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Distretto Italia, ecco quali sono i fabbisogni delle grandi aziende italiane

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 Lo studio mostra che il profilo più richiesto è quello di addetto attività di posa dei cavi di fibra ottica, che a oggi rappresenta il 35% delle posizioni aperte

Oltre 10mila figure tecniche specializzate da formare e inserire nel mercato del lavoro. È quanto fotografa la ricerca condotta dal Centro Studi di “Distretto Italia”, il progetto del Consorzio ELIS, promosso nell’ambito della presidenza di Autostrade per l’Italia e che vede la partecipazione di 29 grandi aziende. Il fabbisogno individuato si concentra nei settori Telecomunicazioni, Costruzioni, Energy e utilities, Metalmeccanica e ICT. A mancare sono soprattutto posatori e giuntisti di fibra ottica, responsabili di cantiere, tecnici e programmatori software e impiantisti elettrici. Sono oltre 5mila le posizioni che richiedono di essere occupate nelle 12 grandi aziende che hanno partecipato alla prima analisi di fabbisogno. Altre 4.800 posizioni vacanti si registrano nell’indotto.

Le aziende fondatrici di “Distretto Italia” sono Autostrade per l’Italia, BNL BNP Paribas, Cdp, Enel, Eni, Ferrovie dello Stato Italiane, Poste Italiane, Open Fiber, Gruppo FNM e Trenord e Bain & Company. In totale, le 29 aziende che hanno aderito al progetto, contano circa 400mila dipendenti sul territorio italiano. Lo studio è il primo step del programma, che prevede appunto la raccolta dei fabbisogni di figure tecniche specializzate, per poi dare il via a una serie di azioni di orientamento e formazione in collaborazione con Università e Istituti Tecnici Superiori.

Secondo lo studio condotto, il maggior fabbisogno delle aziende mappate è nel nord del Paese (31%), a seguire le Isole (12%), il Centro (6%) e il Sud (4%). Il 47%, invece, è la domanda di fabbisogno proveniente dall’indotto in tutto il territorio nazionale.

Lo studio mostra che il profilo più richiesto è quello di addetto attività di posa dei cavi di fibra ottica, che a oggi rappresenta il 35% delle posizioni aperte. Più nello specifico, nel settore delle Telecomunicazioni (TLC), questa figura rappresenta circa l’85% dei profili ricercati. Nel settore delle Costruzioni il profilo maggiormente richiesto è invece quello del responsabile di cantiere, con 761 posizioni aperte. Nel campo delle Energy e Utilities circa l’80% dei profili ricercati dalle aziende riguarda i tecnici operativi e gli operatori referenti di linea. Per Meccanica, Elettronica, Meccatronica e Metallurgia il 70% delle posizioni aperte interessa l’indotto, con richieste registrate principalmente nel Nord Italia. Più della metà dei profili ricercati in questi settori riguarda i tecnici programmatori software e i consulenti nel settore dell’ICT (rispettivamente 466 e 224 unità). In quello dei Trasporti la domanda dei profili di conducente-autista interessa principalmente l’indotto (140 unità). Nel comparto Sales/Retail la maggior parte dei profili richiesti sono i commessi delle vendite al minuto (150 unità). Nel comparto della Produzione petrolifera, petrolchimica, power e ambientale la domanda nasce direttamente dalle aziende mappate e interessa soprattutto il Nord Italia (134 unità). Lo stesso vale per la Logistica, con oltre il 75% delle posizioni aperte nel Nord Italia (116 unità).

Il Centro Studi, che si è avvalso anche del contributo delle Agenzie per il Lavoro che aderiscono a “Distretto Italia”, evidenzia che negli ultimi 15 anni abbiamo assistito a un aumento dell’inefficienza del mercato. A tassi di disoccupazione superiori non è infatti corrisposta una diminuzione delle posizioni vacanti. Questo dato, in coerenza con la letteratura di settore, descrive appieno la difficoltà delle aziende a soddisfare le proprie esigenze di personale. La mancanza di competenze viene confermata come una delle cause principali di questo fenomeno. Lo studio evidenzia, infatti, un’evidente correlazione tra i risultati delle prove Invalsi e il tasso di disoccupati e scoraggiati. All’aumento di risultati negativi ai test nei diversi contesti territoriali del Paese, corrisponde infatti un maggiore tasso di disoccupazione e di scoraggiamento.

Alle difficoltà di reperimento di tecnici specializzati contribuisce anche un pregiudizio diffuso tra giovani e famiglie nei confronti delle professioni pratiche. Le aspirazioni si concentrano piuttosto su liceo e università ma non sono spesso coronate dal raggiungimento del titolo di studio, se si considera che tra i Paesi dell’Unione Europea l’Italia è penultima per tasso di laureati tra i 25 e i 34 anni (27% contro 41% della media europea, fonte Eurostat).

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