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Come la GenAI cambia fiducia e consulenza finanziaria in USA e Italia. Il report Bankitalia

Una recente ricerca di Bankitalia analizza le differenze nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) tra persone negli Stati Uniti e in Italia. Confrontando i modelli di utilizzo e le influenze demografiche, i risultati mostrano un approccio italiano più fiducioso

L’utilizzo della GenAI è maggiore negli Stati Uniti che in Italia. Ciò è dovuto alle differenze socio-demografiche tra i due paesi. Ma gli italiani sono più propensi a credere che la GenAI migliorerà il loro benessere, tranne che per la consulenza finanziaria a breve termine. Questi sono alcuni dei dati che emergono da un recente documento di Banca d’Italia ed Eurosystem.

LA METODOLOGIA

La ricerca confronta l’uso della GenAI tra le famiglie italiane e statunitensi. Si sono uniti i dati di due indagini in un unico set: quelli sulle Aspettative dei Consumatori (SCE) condotta dalla Federal Reserve Bank di New York nel febbraio 2024 e quelli relativi all’Indagine Prospettiva sulle Famiglie (HOS) condotta da Bankitalia nell’agosto e nel settembre 2024.

Le due indagini condividono variabili socio-demografiche (fascia d’età: sotto i 40 anni, tra i 40 e i 60 anni, oltre i 60 anni; condizione occupazionale: occupato, pensionato, altro non occupato; genere; titolo di studio: laureato), la frequenza di utilizzo di GenAI, come gli intervistati ne percepiscono l’impatto sulle proprie prospettive lavorative e sulle loro preoccupazioni in materia di riservatezza dei dati. Obiettivo è comprendere le motivazioni che spingono a usare la GenAI,  rivelare i fattori alla base della diffusione tecnologica e le barriere che potrebbero inibire un accesso equo.

BANKITALIA: USA LEADER, GLI ITALIANI FIDUCIOSI

I due Paesi offrono un contrasto: gli Stati Uniti si posizionano come leader nell’innovazione dell’IA, mentre l’Italia vive una trasformazione digitale più graduale. Il 36,4% dei cittadini statunitensi lo ha usato in modo generico, rispetto al 31,0% degli italiani. Sull’uso regolare i valori diventano rispettivamente del 13,7% contro l’11,7%. E la quota maggiore è rappresentata da individui sotto i 40 anni, laureati e lavoratori.

All’interno dei gruppi non si osserva, però, un utilizzo di GenAI uniformemente più elevato negli Stati Uniti. I giovani italiani, infatti, utilizzano GenAI di più, sia genericamente che regolarmente. Laureati e lavoratori sono la quota più ampia. L’utilizzo maggiore di GenAI negli Stati Uniti potrebbe derivare da due fonti: una maggiore rappresentanza di gruppi demografici ad alto utilizzo negli Stati Uniti e un minore utilizzo in Italia da parte di alcuni gruppi socio-demografici.

I RISULTATI

Nonostante il minore utilizzo della tecnologia, però, gli italiani hanno maggiore fiducia nel potenziale della GenAI per migliorare il loro benessere e i loro risultati finanziari, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei dati governativi e istituzionali. Anche se entrambi, sia  italiani che statunitensi tendono a riporre meno fiducia negli strumenti della GenAI rispetto ai servizi gestiti dagli esseri umani.

La fiducia nella GenAI è particolarmente bassa in settori sensibili come il settore bancario e le politiche pubbliche. Partendo dal presupposto che una maggiore fiducia relativa incoraggi un’adozione più ampia, queste tendenze suggeriscono che gli strumenti di GenAI hanno maggiori probabilità di affermarsi in settori come l’istruzione e l’informazione, dove i livelli di fiducia tendono ad essere più elevati. In entrambi i paesi, la fiducia è più bassa per le grandi aziende tecnologiche (ad esempio, Apple, Meta o Google). Un risultato collegato probabilmente alle preoccupazioni relative alla sicurezza e alla privacy nell’interazione con le piattaforme digitali.

LE DIFFERENZE TRA USA E ITALIA

Gli italiani sono significativamente più propensi a credere che la GenAI migliorerà il loro benessere (+17,1 punti percentuali), la ricchezza finanziaria (+13,9 punti percentuali) e l’accesso alle informazioni (+10,2 punti percentuali). Ma sono meno propensi a impiegare tali tecnologie per la consulenza finanziaria a breve termine. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che percepiscano l’uso diretto dell’IA generativa in questo ambito troppo rischioso senza la supervisione di consulenti umani.

Gli italiani dimostrano anche una fiducia relativa più elevata rispetto agli americani quando si tratta di interventi di politica pubblica. Tuttavia, una maggiore accettazione non si traduce in un maggiore utilizzo previsto, soprattutto se si considerano i fattori socio-demografici. L’effettiva adozione futura dipenderà probabilmente da molteplici fattori come l’alfabetizzazione digitale, il contesto del mercato del lavoro e la rilevanza settoriale, che sono influenzati anche dalle caratteristiche strutturali dei Paesi.

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