Puglia capofila delle rinnovabili, Campania laboratorio di acqua pubblica ed economia circolare, Veneto impegnato sulla concorrenza nel settore energia. Le priorità dei governatori spiegate punto per punto
I governatori neoeletti lasceranno un’impronta determinante sulla strategia energetica e ambientali di Campania, Puglia e Veneto. Rinnovabili, rifiuti e gestione idrica diventano il terreno di scontro tra tre visioni opposte. Il confronto tra Decaro, Fico e Stefani racconta il nuovo equilibrio della governance regionale.
RINNOVABILI, NUCLEARE E IDROGENO: VISIONI A CONFRONTO
Antonio Decaro si distingue per un piano ambizioso e strutturato, che prevede l’installazione di 7 GW aggiuntivi di potenza da rinnovabili al 2030 e lo sviluppo di Hydrogen Valleys. Fico, invece, preferisce un approccio che predilige “diritti + sostenibilità”. Infine, Stefani appare più attento al mercato, con un occhio alle comunità energetiche. Il programma “Puglia 2030” prevede l’installazione di 7 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili, puntando su repowering, revamping e agrivoltaico per limitare il consumo di suolo. Decaro vuole anche sviluppare “Hydrogen Valley” (nelle zone di Brindisi e Taranto) come leva per decarbonizzare l’industria pesante, in alternativa al nucleare.
Anche Roberto Fico pone le rinnovabili e l’idrogeno al centro della sua strategia energetica. Una scelta coerente con la tradizione del suo partito, che da sempre promuove “green economy”, fonti rinnovabili, risparmio energetico e mobilità sostenibile. Il governatore vuole anche creare Hydrogen Valley in Campania, senza però specificare il sito. Rispetto a Decaro, il programma appare meno dettagliato su cifre precise di potenza installata, ma pone maggior enfasi su riciclo energetico, efficienza e tutela dell’acqua come bene pubblico.
Il neogovernatore del Veneto Stefani punta alla neutralità climatica entro il 2050, integrando politiche sanitarie, gestione delle risorse e infrastrutture avanzate. Una visione che lega la salute pubblica alla qualità dell’aria e dell’ambiente (approccio One Health) e vede nello sviluppo infrastrutturale il motore per la decarbonizzazione. Nel suo ruolo precedente di manager nel settore energia ha sottolineato l’importanza delle comunità energetiche (CER) e la domanda crescente da parte di consumatori e imprese per energia “verde certificata”. Nel suo programma le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e l’autoconsumo collettivo sono considerati strumenti cardine, supportati da percorsi di semplificazione amministrativa. Una posizione che suggerisce un’idea di transizione energetica più legata al mercato: accesso libero a rinnovabili, maggiore concorrenza tra fornitori, opzioni energetiche per chi può sceglierle.
COSA VOGLIONO FARE I GOVERNATORI PER I RIFIUTI
Decaro premette che la gestione dei cicli (energia, acqua, rifiuti) va pensata in modo integrato. Il suo programma “Puglia 2030” promuove un modello di economia circolare, con l’obiettivo di dare coerenza tra produzione, smaltimento, rigenerazione urbana e tutela del territorio. La parola d’ordine è autosufficienza e resilienza del territorio, anche passando da una rigenerazione urbana rigida e meno consumo di nuovo suolo.
La gestione dei rifiuti e dell’acqua sono due pilastri del programma di Fico. Il governatore della Campania si concentrerà su riciclo, riduzione dell’impatto, politiche di contrasto agli sprechi. La strategia di Roberto Fico esclude nuove discariche o termovalorizzatori, per puntare su: nuovi impianti di compostaggio per la valorizzazione della frazione organica e ammodernamento delle infrastrutture per il trattamento meccanico-biologico STIR.
Stefani, invece, non ha presentato un piano dedicato ai rifiuti. Tuttavia, il suo background suggerisce che potrebbe favorire modelli di gestione dei rifiuti aperti al mercato per trasformare i rifiuti in un’opportunità energetica.
COSA FARANNO DE CARO, FICO E STEFANI PER L’ACQUA?
Il programma di Decaro rivela una visione del servizio idrico come bene pubblico e un approccio governativo diretto piuttosto che privatistico. Nel testo propone un “Piano idrico contro la siccità”. Il governatore della Puglia sottolinea che “l’acqua è di tutti”. Di conseguenza, i nuovi interventi infrastrutturali, quali condotte e collegamenti fra invasi/dighe, devono essere messi in campo dallo Stato per garantire equità, non per profitto.
Roberto Fico e Decaro condividono la stessa visione sull’acqua. Il governatore della Campania pone l’acqua tra i temi centrali fin dall’inizio del suo impegno politico, spingendo sulla difesa dell’“acqua pubblica” come principio centrale. In quest’ottica, Fico richiama al rispetto del referendum sull’acqua nei territori (almeno in contesti come la Campania). Il governatore della Campania propone anche di introdurre la gestione associata del Servizio Idrico Integrato per garantire unitarietà tra gestione ed erogazione del servizio.
La gestione della risorsa idrica assume un ruolo centrale per il governatore del Veneto. Il programma di Stefani propone infatti l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque e del Modello Strutturale degli Acquedotti (MOSAV). Si prevedono interventi per la riduzione delle perdite idriche, il riutilizzo delle acque reflue depurate e la gestione delle acque meteoriche.

