L’ex presidente della Puglia Nichi Vendola non raggiunge la soglia di sbarramento necessaria per entrare in consiglio regionale. Nessuno se lo sarebbe aspettato, tantomeno il leader di Sinistra Italiana e di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni, che ipotizzava di arrivare all’8%. Il motivo è una legge elettorale contorta, approvata proprio quando Vendola governava la regione
Nessuno se lo sarebbe aspettato: nella sua Puglia Nichi Vendola manca il seggio in Consiglio, nonostante fosse candidato in tre circoscrizioni – Bari, Brindisi e Lecce. Uno smacco per Alleanza Verdi e Sinistra che incassa una clamorosa sconfitta, vittima di una contorta legge elettorale che lo stesso Vendola aveva voluto quando era governatore ai tempi della “primavera pugliese”.
LA SOGLIA DI SBARRAMENTO
Nonostante le 9.698 preferenze complessive di cui 6.624 a solo a Bari, Nichi Vendola ha perso. Perché? Subentrano più fattori ma il principale riguarda la legge elettorale pugliese. Per entrare in Consiglio, infatti, la soglia prevista dal sistema locale è del 4%, una percentuale che si calcola però sulla base delle preferenze personali ottenuti dai candidati presidente e non dai partiti.
E qui sta il punto dirimente per Vendola. Decaro ha preso ben 919.665 voti con un gradimento personale che ha raccolto 88mila voti, innalzando la percentuale necessaria a superare la soglia di sbarramento, e Avs è scivolata sotto il 4 per cento
Il risultato è paradossale: la maggioranza di centrosinistra guidata da Antonio Decaro ha ottenuto 29 seggi, più il presidente, ma nessuno di questi va al partito di Fratoianni e Bonelli.
L’UNICUUM DELLA LEGGE REGIONALE PUGLIESE
La legge elettorale pugliese rappresenta un unicum rispetto alle altre regioni ed è la stessa che aveva votato l’allora governatore Vendola. Non solo presenta uno sbarramento tra i più elevati delle elezioni regionali, ma si presta a un’interpretazione molto contestata della ripartizione dei seggi.
LA VENDETTA DI DECARO
Inoltre nelle sue liste civiche, Antonio Decaro ha portato verso il suo partito molti candidati dell’area Vendola. In questo modo almeno un ex vendoliano è stato candidato in ognuno dei sei collegi spezzettando e indebolendo Avs.
I voti sottratti non sono stati molti ma sufficienti a togliere qualche percentuale che avrebbe potuto essere vitale per Vendola. Una vendetta postuma dell’ex sindaco di Bari che aveva posto un veto alla candidatura sua e di Emiliano.

