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Chi è Idan Alexander e perché era ostaggio di Hamas

Il sergente dell’Idf, con doppia cittadinanza israeliana e statunitense, torna libero dopo 584 giorni di prigionia. Decisiva la mediazione Usa

Da lui, a sua insaputa, potrebbe essere partita la svolta decisiva in Medio oriente per l’evoluzione di un percorso finalizzato al cessate il fuoco. ‘Lui’ è il sergente dell’Idf Idan Alexander, il giovane soldato 21enne con doppia cittadinanza israeliana e statunitense, liberato dopo oltre un anno e mezzo di prigionia. E’ stato consegnato nelle scorse ore dalla Croce Rossa alle Forze di Difesa israeliane all’interno del territorio palestinese. Era stato catturato da Hamas il 7 ottobre 2023.

CHI E’ IDAN ALEXANDER E PERCHE’ E’ STATO CATTURATO

Nato a Tel Aviv da genitori israeliani, è cresciuto a Tenafly cittadina del New Jersey. L’ultimo anno di liceo ha scelto di arruolarsi nelle forze di difesa israeliane. Appassionato di sport, aveva tante amicizie a scuola. La scelta di tornare a Tel Aviv ha colpito la famiglia. “E’ tornato perché sentiva fosse la cosa giusta” ha detto il padre.  A 17 anni si è arruolato nell’Idf e il 7 ottobre 2023 è stato rapito dai miliziani palestinesi mentre prestava servizio al confine con la frontiera della Striscia di Gaza.

LA MEDIAZIONE STATUNITENSE

Negli ultimi giorni si sono intensificate le trattative diplomatiche da parte degli Stati Uniti, il delegato americano Steven Witkoff aveva dichiarato che la liberazione di Alexander sarebbe stato un gesto importante nei confronti del presidente Donald Trump e di buona volontà per il cessate il fuoco. La liberazione del 21enne infatti potrebbe favorire la ripresa per i colloqui di pace tra Hamas ed Israele. Anche il presidente israeliano Netanyahu ha voluto sottolineare l’importanza della mediazione degli Stati Uniti nella trattativa.

Hamas ha consegnato Alexander al Comitato Internazionale della Croce Rossa a Khan Younis, nel sud di Gaza. Poco dopo il suo rilascio ha avuto una telefonata con la madre, che non sentiva da 584 giorni. Il ragazzo è stato portato in elicottero all’ospedale Ichilov di Tel Aviv, dove ha iniziato tutti gli accertamenti medici e psicologici. Secondo alcune fonti, tra cui Al Jazeera, Alexander sembrava in discrete condizioni ma ha avuto bisogno di aiuto per camminare. In un primo racconto, ha rivelato di essere stato detenuto per lunghi periodi ammanettato in una gabbia e di aver subito gravi torture.

SALTA L’INCONTRO CON TRUMP A DOHA. E HAMAS APRE AL DIALOGO

La famiglia di Alexander aveva annunciato che, dopo i primi giorni di accoglienza e cure, Idan avrebbe incontrato a Doha il presidente Trump. Tuttavia, l’incontro non avrà luogo: Alexander ha bisogno di riposare. Il viaggio, che avrebbe avuto un forte valore simbolico, era stato pensato dal tycoon come un possibile successo diplomatico a pochi mesi dal suo insediamento.

Hamas ha confermato che il rilascio di Idan è avvenuto dopo contatti diretti con il governo statunitense. Il gruppo ha dichiarato la disponibilità ad avviare un negoziato “serio e responsabile” per un accordo generale di cessate il fuoco. Ha anche invitato l’amministrazione Trump a proseguire gli sforzi per mettere fine al conflitto.

Nonostante la tregua temporanea che ha permesso l’operazione di rilascio, i raid dell’Idf sulla Striscia di Gaza sono ripresi. Netanyahu ha ribadito che la guerra contro Hamas continua: “La pressione militare, unita a quella diplomatica, ha portato alla liberazione di Idan. I nostri obiettivi restano la liberazione di tutti gli ostaggi e la sconfitta di Hamas”.

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