Grandi movimenti in vista nel mercato dell’editoria: Elkann vende i principali quotidiani. Sul piatto ci finiscono La Stampa e la Repubblica, già individuati due potenziali acquirenti. L’affare sarebbe in dirittura d’arrivo: oggi l’incontro del cdr con la proprietà
La Stampa e la Repubblica, i due quotidiani del Gruppo GEDI, controllato dalla società di proprietà degli Agnelli, Exor, sarebbero in procinto di essere venduti. Per La Stampa il valore si aggira fra 50 e 60 milioni di euro, per Gedi si parla di 118 milioni.
Entrambi i quotidiani però hanno i conti in rosso: le perdite accumulate negli anni oggi ammontano a quasi mezzo miliardo. Nel frattempo, in questo quadro da Risiko, anche De Benedetti vende la sua creatura, Domani.
LA STAMPA AL GRUPPO NEM, REPUBBLICA ALLA GRECA ANTENNA TV
Per la vendita de La Stampa, Gedi ha avviato i colloqui con il gruppo Nem (Nord Est Multimedia) a cui la finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann aveva ceduto nel 2023 i quotidiani del Nord Est tra cui Il Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, Il Mattino di Padova e La Tribuna di Treviso.Direttore di Nem è Enrico Marchi, presidente di Save (gestisce gli aeroporti veneti incluso Marco Polo) e di Banca Finint. Nel gruppo sono presenti anche diversi imprenditori del Nord Est: i Benedetti, i Carraro, la Confindustria di Udine e Vicenza e i Banzato (Acciaierie Venete).
Mentre per Repubblica (Radio Deejay e Capital) si sono avviati contatti con il gruppo greco guidato da Kyriakos Kyriakou, editore di Antenna TV, fondata nel 1988 e sostenuta anche da finanziamenti provenienti dall’Arabia Saudita, oggi molto interessata a investire nei media europei.
CHI È ENRICO MARCHI
Il possibile acquirente de la Repubblica, Enrico Marchi, è uno degli imprenditori di maggior peso del nord-est. Laureato in Economia aziendale alla Bocconi, ha iniziato la sua attività nel 1980 fondando la Finanziaria Internazionale, diventata poi una holding di partecipazioni in tre aree di attività: servizi finanziari (Banca Finint), infrastrutture (Save) e-business process outsourcing (Finint Bpo). Dal 2000 è il numero uno di Save, società che, da gestore dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, si è trasformata in un gruppo di servizi nelle infrastrutture di mobilità. Da giovane mastica un pò di politica nel Partito Liberale con Valerio Zanone e Renato Altissimo, più tardi sarà anche assessore al Bilancio in provincia di Treviso. Il suo spirito guida è Warren Buffett, come riporta Il Foglio, “perché proprio come lui non vuol lasciare la provincia e allo stesso tempo parlare italiano”.
CHI È KYRIAKOS KYRIAKOU
Miliardario greco fa parte della potente famiglia di armatori con la società Athenian Sea Carriers Ltd e K Group, che possiede anche il gruppo televisivo Antenna Group (Ant1), realtà di rilievo nel panorama mediatico ellenico. Figlio di Minos Kyriakou, il fondatore e magnate greco con interessi che spaziavano dai media al trasporto marittimo e aereo.
QUANDO EXOR COMPRO’ LE TESTATE DALLA CIR DI DE BENEDETTI
La famiglia Elkann, come precisa Il Giornale, nel dicembre del 2019 acquistò il controllo del gruppo editoriale GEDI dalla CIR (Compagnie Industriali Riunite) dei fratelli De Benedetti. L’operazione costò 102,4 milioni di euro, con un prezzo di 0,46 euro per azione. Il valore di Repubblica nel 2019 si aggirava intorno ai 150 milioni, oggi ne vale appena 65 milioni. In questi 5 anni GEDI ha perso circa 158 milioni di euro, passando da un patrimonio netto di 226 milioni nel 2020 con debiti per 100 milioni a un patrimonio di 68 milioni con debiti raddoppiati a 200 milioni.
ANCHE DE BENEDETTI VENDE
Anche l’imprenditore Carlo De Benedetti vende il quotidiano Domani, lo aveva già annunciato a metà settembre. Lo prenderebbe una fondazione con una donazione iniziale di 4 milioni di euro. “La mia idea da sempre era che, quando il giornale fosse stato in equilibrio economico, l’avrei passato a una fondazione e oggi, cogliendo l’occasione del compleanno dei cinque anni, rispetto quella promessa”, ha detto De Benedetti. Anche in questo caso si tratta però di un’operazione complicata, dal momento che le perdite del giornale si aggirano attorno al milione, come aveva confermato lui stesso al sito specializzato Primaonline, aggiungendo però che avrebbe sperato di raggiungere il pareggio di bilancio entro un anno.