E’ stato il recordman delle preferenze nelle recenti elezioni regionali in Toscana con oltre 20mila voti, ma la nuova giunta Giani lo ha escluso: il grande deluso delle regionali in Toscana è l’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni.
Dopo i promettenti risultati elettorali alle regionali toscane, il dem Matteo Biffoni dava per certo un ruolo di primo piano per sé in giunta. Ma alla fine il presidente Giani lo ha escluso. Non solo: nessun rappresentante del Pd pratese ha trovato posto tra gli assessori. Una scelta che potrebbe essere lo specchio di una frattura più ampia nel Pd
CHE COSA È SUCCESSO
“Tra me e il secondo più votato di questa tornata elettorale ci corrono circa 8.000 preferenze” ha detto Biffoni al Tirreno. E un background con un cv da big: parlamentare, due volte sindaco di Prato, per nove anni presidente di Anci Toscana. Nonostante le 22.155 preferenze ottenute alle regionali toscane, quando il presidente Giani ha presentato la sua squadra, il nome di Biffoni non c’era. Non solo: nessun rappresentante del Pd pratese ha trovato posto tra gli assessori.
CHI E’ MATTEO BIFFONI
Classe 1974 è stato sindaco di Prato dal 2014 al 2024. Avvocato ed esponente prima dei Democratici di Sinistra e poi del Partito Democratico, è stato consigliere comunale della cittadina toscana dal 2004 al 2014. In occasione delle primarie di “Italia. Bene Comune” del 2012 sostiene la candidatura di Matteo Renzi, vincendo poi le primarie per la scelta dei candidati di partito per la Camera dei deputati. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato, seggio che lascia nel 2014 per candidarsi alla carica di sindaco di Prato. Nel 2015 viene eletto presidente Anci Toscana. Alle primarie del Pd del 2023 sostiene Stefano Bonaccini facendo parte del suo comitato promotore.
LA REAZIONE E LA RICHIESTA DEL CONGRESSO ANTICIPATO
Nonostante l’aplomb istituzionale, Biffoni ha lasciato trapelare la sua stizza per la decisione, dicendo di non aver ricevuto spiegazioni, né di essere stato consultato. “Non era mai successo nella storia che chi arriva primo per preferenze non entra in giunta” ha detto in un’intervista alla Nazione. Il rischio, nonostante Giani dica che il partito è compatti, è quello di perdere voti “Sono tre giorni che provo a rispondere alla gente che mi dice “la prossima volta a votare vacci te” ribadisce Biffoni al Tirreno.
La risposta dai vertici non è arrivata, creando ancor più malumore. Tanto da sfociare nella richiesta, da parte dell’ala riformista, di un congresso anticipato della federazione pratese sostenuto da una raccolta firme (oltre 250). La segreteria regionale ha rimandato decisioni più incisive ai mesi successivi. “Tanti in queste ore mi scrivono che si sono sentiti traditi, che è stato inutile andare a votare” sostiene Matteo Biffoni, che con la sua esclusione, è diventato, suo malgrado, alfiere di una questione più grande della sua vicenda personale.
I RIFORMISTI DI PRATO
L’ala riformista del Pd si è comunque incontrata a Prato. “Innovare per competere – Le nuove sfide della manifattura” il titolo dell’incontro, aperto dallo stesso Biffoni e chiuso dall’europarlamentare Giorgio Gori. In mezzo, imprenditori ed economisti hanno esposto la loro visione della situazione italiana. La richiesta è quella di un confronto interno al partito. “C’è bisogno di un Pd che dialoghi di più con il sistema delle imprese. Su questo abbiamo percepito un po’ di distanza e carenza da parte del Pd”. Il consigliere regionale aggiunge: “Non siamo contrapposti a nessuno. Siamo uomini e donne che stanno nel partito e vogliono partecipare. Non ce ne andiamo, restiamo dentro e pensiamo pure di poter essere parecchio utili”, ha ribadito.

