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Anche il Regno Unito molla AstraZeneca: no sotto i 30 anni

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A pochi giorni dalla seconda promozione a “pieni voti” Ema ammette: «Il vaccino AstraZeneca può scatenare tipi di trombosi molto rare», mentre il Regno Unito lo vieta ai giovanissimi per il medesimo motivo

 

Finora Boris Johnson era stato il principale sponsor di AstraZeneca e il perché è presto detto: il suo governo ha finanziato la ricerca e lo sviluppo del prodotto anglosvedese con un vero e proprio fiume di sterline tintinnanti. Finora. Appunto. Perché, dopo aver attuato una vaccinazione a tappeto che è spesso portata come esempio dai sostenitori della sicurezza assoluta di quel farmaco, l’esecutivo tory ha sorprendentemente deciso di imporre alcune limitazioni alla sua somministrazione.

L’autorità sanitaria del Regno Unito ha difatti annunciato che il vaccino AstraZeneca «non sarà somministrato a pazienti con età inferiore a 30 anni, a causa del raro rischio di coaguli di sangue». Alle persone appartenenti alla fascia di età indicata sarà perciò somministrato il vaccino Pfizer o il vaccino Moderna. Un vero fulmine a ciel sereno che getta sgomento e aumenta ulteriormente la confusione.

 


Nel mentre pure l’Agenzia europea del farmaco è dovuta ritornare sui propri passi e, a pochi giorni dalla seconda promozione a pieni voti, ammettere l’esistenza di possibili danni collaterali gravi. «Il vaccino AstraZeneca può scatenare tipi di trombosi molto rare», ha scritto l’Ema ieri in una nota, al termine della rivalutazione programmata in seguito agli eventi avversi che hanno colpito persone che avevano ricevuto il vaccino anglo-svedese. L’agenzia del farmaco europea chiede quindi di «inserire rare trombosi fra gli effetti collaterali vaccino AstraZeneca», ribadendo nel contempo che «i benefici del vaccino superano i rischi». A seguito della nuova presa di posizione dell’Agenzia, il Belgio ha deciso che il vaccino AstraZeneca non sarà più somministrato alle persone sotto i 56 anni.

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