Skip to content

ads
Moldavia Maia Sandu

Come sono andate le elezioni in Moldavia

Le elezioni parlamentari moldave si chiudono con la vittoria del PAS e un sospiro di sollievo, tanto a Bruxelles quanto tra gli europeisti dentro e fuori il Paese. A fare la differenza sono proprio i residenti all’estero — un quinto della popolazione moldava — che hanno spinto il partito di Maia Sandu oltre la soglia della maggioranza assoluta

Questa mattina si è concluso lo spoglio elettorale per le elezioni parlamentari tenutesi lo scorso weekend, il 28 settembre, in Moldavia. La vittoria è andata al Partito d’Azione e Solidarietà (PAS), forza filoeuropea guidata dalla presidente Maia Sandu che ha conquistato circa il 50% dei voti, superando il principale partito filorusso, il Blocco Patriottico, fermo invece al 24,26%.

L’ELETTORATO ALL’ESTERO SPINGE IL PAS OLTRE LA SOGLIA DI MAGGIORANZA

I dati ufficiali forniti dalla Commissione Elettorale Centrale rivelano che il Partito d’Azione e Solidarietà (PAS) si è attestato al 50,14 %, aggiudicandosi 55 seggi su 101 — otto in meno rispetto ai 63 detenuti nel parlamento uscente. A seguire, il Blocco Patriottico dell’ex presidente Igor Dodon ha raccolto il 24,26 %, conquistando 26 seggi. Dieci seggi andranno al Blocco Alternativo (BA), una forza emergente europeista; sei a Il Nostro Partito (PN – Partidul Nostru) guidato dal filorusso moderato Renato Usatîi; quattro seggi alla lista civica Democrazia in Patria (Democrația Acasă) che ha ottenuto il 5,72%.

Il voto dei cittadini moldavi residenti all’estero sembra aver giocato un ruolo cruciale nel risultato di queste elezioni. Infatti, per la prima volta quest’anno, in Moldavia è stato introdotto il voto per corrispondenza e, secondo fonti vicine alla Commissione Elettorale, sarebbero stati proprio “i voti della diaspora” a spingere il PAS oltre il 50%. Un esito che sorprende se confrontato con i risultati del referendum per l’ingresso nell’Unione Europea, tenutosi in Moldavia circa un anno fa. Allora le forze europeiste avevano vinto per un soffio, con appena il 50,4 % dei consensi, lasciando presagire un contesto elettorale molto più incerto di quello invece emerso oggi.

INGERENZE DA MOSCA: IL FRONTE FILORUSSO CONTESTA IL VOTO

La giornata elettorale si è svolta in un clima piuttosto teso: falsi allarmi bomba nei seggi, cyberattacchi attribuiti a Mosca contro la Commissione Elettorale, reti di influencers ingaggiati per destabilizzare l’opinione pubblica, campagne di disinformazione su Telegram e minacce ai seggi all’estero. Le autorità moldave hanno segnalato diversi episodi sospetti, soprattutto nei 12 seggi riservati agli elettori della Transnistria, la regione separatista dove la Russia mantiene ancora circa 1.500 soldati.

La presidente Maia Sandu ha parlato di “chiari tentativi di ingerenze russe”, mentre il leader filorusso Igor Dodon nega tutto, liquidando le accuse come una “caccia alle streghe”. Ha contestato i risultati elettorali, sostenendo che l’opposizione nel suo complesso avrebbe ottenuto la maggioranza, e ha convocato una manifestazione pacifica davanti al Parlamento.

Il quadro post-elettorale, insomma, resta tutt’altro chre privo di ostacoli. Pur trattandosi di una vittoria significativa per il PAS, diversi analisti ne mettono in luce le fragilità sul piano politico: le continue ingerenze russofone e una strutturale debolezza dello Stato di diritto — che in Moldavia si declina da anni in tensione tra potere politico e sistema giudiziario — potrebbero ostacolare la formazione di un governo pienamente operativo e stabile.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su