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Il piano del Governo per separare Anas da Fs: l’emendamento della Lega alla manovra 2026

Tre senatori della Lega (Minasi, Testor e Dreosto) presentano l’emendamento alla Manovra 2026 con cui si scorpora Anas da Fs. La storica società italiana delle strade tornerebbe così al ministero dell’Economia

Un emendamento tecnico alla Legge di bilancio 2026 presentato dalla Lega prevede la separazione di Anas da Fs, enunciandone i tempi e l’assenza di imposte dirette del trasferimento. Qualora rientrasse tra gli emendamenti “segnalati”, il provvedimento andrebbe incontro a una sicura approvazione in Senato. L’unione tra le due holding infrastrutturali fu realizzata nel 2018, sotto il Governo Gentiloni, che puntava forte sul progetto di integrare trasporto su rotaia e su gomma. Sette anni dopo il progetto è ormai considerato fallito.

UN DIVORZIO ANNUNCIATO

Il divorzio tra Anas e Fs era già stato anticipato da Repubblica il 26 ottobre preannunciando il lavoro dei tecnici delle due società per “pulire” i bilanci e preparare la separazione. L’obiettivo è chiaro: restituire ad Anas la sua autonomia, facendone la stazione appaltante per le opere e riportandola sotto la gestione diretta dello Stato.

Già nella Relazione sulla gestione finanziaria di Anas per il 2021, i giudici contabili definirono «complesso» il raggiungimento di sinergie operative con Fs. La difficoltà maggiore alla base della mancanza di integrazione sarebbe stata la diversa regolamentazione a cui devono sottostare i due enti: se il gruppo ferroviario opera con buona autonomia secondo logiche simili a quelle di una società privata, Anas deve muoversi nei limiti del Contratto di programma dello Stato.

COME AVVERRÀ LA SEPARAZIONE

L’emendamento prevede i tempi della separazione: a partire dall’approvazione del suo bilancio 2025, Ferrovie potrà trasferire al ministero dell’Economia tutte le azioni Anas “senza corrispettivo”, ovvero gratuitamente. L’emendamento prevede inoltre che tutti gli atti necessari all’operazione siano esclusi da imposte dirette, indirette e tasse. Il trasferimento avverrà tramite “girata dei certificati azionari”, l’assemblea degli azionisti di Fs ne delibererà e a questo punto la partecipazione in Anas sarà azzerata. Il patrimonio netto di Ferrovie si ridurrà di un importo pari al valore assegnato ad Anas al 31 dicembre 2025.

Viene mantenuta la continuità giuridica: il Consiglio di amministrazione di Anas rimane al suo posto fino alla naturale scadenza per garantire la stabilità nella fase di passaggio. Cambia il proprietario, ma Anas continua a operare e restano validi gli accordi e le convenzioni sottoscritte dalla società prima del trasferimento.

I VANTAGGI

L’obiettivo dietro l’emendamento è la restituzione ad Anas di una certa autonomia e competenze sulle strade provinciali. Ma lo scorporo tradisce un aspetto, che era quello originario: l’Italia non sa fare sistema. L’idea che basti una fusione per creare integrazione è fallace. Serve una regia infrastrutturale complessiva che qui è mancata. Ora Ferrovie si occuperà della sua materia sui binari mentre Anas della costruzione, gestione e miglioramento “della rete viaria statale”, allargando il raggio d’azione.

L’emendamento prevede infatti che possa diventare una “centrale tecnica” dello Stato per le infrastrutture stradali e se autorizzata, potrà intervenire anche su strade che oggi non fanno parte della sua rete (per esempio, le regionali o locali), aiutando enti e amministrazioni nella progettazione, nella gestione delle gare e nella realizzazione delle opere.

 

 

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