Con la legge di Bilancio dal primo gennaio 2026 arriverà un nuovo modulo della riforma dell’Irpef: la seconda aliquota, quella del 35% per chi ha un reddito che oscilla dai 28 ai 50 mila euro, scenderà dal 35 al 33%. I redditi sopra i 50mila euro saranno esclusi, ovvero il 7% dei contribuenti che da soli versano il 44% dell’Irpef complessiva. Cosa cambia e in cosa consiste questa novità.
CHI INTERESSA
Sono circa 12,6 su 40,4 milioni totali di contribuenti (il 31,2% del totale), quelli con i redditi dai 28mila euro in su. Come ha calcolato per il Corriere la Fondazione nazionale dei commercialisti, questa fascia di persone dichiara il 60,1% del reddito imponibile totale e versa il 78,6% dell’imposta netta totale. Questo abbassamento al 33% comporterà un risparmio massimo di 440 euro all’anno per chi ha un reddito lordo di 50 mila euro, vale 36 euro al mese, che diventano 40 euro l’anno per un imponibile di 30mila euro. Il beneficio massimo si trascinerebbe anche sui i contribuenti con più di 50mila euro.
IL BENEFICIO DAI 29MILA EURO IN SU’
La riduzione dell’aliquota del secondo scaglione di reddito dal 35 a 33% non porterebbe beneficio per chi rientra nel primo gradino dello scaglione, ovvero 28 mila euro di reddito, mentre il beneficio sarebbe comunque limitato a partire dai 29 mila euro. Dai 20 euro all’anno (1,7 euro mensili) fino a un massimo di 440 euro (36,7 euro mensili) per chi dichiara 50 mila euro o più. Secondo lo schema a cui sta lavorando il governo, sono esclusi dal risparmio i contribuenti che dichiarano da 20 a 28 mila euro.
LE RIDUZIONI
Chi guadagna 30 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 40 euro; chi ne guadagna 35 mila euro l’anno la riduzione dell’Irpef sarà pari a 140 euro; chi guadagna 40 mila euro l’anno la riduzione dell’Irpef sarà pari a 240 euro, chi guadagna 45 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 340 euro; chi guadagna 50 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 440 euro; chi guadagna 55 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 940 euro; chi guadagna 60 mila euro l’anno avrà una riduzione dell’Irpef pari a 1440 euro. La parte eccedente il tetto dei 50 mila euro viene tassata con l’aliquota del terzo scaglione, 43%.
Per limitare i costi della misura, che ammontano a 3 miliardi all’anno, il governo potrebbe abbassare lo sconto dell’Irpef per i redditi più alti con una franchigia di 440 euro sulle detrazioni o con altri meccanismi.
COME FUNZIONA DAI CUGINI D’OLTRALPE
Il calcolo dell’Irpef italiano appare anomalo confrontandolo con gli altri paesi d’Europa. In Italia ogni euro che supera i 50 mila viene tassato al 43%, in Germania, l’aliquota del 42% parte invece da 67 mila euro e resta valida fino a 278 mila, mentre in Francia quelle aliquote partono dagli 82 mila euro in poi. In Spagna tra i 35.201 e i 60 mila euro si paga il 37%, oltre questa cifra l’aliquota è del 45%. Le differenze sono evidenti nella busta paga: se un lavoratore con 100 mila euro di reddito lordo e due figli a carico in Italia versa il 37,4% del reddito, in Germania ne versa il 24% e in Francia il 9,8%.