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Chi è Alberto Gambino, il commissario per l’Italia all’ECRI
Gambino è stato designato nel novembre 2023 quale membro per l’Italia dell’Ecri e nominato dalla premier Meloni nel Comitato nazionale Bioetica
Nel contesto delle pesanti polemiche e delle dure critiche mosse dall’ECRI (Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza) nei confronti dell’Italia, che hanno scatenato le reazioni della premier Meloni e anche del presidente Mattarella, una figura di rilievo si trova al centro dell’attenzione: il professor Alberto Gambino, commissario con riferimento all’Italia all’interno di questo organismo del Consiglio d’Europa.
Come abbiamo scritto, l’ECRI in un recente rapporto ha accusato le forze dell’ordine italiane di profilazione razziale, in particolare nei confronti di rom e migranti, suscitando una risposta decisa da parte del governo italiano. “Una commissione – scrive Pietro Senaldi su Libero quotidiano – che non svolge studi sul posto, ma raccoglie cronache e analisi dei media progressisti o di centri sociali e associazioni analoghe”. L’Ecri, continua ancora il giornalista, sarebbe in sostanza un’istituzione “burocratica, orientata ideologicamente, dove le forze progressiste hanno, nei decenni, piazzato i propri esponenti”. Per Senaldi viene tracciato “un quadro di una nazione che non esiste, se non nella mente di signori che vivono in Lituania, Danimarca, Portogallo, Lussemburgo e in tutto il resto dell’Ue”.
GAMBINO: “RAPPORTO ECRI AMPIO E LARGAMENTE POSITIVO. DISCUTIBILE IL RICHIAMO ALLA PROFILAZIONE RAZZIALE”
Chiamato in causa, lo stesso Gambino ha spiegato in una intervista a RadioInBlu che “il rapporto sull’Italia è ben più ampio e considerevole di quanto sta emergendo nel dibattito pubblico”. Considerato che “peraltro si riferisce agli ultimi otto anni di vita del nostro Paese e, dunque, con Governi di colore diverso” il rapporto “mette in luce – ha sottolineato Gambino – molti aspetti positivi come politiche educative sempre più inclusive, l’accesso generalizzato all’assistenza sanitaria per tutti gli immigrati, un forte impegno istituzionale nella lotta ai discorsi d’odio”.
“Inoltre – ha concluso l’esponente ECRI – anche la Raccomandazione rivolta al Governo italiano di commissionare uno studio indipendente su eventuali pratiche di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine non deriva da alcuna constatazione che ciò effettivamente si verifichi in Italia ma piuttosto è indicato dai due Commissari (rumeno e bulgara, ndr) che hanno redatto il rapporto proprio come lo strumento più adatto a valutare l’attendibilità di singole testimonianze, raccolte dai due Commissari dell’ECRI durante la visita in Italia, testimonianze peraltro discutibili in quanto riconducibili agli stessi soggetti interessati da fermi di polizia”.
GAMBINO, UN ESPERTO DI DIRITTO E TECNOLOGIA
Ma chi è piuttosto Gambino, il commissario per l’Italia in questa delicata istituzione e nominato in importanti organismi italiani e internazionali in questi ultimi mesi durante il governo Meloni? Alberto Gambino è stato eletto membro dell’ECRI nel novembre 2023, scelto dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per rappresentare l’Italia in un organismo che monitora le politiche contro il razzismo e l’intolleranza nei Paesi membri. Il Comitato dei Ministri è un organo decisionale composto dai ministri degli Affari esteri di tutti gli Stati membri o dai loro delegati permanenti a Strasburgo.
Il rappresentante permanente italiano al Consiglio d’Europa è il diplomatico Roberto Martini, nominato a settembre 2023, quindi sotto la Farnesina guidata da Antonio Tajani. Se ne deduce che il via libera a Gambino, due mesi dopo, sia arrivato inevitabilmente dalle figure del nuovo corso di maggioranza di centrodestra. Persona stimata sia per la sua competenza nel campo del diritto, sia per il suo impegno nel garantire i diritti umani anche nel mondo digitale.
GAMBINO NOMINATO DURANTE IL GOVERNO DI CENTRODESTRA E SCELTO DA MELONI ANCHE PER IL COMITATO NAZIONALE BIOETICA
Oltre al suo ruolo nell’ECRI, Gambino è un giurista di fama, Prorettore vicario dell’Università europea di Roma e professore ordinario di Diritto civile. Ha maturato una vasta esperienza nel campo della protezione dei diritti fondamentali, con un particolare focus sull’uso delle tecnologie per contrastare fenomeni di intolleranza, come l’hate speech online. Durante il governo Meloni non solo ha ottenuto l’incarico all’ECRI, ma con decreto firmato dalla stessa Presidente del Consiglio è stato nominato nel Comitato nazionale per la Bioetica, un altro importante organismo di consultazione per le questioni etiche legate alla scienza e alla tecnologia.
IL CONTRIBUTO DI GAMBINO ALL’ECRI
L’ECRI è composta da esperti indipendenti che hanno il compito di monitorare e suggerire raccomandazioni ai governi sulle questioni di razzismo, xenofobia e intolleranza. Lo stesso Gambino ha formulato una dichiarazione pubblica di autonomia e indipendenza alla prima assemblea in cui si è insediato, nel dicembre dello scorso anno. Con la sua esperienza nel diritto e nella regolamentazione delle tecnologie, rappresenta un punto di riferimento in questo dialogo.
Gambino, infatti, ha sempre avuto un approccio focalizzato sul bilanciamento tra diritti umani e sicurezza, riconoscendo l’importanza di norme che tutelino la dignità delle persone, ma anche di politiche che garantiscano la protezione sociale. In qualità di presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet, ha contribuito a sviluppare modelli giuridici per contrastare abusi e violazioni dei diritti nel mondo digitale, una competenza sempre più centrale nel contrasto alla discriminazione e all’odio online. Gambino si trova al centro di una situazione di tensione tra il governo italiano e l’ECRI di cui, siamo sicuri, avrebbe fatto volentieri a meno.