, che prevede la punibilità dei medici solo per “colpa grave”.

Si tratta del cosiddetto “scudo penale” per i medici. Come hanno sottolineato i ministri della Salute e della Giustizia Orazio Schillaci e Carlo Nordio, si tratta di un tentativo di restituire serenità – non impunità – agli operatori, cercando di limitare gli effetti disastrosi della medicina difensiva.

COS’È LO SCUDO PENALE PER GLI OPERATORI SANITARI

Il disegno di legge delega ora introduce in modo strutturale lo scudo penale, limitando le conseguenze penali per l’operatore ai casi di dolo o colpa grave.

Non si tratta di una prima volta: lo “scudo” è stato sperimentato già all’epoca del governo Draghi per tutelare il personale impegnato nelle vaccinazioni nel pieno dell’emergenza Covid.

COME SI DETERMINA LA “COLPA GRAVE”

Nell’accertamento di quest’ultima, incidono criteri come l’adesione ai protocolli medici, le condizioni di lavoro, l’urgenza e il contesto organizzativo in cui si sono verificati i fatti.

Il ddl precisa infatti che “nell’accertamento della colpa o del suo grado si tiene conto della scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, delle eventuali carenze organizzative, quando la scarsità e le carenze non sono evitabili da parte dell’esercente l’attività sanitaria, della mancanza, limitatezza o contraddittorietà delle conoscenze scientifiche sulla patologia o sulla terapia, della concreta disponibilità di terapie adeguate, della complessità della patologia o della concreta difficoltà dell’attività sanitaria, dello specifico ruolo svolto in caso di cooperazione multidisciplinare, nonché della presenza di situazioni di urgenza o emergenza”.

CONTRASTARE LA “MEDICINA DIFENSIVA”

Lo scopo della misura è la prevenzione della cosiddetta medicina difensiva, ossia la prescrizione di esami e visite costosi e inutili o, al contrario, la mancata indicazione di una cura o terapia, al fine di prevenire il rischio di un’eventuale denuncia, anche a costo della salute del paziente.

Peraltro gli esami allungano i tempi di attesa e che hanno un costo medio di 11 miliardi l’anno, per non parlare delle 35mila denunce contro il personale medico, la quasi totalità, il 97-98% delle quali finisce con un’archiviazione o un proscioglimento.

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