È il documento che riassume gli obiettivi strategici, le sfide, le minacce, gli strumenti di tutte le amministrazioni presidenziali americane. Ma quello di 33 pagine licenziato da Donald Trump segna una svolta senza precedenti: ecco in cosa consiste la nuova NSS 2025, la “nuova strategia nazionale americana”
Dalla difesa dei confini al mantenimento della leadership, dalla fine della guerra in Ucraina, alla stabilità con la Russia e ai rapporti economici con la Cina, lo scenario delineato dalla “strategia di sicurezza americana” rischia di costituire uno spartiacque nel rapporto tra il Vecchio Continente e la Casa Bianca.
Proprio all’Europa il testo del documento riserva infatti i toni più aspri: tra vent’anni rischia la “cancellazione della civiltà”.
IL MANIFESTO D’INTENTI
“Questo documento è una tabella di marcia per garantire che l’America rimanga la nazione più grande e di maggior successo nella storia dell’umanità e la patria della libertà sulla Terra. (…) Renderemo l’America più sicura, più ricca, più libera, più grande e più potente che mai”, così inizia il documento firmato da Trump sulla sicurezza nazionale che ridisegna le priorità di Washington. La sua pubblicazione fa parte di una tradizione dell’esecutivo che definisce le priorità per il bilancio e le politiche del governo. Lo aveva fatto anche George W. Bush dopo l‘11 settembre e lo stesso Trump nel primo mandato.
Questa volta però, complici i cambiamenti geopolitici in atto, i temi centrali sono altri. Molti analisti vedono nel documento una chiara applicazione della logica tecnocratica del Project 2025, il programma politico lanciato nel 2022 dalla Heritage Foundation – think tank conservatore che ridefinisce i ruoli istituzionali del governo degli Stati Uniti d’America – di cui Russel Vought, che oggi ha preso il posto di Musk nell’amministrazione Usa, fu uno dei principali architetti.
USA NON PIU’ GARANTE DELL’ORDINE MONDIALE
Gli Usa, secondo il documento, non intendono più “sprecare sangue e denaro per limitare l’influenza di tutte le grandi e medie potenze del mondo”. Viene abbandonata l’idea di superpotenza chiamata a garantire l’ordine globale. Nella politica estera il focus trumpiano si concentra sul vicinato latinoamericano e sulla lotta all’immigrazione. E’ il ritratto di un’America che si concentra su sé stessa e seleziona gli interventi in base alla propria convenienza. Gli Stati Uniti chiariscono che continueranno a impedire che altre grandi potenze dominino le rispettive aree d’influenza.
IL RICHIAMO ALLA DOTTRINA MONROE: L’AMERICA AGLI AMERICANI
In un passaggio del documento si parla anche di Dottrina Monroe del 1823, quella enunciata dal presidente James Monroe in cui gli Stati Uniti dichiararono l’America Latina zona preclusa alle interferenze europee. Si ritorna al motto “L’America agli americani”. La Dottrina Monroe 2.0 questa volta si traduce in azioni in mare contro narcotrafficanti e reti criminali, in interventi politici per favorire la caduta di governi considerati ostili o “socialisti” e la volontà di “prendere in carico” infrastrutture come il Canale di Panama. L’obiettivo è quello di ristabilire una sfera d’influenza e di controllo dei flussi migratori verso il confine sud e della difesa del proprio “cortile”.
EUROPA ZAVORRA DA CUI PRENDERE SOLO IL BELLO
Nel documento non mancano le critiche al Vecchio Continente che “rimane strategicamente e culturalmente vitale per gli Stati Uniti” ma se la deve cavare da solo. Viene contestato l’approccio di Bruxelles, giudicato troppo aperto e permissivo in tema di asilo e accoglienza. Gli europei sono esposti al rischio di “cancellazione della civiltà”. L’Europa appare una zavorra da cui sganciarsi per concentrare risorse altrove. Schiacciata dal calo demografico, dalle politiche migratorie e da un’Unione Europea che soffoca la vitalità economica e politica dei suoi membri, Trump la da per spacciata. L’enfasi è sul far sì che “l’Europa rimanga europea. Non possiamo permetterci di mettere da parte l’Europa… sarebbe controproducente per gli obiettivi di questa strategia. Il nostro obiettivo dovrebbe essere aiutare l’Europa a correggere la sua attuale traiettoria”.
IL DISIMPEGNO DALLA NATO
Tra le priorità del documento c’è quella di “porre fine alla percezione della Nato come alleanza in perpetua espansione”. Secondo Trump a lungo termine è più che plausibile che alcuni membri della Nato diventino a maggioranza non europea a causa del declino del continente e delle politiche europee.
Una linea prevedibile che vede gli Usa sempre più convinti di un graduale disimpegno dalla Nato. Secondo quanto riporta la Reuters, gli Stati Uniti vorrebbero che l’Europa assumesse il controllo della maggior parte delle capacità di difesa convenzionali della Nato (dall’intelligence ai missili) entro il 2027. Lo avrebbero dichiarato i funzionari del Pentagono ai diplomatici a Washington. Gli stessi hanno indicato che Washington non era ancora soddisfatta dei progressi compiuti dall’Europa per rafforzare le proprie capacità di difesa dopo l’invasione dell’Ucraina. Se l’Europa non rispettasse la scadenza del 2027, gli Usa potrebbero interrompere la partecipazione al coordinamento di alcuni meccanismi della difesa della NATO.
DOSSIER UCRAINA: CHIUDERE PRESTO
La guerra in Ucraina diventa un dossier da chiudere rapidamente per ristabilire un equilibrio strategico con Mosca. Una delle preoccupazioni non direttamente espresse nel documento, è l’ascesa della Cina: “La Guerra in Ucraina ha avuto l’effetto perverso di aumentare le dipendenze esterne dell’Europa. Oggi le aziende chimiche tedesche stanno costruendo alcuni dei più grandi impianti del mondo in Cina, usando gas russo che non possono ottenere in patria”.
LA CINA E LA GUERRA INDO- PACIFICA
L’amministrazione Usa promette di “bilanciare i rapporti economici con la Cina” ma suggerisce di “mantenere un rapporto economico vantaggioso per entrambi”. Trump vuole evitare la guerra nell’Indo-Pacifico. “Gli Stati Uniti non appoggiano alcun cambiamento unilaterale allo status quo dello Stretto di Taiwan” si legge nel documento.

