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Sanzioni USA a Breton e 4 capi di Ong: chi sono e perché Trump gli nega il visto

Cala la scure delle sanzioni trumpiane su cinque personalità europee. Visti negati per l’ex commissario europeo Thierry Breton e quattro rappresentanti di Ong che combattono la disinformazione e l’incitamento all’odio su internet. Ecco chi sono 

Gli Stati Uniti hanno negato il visto a cinque personalità europee tra cui l’ex commissario Thierry Breton, Imran Ahmed, Clare Melford, Anna-Lena von Hodenberg e Josephine Ballon. È la messa in pratica della dottrina Trump: America agli americani e che nessuno osi più criticare politiche Usa. Ecco chi sono le persone colpite e perché sono sanzionate

CHI È THIERRY BRETON E PERCHÉ È BANDITO DAGLI USA

Thierry Breton è un manager e politico francese ed ex ministro dell’economia nel governo de Villepin. Già Commissario europeo per il mercato interno dal 2019 al 2024 le sue responsabilità riguardano la materia digitale e industriale. È accusato dal Dipartimento di Stato di compiere azioni che equivalgono a “censura” e sono dannose per gli interessi americani, facendo pressioni sulle grandi piattaforme tecnologiche per limitare la disinformazione. Da commissario europeo aveva identificato 6 compagnie (tra cui Amazon, Apple e Meta) che avrebbero dovuto attenersi alle nuove regole del mercato digitale Ue. Nessuna di esse potrà dirsi “troppo grande per rispettarle”, aveva detto Breton.

IL DIGITAL SERVICE ACT

Al centro c’è il Digital Services Act (DSA), il regolamento europeo sulla sicurezza e sulla trasparenza dei servizi digitali. Il DSA prevede obblighi proporzionati alla dimensione della piattaforma e propone una nuova cultura della prevenzione dei rischi, dalla disinformazione ai contenuti illegali. Fortemente voluta da Breton ha l’obiettivo di ridurre il rischio di diffusione di notizie false sui social media e che chiede alle grandi aziende tecnologiche di filtrare, bloccare o rimuovere contenuti nocivi. Le pene arrivano fino al 6 per cento del loro fatturato annuale.

LE ONG PER LA DISINFORMAZIONE

Sanzionati insieme a Breton ci sono anche quattro persone a capo di ong e organizzazioni che si occupano di contrastare la diffusione di notizie false e discorsi d’odio su Internet: Anna-Lena von Hodenberg e Josephine Ballon di HateAid; Imran Ahmed del Center for Countering Digital Hate e Clare Melford, a capo del Global Disinformation Index. Le accuse sono le stesse che ricadono su Thierry Breton.

LA SANZIONE A X

Le sanzioni e i visti negati arrivano dopo che la Commissione Europea ha multato poche settimane fa la piattaforma X per 120 milioni di euro. Le infrazioni includono la grafica ingannevole della spunta blu, la mancanza di trasparenza del suo archivio pubblicitario e il mancato accesso ai dati pubblici per i ricercatori. In violazione del Digital Services Act. Il segretario di Stato Marco Rubio ha risposto con una nota: “il dipartimento di Stato sta intraprendendo azioni decisive contro cinque individui che hanno guidato sforzi organizzati per costringere le piattaforme americane a censurare, demonetizzare e sopprimere i punti di vista americani a loro contrari”. “Ho stabilito che il loro ingresso, la loro presenza o le loro attività negli Stati Uniti hanno potenzialmente gravi conseguenze negative per la politica estera degli Stati Uniti” prosegue. “Atti d’intimidazione e coercizione” li ha definiti su X il presidente francese Emmanuel Macron. “Se necessario reagiremo in modo rapido e deciso per difendere la nostra autonomia normativa da misure ingiustificate”, ha ribadito la Commissione europea.

 

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