Da Varsavia un punto sulla dinamiche interne, dopo che 19 droni russi hanno violato lo spazio aereo polacco e il governo polacco ha risposto dispiegando 40mila soldati al confine orientale: un di unità nazionale per Nawrocki e Tusk
Nella notte tra il 9 e il 10 settembre lo spazio aereo polacco è stato violato per 19 volte da droni attribuiti alla Federazione Russa. Si è trattato della p iù massiccia incursione nello spazio aereo polacco dalla fine della Seconda guerra mondiale, e probabilmente uno degli eventi più gravi nella storia della NATO.
Gran parte dei droni è stata abbattuta da caccia polacchi e olandesi, coadiuvati da un ricognitore italiano e con l’ausilio del sistema antimissile tedesco Patriot. Il governo polacco ha risposto dispiegando 40mila soldati al confine orientale con Russia e Bielorussia, anche in considerazione delle imminenti esercitazioni Zapad 2025, che il premier considera a carattere offensivo.
UN INIZIO DI PRESIDENZA TURBOLENTO PER NAWROCKI
Il primo mese di presidenza del nazional conservatore Karol Nawrocki, uscito vincitore dalle elezioni presidenziali di giugno e insediatosi il 6 agosto, era stato caratterizzato da un aspro confronto con la coalizione di maggioranza centroliberalprogressista guidata da Donald Tusk.
UNITÀ DI FRONTE ALLA MINACCIA
Come accaduto altre volte in passato, in situazioni di pericolo la Polonia è riuscita a fare fronte comune. Ecco quindi che di fronte alla minaccia giunta dal cielo, Tusk e Nawrocki si sono trovati a lavorare insieme e già dopo poche ore avevano inoltrato la richiesta di attivazione dell’articolo 4 della NATO, che prevede le consultazioni tra gli alleati.
UNITÀ DI FRONTE ALLA MINACCIA
L’analisi dei detriti ha rivelato che i droni coinvolti erano dei Gerbera, delle versioni più economiche e meno sofisticate degli Shahed iraniani in dotazione all’esercito russo. La gran parte proveniva dallo spazio aereo bielorusso, ed è interessante notare come le autorità di Minsk abbiano avvisato i colleghi polacchi (e lituani) che alcuni velivoli si stavano dirigendo verso di loro.
Nei palazzi di Varsavia, indifferentemente dal campo politico, non c’è dubbio che quella che si è consumata la notte tra il 9 e 10 settembre sia stata una provocazione russa, che si inserisce in un clima di crescente tensione. Nelle ultime tre settimane altrettanti droni attribuiti a Mosca si erano già schiantati nelle campagne polacche. Da oggi fino al 16 settembre sono inoltre in programma gli Zapad 2025, esercitazioni militari congiunte russo-bielorusse (a cui si contrappongono gli Iron Defender 25 della NATO).
LE PAROLE DI TUSK E DEL VICEPREMIER
Tusk già nella mattinata del 10 settembre aveva parlato di atto di aggressione: “Oggi dobbiamo dire a gran voce e chiaramente all’intero mondo occidentale e ai nostri alleati che questo è un confronto che la Russia ha dichiarato direttamente all’intero mondo libero. Questo messaggio deve finalmente raggiungere tutti”.
“È stata una prova di unità nazionale” ha affermato il vice primo ministro e ministro della Difesa nazionale Władysław Kosiniak-Kamysz al Sejm, riferendo quanto accaduto. Il vicepremier ha inoltre sottolineato che, a differenza di molti momenti storia, “quella notte la Polonia non era sola”.
“Eravamo con i nostri alleati della NATO, con i nostri amici ucraini e di altri paesi come l’Australia. L’aeronautica militare olandese operava nel nostro spazio aereo, gli italiani operavano al nostro fianco e le forze tedesche ci supportavano con le loro batterie Patriot, dispiegate intorno all’aeroporto di Jasionka”, ha dichiarato.
LE INTENZIONI DI PUTIN
L’idea che circola maggiormente a Varsavia è che Putin abba inteso saggiare la rapidità di risposta delle difese occidentali, non solo da un punto di vista militare ma anche da quello politico. Lo esprime bene Nawrocki: “Questa era una provocazione intesa a testare non solo la nostra capacità militare, ma anche la capacità della leadership politica della Polonia – il presidente e il primo ministro – di reagire, nonché il funzionamento dei meccanismi di risposta della NATO. Vi ringrazio perché abbiamo tutti superato il test”.
NAWROCKI IN CONTATTO CON TRUMP
Il neopresidente polacco ha parlato telefonicamente in serata con Donald Trump, con cui aveva parlato di persona sette giorni prima alla Casa Bianca. In quell’occasione Trump aveva assicurato amicizia e protezione alla Polonia. I dettagli della telefonata dell’altro ieri non sono stati resi noti ma se
c’è una fonte di preoccupazione in Polonia sono i deboli segnali lanciati dal presidente americano rispetto all’accaduto.
“Cos’è questa storia della Russia che viola lo spazio aereo polacco con i droni? Eccoci qua!” è stato il criptico commento rilasciato alla piattaforma Truth dopo ore di silenzio. Un messaggio di difficile interpretazione che lascia più di un punto interrogativo.