Casarini e ong spiati dal governo Conte II al governo Meloni, tutto secondo la legge. Il mistero sul caso Cancellato
Il Copasir ha diffuso finalmente la sua relazione finale sul caso Paragon. Quindi caso chiuso? Mica tanto. E’ stato confermato che alcuni attivisti e giornalisti sono stati effettivamente intercettati, ma emergono tuttavia differenze significative tra i soggetti coinvolti. In particolare, il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e il cappellano della ong Mediterranea, don Mattia Ferrari, sono risultati vittime di attività di sorveglianza informatica non riconducibili ai servizi segreti italiani. Ma non si è potuto ancora risalire a chi li ha ‘spiati’.
IL MISTERO SU CHI HA INTERCETTATO CANCELLATO DI FANPAGE
Si legge infatti nella relazione: “Si segnala che la società Paragon Solutions ha dichiarato di fornire i propri servizi ad operatori governativi presenti in numerosi Stati e che non risultano esservi restrizioni tecniche o contrattuali sulla possibilità di utilizzare il citato spyware con riferimento ad utenze aventi prefisso italiano”. Cancellato e don Ferrari sono stati intercettati dunque da soggetti stranieri? E’ questa una delle ipotesi riportate anche dall’Ansa, considerato che non è emerso allo stato che “soggetti privati abbiano esercitato abusivamente le funzioni attribuite dalla legge al Comparto (l’intelligence)”.
CASARINI, CACCIA E YAMBIO INTERCETTATI: LE AUTORIZZAZIONI DURANTE IL CONTE II
Al contrario, la relazione del Copasir conferma che Luca Casarini e Giuseppe Caccia, attivisti della ong Mediterranea Saving Humans, e David Yambio, portavoce del movimento Refugees in Libya, sono stati sottoposti ad attività di sorveglianza informativa. Le operazioni sono state autorizzate dai vertici istituzionali durante il secondo governo Conte. Due i provvedimenti distinti. Il primo, datato 23 dicembre 2019, fu approvato dall’allora Presidente del Consiglio e dal Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma, e si concluse nel marzo 2020. Il secondo, invece, fu avviato il 26 maggio 2020 e terminato solo a maggio 2024, includendo ulteriori proroghe sempre con autorizzazione del Procuratore generale. Questo secondo monitoraggio ha riguardato anche Yambio.
TUTTO SECONDO LEGGE, ASSICURA IL COPASIR
Nella sua relazione, il Copasir sottolinea inoltre che le attività di intelligence si sono svolte nel pieno rispetto delle norme vigenti. Le operazioni sono state condotte seguendo “parametri di legge” e l’intero iter è stato tracciato attraverso l’accesso diretto ai documenti degli archivi del Dis, della Procura e dei registri tecnici dello spyware Graphite nelle sedi di Aise e Aisi (quest’ultimo aspetto non coinvolge il governo Conte II). Le procedure sono state attivate tramite comunicazione al Presidente del Consiglio, come previsto dal quadro normativo che disciplina i poteri ispettivi del Comitato.
IL RISCHIO DI SVELARE OPERAZIONI SEGRETE
Oltre agli aspetti operativi, la relazione solleva un tema delicato: la possibilità che notifiche automatiche di aziende come Apple o Meta rivelino, involontariamente, indagini in corso o attività di intelligence legittimamente autorizzate. Per questo motivo, il Copasir chiede a Parlamento e Governo di valutare modifiche normative per prevenire il disvelamento di operazioni sensibili, anche attraverso la creazione di un soggetto istituzionale preposto alla verifica della legittimità delle comunicazioni agli utenti. Data la portata globale delle piattaforme coinvolte, si auspica inoltre una regolamentazione uniforme a livello europeo e internazionale.
GRAPHITE E IL RUOLO DEI SERVIZI SEGRETI ITALIANI
Al centro della vicenda c’è Graphite, uno spyware sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions, capace di infettare dispositivi mobili anche solo tramite un messaggio WhatsApp, senza necessità di cliccare link. Il software è in uso da tempo ai servizi di intelligence italiani: dal 2023 all’Aisi (Agenzia per la sicurezza interna) e dal 23 gennaio 2024 anche all’Aise (Agenzia per la sicurezza esterna), per operazioni di contrasto a terrorismo, immigrazione clandestina, contrabbando, criminalità organizzata e per la protezione della sicurezza interna. Proprio queste finalità avrebbero giustificato l’intercettazione di Casarini e Caccia, il cui nome – come riporta la relazione – è monitorato dal 2020 come potenziale “minaccia alla sicurezza nazionale”.
LE REAZIONI DEGLI ATTIVISTI E LA POLEMICA POLITICA
Casarini ha commentato con durezza il documento, definendolo una conferma di essere da cinque anni sotto osservazione da parte dell’intelligence, attraversando ben quattro governi. “Come mai proprio ora, con il mio ingresso nel Sinodo di papa Francesco, il governo decide di attivare Paragon?”, ha chiesto polemicamente. Intanto, l’inchiesta ha acceso inevitabilmente anche il dibattito politico. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha esultato: “Il Copasir smentisce la narrazione dell’opposizione e di certa stampa, dimostrando che non vi è stato alcun dossieraggio ordinato dal governo Meloni o dalla maggioranza di centrodestra”. Dall’altro lato, Angelo Bonelli (Avs) solleva interrogativi pesanti: “Chi ha spiato Cancellato, Pellegrino e don Mattia? È accettabile che figure chiave della nostra democrazia siano oggetto di spionaggio, senza che l’intelligence italiana sappia – o voglia dire – chi ne sia responsabile?”. Dubbi che, almeno per ora, restano senza risposta nella relazione ufficiale.