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Parte il valzer delle nomine. Le 96 poltrone che agitano la maggioranza

Tra la fine del 2025 e la primavera 2026 il governo si prepara a ridisegnare i vertici di authority, enti pubblici e partecipate. Una partita centrale per la stabilità del sistema-Paese

Parte il valzer delle nomine in enti e partecipate statali. Tra fine 2025 e la primavera 2026 il governo si prepara a gestire un importante giro di poltrone ai vertici di autorità, enti pubblici e società partecipate. Infatti, sono 96 gli incarichi da assegnare. Una partita non semplice per il Governo, che arriva in un momento di grande incertezza economica. La sfida sarà bilanciare rinnovo delle leadership e necessità di preservare la stabilità operativa in enti chiave per il sistema economico-finanziario italiano.

TUTTI I SETTORI COINVOLTI

Sono ben 96 i candidati e dirigenti di enti e aziende partecipate che il Governo dovrà confermare o sostituire nei prossimi mesi. Nella lista figurano anche organi direttivi o dei commissari di 32 enti pubblici. È quanto emerge dai dati elaborati dal Centro Studi di CoMar nel suo monitoraggio periodico, secondo quanto riporta Quotidiano Nazionale. La nuova ondata di nomine riguarda enti e aziende di diverse aree di attività: 19 poltrone riguardano l’ambiente; 9 l’economia e il lavoro; 5 la cultura, la scienza e lo sport; 1 la sanità.

AUTORITA’ ED ENTI AL CENTRO DELLE NOMINE

Nella lunga lista di 23 enti chiamati al rinnovo dei vertici, particolare attenzione è riservata al nodo della successione in Consob. A marzo 2026 l’attuale presidente della commissione che vigila sui mercati finanziari, Paolo Savona, concluderà il suo mandato. Il sottosegretario leghista all’Economia, Federico Freni, sarebbe il candidato numero uno per succedere alla guida dell’ente, secondo Quotidiano Nazionale, ma niente è ancora scritto. La scelta della poltrona, infatti, potrebbe provocare non poche controversie nella maggioranza, che già avrà i suoi grattacapi per le nomine nelle aziende partecipate.

La lente d’ingrandimento è puntata anche su Arera, arbitro di luce, gas e acqua. In ballo ci sono la poltrona di presidente, su cui attualmente siede Stefano Besseghini, e di cinque commissari. Il rinnovo del collegio dell’Autorithy sarà uno dei test più delicati per capire l’orientamento del governo, dopo la proroga fino al 31 dicembre 2025 per guadagnare tempo e trovare un difficile accordo tra maggioranza ed opposizione. Una partita altrettanto complessa riguarda l’Antitrust. Infatti, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) si prepara a un rimescolamento di poltrone. Il presidente Roberto Rustichelli e i consiglieri concluderanno il loro mandato a maggio 2026.

LE BIG VERSO LA RICONFERMA DEI VERTICI

Le partecipate più importanti coinvolte in questa tornata di nomine sono: Eni, Enel, Leonardo, Poste Italiane e Terna. Il trend generale per questi grandi gruppi è la continuità degli attuali amministratori delegati. L’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, sia avvia verso il suo quinto mandato, secondo quanto riporta Quotidiano Nazionale. L’attenzione potrebbe invece concentrarsi sulla sostituzione del presidente Giuseppe Zafarana. In pole position per questa poltrona ci sarebbe Elisabetta Belloni, secondo il giornale, già direttrice del Dis. Anche la riconferma dell’attuale amministratrice delegata di Terna, Giuseppina Di Foggia è considerata probabile, secondo Quotidiano Nazionale, anche in virtù della buona performance e della distribuzione di dividendi registrata negli anni 2022 e 2023. Si avvierebbe verso un nuovo mandato anche l’ad di Enel Flavio Cattaneo.

Roberto Cingolani dovrebbe sedere ancora sulla poltrona di ceo di Leonardo, sembrerebbe invece meno probabile la riconferma del presidente Stefano Pontecorvo.

Matteo Del Fante e Giuseppe Lasco dovrebbero continuare ad essere ai vertici di Poste Italiane.

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