Civili intrappolati e italiani evacuati da Aleppo, in Siria, mentre c'è chi teme una nuova…
Chi è Mark Rutte, il futuro (?) segretario della Nato
Il primo ministro olandese Rutte ha ottenuto già il sostegno di Usa, Uk, Francia e Germania quale successore di Stoltenberg alla Nato
Mark Rutte naviga a vele spiegate verso la successione di Jens Stoltenberg al timone della Nato. Se prima erano solo rumors, adesso importanti Paesi del G7 (l’Italia ancora non si è pronunciata) sono usciti allo scoperto per cercare probabilmente di chiudere la partita in fretta e spingere gli incerti ad accodarsi.
Si prevede infatti che il nuovo segretario venga annunciato prima del vertice di luglio a Washington, anche per evitare che la decisione sul lavoro della Nato si avvicini troppo alle trattative sui nuovi vertici dell’Unione Europea, che si apriranno dopo le elezioni di giugno. Il nome potrebbe anche arrivare entro i primi di aprile, quando i ministri degli Esteri si riuniranno a Bruxelles per celebrare il 75esimo anniversario del Patto Atlantico.
RUTTE HA IL SOSTEGNO DI USA, UK, FRANCIA E GERMANIA
Londra ha messo le carte sul tavolo. “Il Regno Unito sostiene con forza Mark Rutte a succedere a Jens Stoltenberg come segretario generale della Nato”, ha confermato un funzionario britannico poco prima che il Foreign Office diramasse una nota. “Rutte è molto rispettato da tutti, ha serie credenziali in materia di difesa e sicurezza e garantirà che l’Alleanza rimanga forte e pronta alla difesa e alla deterrenza”, ha spiegato.
Poco dopo si sono aggiunti gli Stati Uniti, la Francia e la Germania di Scholz. “Rutte ha il sostegno di Joe Biden”, ha rimarcato un funzionario americano; stessa cosa per quanto riguarda Macron. Lo stesso Stoltenberg, l’anno scorso all’Afp, aveva detto che Rutte era un “amico e un buon collega (…) È un politico capace con molta esperienza come primo ministro. Ma non spetta a me decidere chi sarà il mio successore.”
CHI E’ MARK RUTTE
Rutte, 57 anni, è attualmente primo ministro olandese con un incarico transitorio dopo l’exploit del leader di estrema destra Geert Wilders alle elezioni dello scorso novembre e le difficoltà dello stesso Wilders a rilanciare i colloqui sulla formazione di un nuovo governo.
Figura familiare sulla scena europea dopo 13 anni come primo ministro, i diplomatici lo avevano già indicato come favorito dai pesi massimi della Nato. Lo scorso ottobre aveva dichiarato ai media olandesi che gestire l’alleanza militare era un lavoro “molto interessante” e che sarebbe stato aperto alla prospettiva. Se dovesse succedere a Stoltenberg, Rutte diventerebbe il quarto olandese a capo dell’Alleanza atlantica.
Il governo di Rutte ha assunto un ruolo di primo piano nel sostegno all’Ucraina, promettendo altri due miliardi di euro (2,2 miliardi di dollari) a novembre, e guidando la spinta per fornire aerei da combattimento F-16 a Kiev. I sostenitori insistono sul fatto che sia pienamente consapevole dei pericoli posti dalla Russia. Rappresenta un Paese che fa parte dell’Ue (era una richiesta della Francia), ha buoni rapporti con la Gran Bretagna (che ha tentato anche lei di esprimere un candidato), e viene reputato “capace” di saper gestire Donald Trump, dovesse tornare alla Casa Bianca.
I suoi anni al potere sono stati segnati dall’uccisione di 196 cittadini olandesi quando un missile, che secondo gli investigatori è stato fornito da Mosca, ha abbattuto un aereo passeggeri sopra l’Ucraina nel 2014.
LE INSIDIE PER RUTTE
Sebbene lui sia emerso come il chiaro favorito, ci sono altri candidati, tra cui il premier estone Kaja Kallas e il ministro degli Esteri lettone, Krisjanis Karins. Probabilmente – come riferisce Afp – c’è ancora qualche trattativa da fare, e alcuni analisti dicono che potrebbero provare a mettersi di traverso la Turchia e l’Ungheria. Un potenziale ostacolo per Rutte potrebbe essere la situazione che si lascia alle spalle nei Paesi Bassi, dove la vittoria elettorale di Wilders che ha scosso tutta Europa.
COME VIENE ELETTO IL SEGRETARIO DELLA NATO
L’Alleanza Atlantica decide per consenso e dunque non ci devono essere opposizioni – è la cosiddetta procedura del silenzio. L’Ungheria, al solito, è quella che trascina più rumorosamente i piedi. Ma il tempo per i giochi sta per scadere. Stando a diverse fonti alleate, come riporta l’Ansa, Rutte avrebbe coagulato intorno a sé il favore di più o meno “due terzi” dei 31 Paesi membri del club (la Svezia è invitata ma non siede ancora formalmente al tavolo).