Si avvicina il giorno delle urne: sabato e domenica prossimi l’ultima tornata elettorale delle regionali, seggi aperti in Campania, Veneto e Puglia
Dopo Marche, Valle d’Aosta, Calabria e Toscana, il 23 e 24 novembre si chiude la lunga stagione delle regionali: all’appello mancano ancora Campania, Puglia e Veneto.
Il risultato, quasi certo in tutt’e tre i casi (i pronostici parlano di un 2-1 per il campo largo) dovrebbe portare anche a degli storici avvicendamenti, con il voto che segnerà anche la fine di un’era politica. La campagna elettorale in Campania è stata giocata tutta sul tesissimo passaggio di consegne tra Vincenzo De Luca e Roberto Fico, discorso analogo per la Puglia dove l’ingombrante Michele Emiliano si lancia ormai messaggi di pace con Antonio Decaro, mentre in Veneto il doge Luca Zaia, capolista in tutte le province, pur supportando Alberto Stefani, vuole giocare la propria partita.
I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CAMPANIA
La Campania vede le candidature di Roberto Fico per il campo largo e Edmondo Cirielli per il centrodestra. De Luca esce di scena – non prima di aver messo il figlio alla segreteria del Pd – e di essersi assicurato la presenza di qualche suo uomo di fiducia nella prossima giunta.
La truppa di centrosinistra sarà divisa tra Pd, M5S, Avs, Casa Riformista, Partito Socialista, Noi di Centro, più la lista “Fico presidente” e i deluchiani di “A testa alta”. Cirielli guiderà invece la coalizione composta da FdI, Forza Italia, Lega, Noi Moderati, Unione di Centro (UdC) e Democrazia Cristiana con Gianfranco Rotondi, oltre alle liste civiche a sostegno del candidato presente, che dovrebbero essere due.
Oltre ai due contendenti principali, la truppa dei candidati alla Regione qui è molto affollata, complice la fine dell’era De Luca. Tra nostalgici, critici del “consociativismo”, alternative più o meno radicali sono 8 gli outsider. Stefano Bandecchi con Dimensione Bandecchi, Giuliano Granato, già noto come portavoce nazionale di Potere al Popolo, corre con la lista Campania Popolare, il senatore Raffaele De Rosa con Democrazia Cristiana; Carlo Arnese, il leader di Forza del Popolo, movimento nato sui social nel periodo post-pandemico, esponente della destra sovranista. Raffaele Bruno guida il Movimento Idea Sociale, portavoce della destra radicale. Nicola Campanile, ex sindaco di Villaricca, è il candidato presidente della lista “PER le Persone e la Comunità”.
CHI SI CANDIDA IN PUGLIA
In Puglia, da vent’anni in mano alla sinistra, Antonio Decaro aveva posto le condizioni che l’ex governatore Michele Emiliano e Nichi Vendola, presidente della regione dal 2005 al 2015, rinunciassero a candidarsi come consiglieri regionali. Il primo ha rinunciato mentre Vendola è nelle liste.
L’ex sindaco di Bari si contende i voti con Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante, già candidato come sindaco di Bari nel 2004 e battuto poi da Emiliano che vinse al primo turno.
Antonio Decaro sindaco di Bari dal 2014 al 2024, presidente dell’ANCI dal 2016 al 2025 è sostenuto da una coalizione molto ampia di centro-sinistra formata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Decaro Presidente, Per la Puglia, Avanti Popolari e Casa Riformista (composta da Italia Viva, Partito Socialista Italiano e Popolari), Democrazia Solidale e +Europa. Il candidato di centrodestra è Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega – Unione di Centro – Nuovo PSI e Noi Moderati.
Si aggiungono Sabino Mangano, civico sostenuto dalla lista Alleanza civica per la Puglia e Ada Donno, anche lei civica, sostenuta dalla lista Puglia Pacifista Popolare. L’elefante nella stanza per tutti è l’astensionismo. Nelle ultime elezioni del 2020 la partecipazione fu elevata e andò a votare il 56,43% degli elettori. Stavolta nel feudo dem le previsioni prospettano un’affluenza al di sotto del 50%.
CHI SONO I CANDIDATI IN VENETO
Nel fortino veneto, la Lega saluta l’era Zaia e lancia la candidatura del giovane Alberto Stefani, vicesegretario e deputato dal 2018. Per Palazzo Balbi il centrosinistra ha messo in campo la candidatura dell’avvocato Giovanni Manildo sindaco di Treviso dal 2013 al 2018 già allora protagonista di un clamoroso ribaltone elettorale ai danni della Lega. Anche qui, come in Campania sono presenti outsider di stampo autonomista e federalista. Una sorta di ritorno alle origini.
Fabio Bui con i suoi Popolari per il Veneto in cerca di un +3% la soglia di sbarramento per le liste in solitaria. Riccardo Szumski per Resistere Veneto, conosciuto per essere stato il medico radiato “free vax”, ex sindaco di Santa Lucia di Piave che raccoglie intorno a sé quella parte di Veneto “indipendentista” dormiente e assopita dai quindici anni di Zaia. Gli ultimi sondaggi danno “Resistere Veneto” sopra il 5 per cento.
Lorenzo Damiano per Pescatori di pace-Ministri della pace, anche lui leader dei no vax, fu costretto a tornare sui suoi passi quando venne contagiato dal Covid, rischiando la vita. Ex membro di “Norimberga 2” con cui si era candidato come sindaco di Conegliano. Un mix di posizioni anti-sistema (invocava una “Norimberga 2” contro i promotori delle vaccinazioni), fondamentalismo religioso e slogan contro la “dittatura sanitaria”, libertà vaccinale e terapie mediche domiciliari. Alle ultime comunali la sua sigla aveva ottenuto il 2,78%.
Ultimo candidato a presidente della Regione è Marco Rizzo con Democrazia sovrana e popolare. Ex comunista al fianco di Cossutta nel Prc, sui migranti rilancia lo stop all’invasione e lo slogan “Aiutiamoli a casa loro”. In questa tornata elettorale si propone come alternativa ai partiti tradizionali. Autonomia e antieuropeismo vicino a Donald Trump e a Vladimir Putin sono i temi centrali. Tanto che le sue posizioni ricordano quelle di Roberto Vannacci.

