Nomine Cdm: riconfermati Carbone, Alesse e Barbieri d’Hermitte, avviato il rinnovo di Dal Verme. Giorgetti blinda i vertici del Mef.
Il Consiglio dei ministri ha deliberato una serie di rinnovi e nomine ai vertici delle principali agenzie dello Stato. Ufficiali le nomine per i vertici di Arera.
NOMINE CDM: TUTTE LE RICONFERME
Dal Consiglio dei ministri di ieri arrivano infatti le riconferme di Vincenzo Carbone alla guida dell’Agenzia delle Entrate e di Roberto Alesse all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Contestualmente, il governo ha avviato l’iter per il rinnovo dell’incarico di Alessandra Dal Verme alla direzione dell’Agenzia del Demanio, mentre è stata formalizzata la riconferma triennale di Riccardo Barbieri d’Hermitte come direttore generale del Tesoro, una delle figure più centrali nell’architettura del Ministero dell’Economia.
Ufficiale anche l’investitura dei nuovi componenti dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente: Nicola dell’Acqua come presidente, con Alessandro Bratti, Livio De Santoli, Lorena De Marco e Francesca Salvemini quali membri. Le nomine decorreranno dall’1 gennaio 2026.
GIORGETTI BLINDA I VERTICI DEL MEF
Le decisioni maturano in un contesto politico ed economico non privo di tensioni. Dopo gli scossoni delle ultime settimane sulla Legge di bilancio e le frizioni interne alla maggioranza, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sceglie di blindare quattro dirigenti considerati centrali per la tenuta del sistema economico-fiscale. Una mossa che, secondo diverse letture, va oltre il semplice profilo amministrativo.
Secondo Il Foglio, infatti, le riconferme rappresenterebbero un segnale diretto al proprio partito e, più in generale, alla maggioranza, in vista del delicato capitolo delle nomine delle società partecipate previsto per la primavera. Il messaggio sarebbe chiaro: al Mef la linea resta invariata e non si apre a rimescolamenti di uomini e ruoli nei gangli strategici.
L’INTRECCIO CON LE NOMINE DI PRIMAVERA
Entro la primavera del 2026 il governo Meloni sarà chiamato a scegliere 112 consiglieri di amministrazione in 17 società partecipate, un passaggio che si preannuncia decisivo per gli equilibri politici e industriali del Paese. Per colossi come Eni, Enel, Terna, Poste Italiane e Leonardo, sono in molti a scommettere su una conferma degli attuali vertici, in nome della continuità e della stabilità, anche per rassicurare mercati e investitori.
Ma la partita delle nomine non si esaurisce con i grandi gruppi e continuerà anche ne mesi successivi. Nell’elenco figurano anche numerose partecipate considerate “minori” solo per dimensioni, ma tutt’altro che marginali per peso strategico, dall’Enav a Sogin, dal Gse all’Rse, passando per Acquirente Unico, Stretto di Messina Spa e Ansaldo Energia.


