Le proposte, e le preoccupazioni, della filiera del tabacco: la presentazione del Rapporto sulla distribuzione dei prodotti da fumo e non da fumo
La filiera dei prodotti da fumo e non da fumo trasferisce alle casse dello Stato circa 15 miliardi di euro tra IVA e accise, con un aumento della quota di mercato dei prodotti senza combustione passata dal 4% del 2019 al 18% nel 2024. I dati arrivano dal Rapporto sulla distribuzione dei prodotti da fumo e non da fumo, che delinea lo stato e l’evoluzione del settore nel 2024, presentato da Legista.
La filiera, alla presenza del ministro per gli affari europei Tommaso Foti, ha espresso preoccupazione in vista delle revisioni delle normative Europee e internazionali, e ha chiesto regole equilibrate. “Italia, Grecia, Romania hanno posto un “secco no” alla proposta di direttiva europea perché l’aumento delle accise porterebbe a rincari anche per i prodotti a tabacco riscaldato e sigarette elettroniche, già classificati diversamente dalle normative nazionali” spiega il ministro per gli Affari Europei Foti.
Preoccupazione ribadita dall’on. Avv. Federico Freni, sottosegretario all’Economia: “Non possiamo perdere 15 miliardi di gettito”. La direttiva sulle accise deve avere una visione ampia, la salute pubblica merita rispetto ma anche la sostenibilità della filiera” ha detto Federico Rella, vicepresidente Logista Italia. Su posizioni analoghe che il Dott. Stefano Mariotti (Amministratore Delegato di Manifatture Sigaro Toscano): “La direttiva sulle accise spinta dal principio della salute pubblica genererebbe distorsioni nel mercato con un aumento del contrabbando”.
LA NORMATIVA ITALIANA DEL COMPARTO E LE PREOCCUPAZIONI PER LE DIRETTIVE EUROPEE
Sul piano europeo, le Direttive sulla fiscalità (TED) e la c.d. Direttiva “Prodotto” (TPD) hanno controllato l’uso dei prodotti del tabacco e della nicotina nell’ottica di tutelare la salute dei cittadini e attrarre investimenti. Oltre all’aggiornamento del quadro italiano si è aperta la fase di revisione della normativa UE di settore e a novembre 2025 inizierà l’undicesima conferenza delle Parti (COP) della Convenzione Quadro per il controllo del Tabacco dell’OMS (FCTC).
“Basiamoci su studi scientifici e non su opinioni giornalistiche” aggiunge, con uno sguardo alla COP 11 di novembre: “Non abbiamo i numeri per un’azione di blocco sulle direttive. E’ importante tenere aperto il dialogo internazionale e non favorire il contrabbando”, avverte il ministro Foti. Un costo e un rischio che l’Italia non può permettersi come ricorda l’On. Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle finanze: “Non voglio perdere 15 miliardi di gettito sul bilancio stato. La cifra “-15″ non ci può stare, servono per la legge di bilancio media che si aggira intorno ai 30/35 miliardi”.
La proposta del sottosegretario è quella di valorizzare le economie di filiera e spiegare in Europa che la stabilità della regolazione e della tassazione è un valore. “Se qualcuno vuole combattere l’illegalità aumentando la tassazione non va bene. Se un pacchetto costa 10 euro si favorisce il contrabbando, l’illegalità aumenta se aumenta l’imposizione fiscale”.
ITALIA ESEMPIO IN EUROPA
L’Italia nel settore, secondo i rappresentanti della filiera, rappresenta un modello da imitare per l’Europa in materia di quadro normativo, fiscale e buona regolamentazione delle categorie. “In Italia abbiamo 44 mila persone e 8 mila aziende – dice Pasquale Frega, Ad di Philip Morris Italia -. Qui c’è grande chiarezza e prospettive, con 34 miliardi di investimenti rispetto ai 22 di Francia e Germania”. Il nostro paese ha combattuto e vinto la lotta al contrabbando di sigarette. “La Francia ha un illecito che ha raggiunto il 40%” sottolinea il Dott. Fabio de Petris (Presidente e Amministratore Delegato, BAT Italia). “La filiera tabaccai è un presidio di legalità sul territorio, le agenzie delle dogane fanno governance nel settore e il governo ha abbracciato la strategia di “tobacco reduction” aggiunge. Secondo il Dott. Jacob Wahnon Bunan (Country Manager, Imperial Brands Italia) “il sistema Italia deve essere preservato. In Spagna il sistema delle accise è imprevedibile, genera incertezza e questo è un blocco per investitori e innovazione”.
LE ANALISI DELL’UNIVERSITA’ TOR VERGATA
Il Professor Pasquale Lucio Scandizzo dell’Università Tor Vergata di Roma presenta i dati della ricerca dell’Università di Tor Vergata. Il settore ha generato 95 miliardi di euro nel 2024, pari al 4,83% del Pil, con oltre 1 milione di addetti ai lavori e ricavi complessivi di 245 miliardi di euro: circa il 10% del Pil. Con uno spillover su altri settori e filiere. Logista è il principale distributore regolamentato in Italia, con un’infrastruttura di 4 hub, 90 transit point e 60 mila punti vendita. “Distribuiamo in 8mila comuni sul territorio nazionale – ha detto Federico Rella vicepresidente Legista Italia -. In Italia il settore è un esempio per l’Europa. Dal rapporto emergono le tematiche da approfondire soprattutto quelle fiscali: uno dei punti è il mantenimento di un sistema fiscale equilibrato che possa programmare investimenti ed essere attrattivo per Italia, regolamentare i prodotti, compresi i nuovi, e dare certezza ai rivenditori. Anche la lotta al contrabbando è sempre attuale, un nemico invisibile in cui dietro c’è la malavita organizzata”.