Intervista a Tiziano Marino, analista del CeSI, sull'attacco dell'Iran ai danni di Israele e le…
Armi a Kiev, L’Europa dice sì e il Pd si spacca in tre
Baraonda nel partito democratico che si divide tra astenuti, assenti e favorevoli sul voto che dall’Europarlamento sancisce l’ok dell’uso delle armi all’Ucraina verso il territorio russo solo su obiettivi sensibili. Divisioni che potrebbero mettere in crisi anche Fitto, ecco perchè
Kiev può usare le armi fornite dai Paesi dell’Unione per colpire in territorio russo e la prospettiva fa infuriare Mosca che torna ad agitare lo spettro di una guerra nucleare. Siamo di fronte a scenari apocalittici, senza dimenticare l’escalation in Medio Oriente con il Libano che ribolle dopo gli attacchi di Israele e, così i quotidiani, con un occhio alla tragedia in Emilia Romagna, puntano decisamente sul tema delle armi in Russia dove come titola in prima la Stampa: “Sì dell’Ue, l’Italia non ci sta e si sfila”.
DIVISI SUL VOTO E IL PD SI SPACCA IN TRE
Ma non tutti i partiti italiani hanno votato allo stesso modo, il nodo politico è proprio qui e lo fa notare in prima pagina il Giornale che titola: “L’Europa arma l’Ucraina, la sinistra va in tilt” dove come nota la Verità di Maurizio Belpietro “L’Ue va alla guerra, sinistra spaccata in tre”. Già perché mentre Lega, Fdi, Forza Italia e M5s hanno votato contro il Pd si è spaccato in tre tra favorevoli, contrari e astenuti. Lo scrive anche Repubblica nella sua cronaca firmata da Claudio Tito: “Pina Picierno e Elisabetta Gualmini insieme alla maggioranza di S&D hanno votato a favore. Alcuni, come Bonaccini e Marco Tarquinio non hanno partecipato al voto. Gli altri nove, a partire dal capo delegazione Nicola Zingaretti e da Camilla Laureti, si sono espressi per il no, Lucia Annunziata si è astenuta”.
PUTIN FA EMERGERE LE TANTE ANIME DELLA SINISTRA
Non è un problema da poco e lo sa benissimo Elly Schlein, al punto che il titolo della Stampa è quasi evocativo: “Putin spacca il Pd” e il Fatto Quotidiano parla ironicamente del “kamasutra del Pd” dove al paragrafo 8 della famosa risoluzione come scrive Wanda Marra si sono registrate “cinquanta sfumature di voto: 2 a favore, altri 2 prendono l’aereo, in 6 non votano, il resto dice No. Poi tutti uniti per il Sì al testo finale”. Insomma un bel ingarbugliamento che ha colpito anche il centrodestra: sul voto finale dell’intero testo FdI e FI a favore, la Lega contro. Il documento, che non ha alcuna efficacia vincolante ma è solo una esortazione ai governi, non prevede solo di “liberare” l’uso delle armi da parte degli ucraini ma critica i ritardi e le difficoltà registrate in Ue nella produzione e distribuzione delle munizioni a Kiev. La risoluzione alla fine è stata approvata con 425 sì, 131 no e 63 astenuti, confermando quindi il sostegno all’Ucraina.
E ANCHE FITTO POTREBBE “CADERE” SU KIEV
Ma la divisione del Pd e anche del centrodestra potrebbe investire anche il nostro commissario europeo designato, Raffaele Fitto. Lo fa notare Massimo Franco nella sua nota per il Corriere della Sera: “Il tema dell’Ucraina potrebbe diventare insidioso dopo la linea pasticciata delle delegazioni italiane. Qualcuno potrebbe chiedere conto a Fitto della politica estera; e tentare di fare emergere le oscillazioni di un governo nazionale nel quale la Lega è esplicitamente contraria agli aiuti militari, come M5S e Avs; e sia FdI, sia FI hanno detto no all’uso delle armi in territorio russo, insieme con le opposizioni e a differenza di gran parte delle nazioni europee: pur appoggiando militarmente il governo di Kiev”.