Un ribaltone nel cuore dell’Europa, sconfitto il sovranista Simion
Nicușor Dan è il nuovo presidente della Romania. La sua vittoria segna non solo una svolta inattesa e significativa nel panorama politico del Paese, ma anche un duro colpo inferto ai movimenti sovranisti in Europa. Dopo essere arrivato secondo al primo turno delle presidenziali, il sindaco pro Europa di Bucarest ha saputo ribaltare i pronostici, conquistando il 54,3% dei voti al ballottaggio contro George Simion, leader dell’estrema destra romena e figura di spicco del partito AUR.
UN EXPLOIT INATTESO CONTRO L’ULTRADESTRA
Simion aveva inizialmente rivendicato la vittoria, contestando gli exit poll e affermando di essere “il presidente, in nome del popolo romeno”. Llo scrutinio è stato rapido e ha confermato l’affermazione del candidato europeista.
I am the New President of 🇹🇩
— 🇷🇴 George Simion 🇲🇩 (@georgesimion) May 18, 2025
Il successo di Dan ha sorpreso molti, soprattutto considerando che al primo turno Simion aveva superato il 40%, mentre l’avversario si era fermato al 20,9%. Il rapido recupero del primo cittadino di Bucarest si deve anche a una mobilitazione trasversale del fronte filo-europeo romeno, che ha unito centrodestra, liberali e una parte del centrosinistra.
UNA CAMPAGNA ELETTORALE SEGNATA DALLE TENSIONI
Il clima elettorale in Romania è stato particolarmente acceso. Lo scorso dicembre la Corte Costituzionale aveva annullato il primo turno delle presidenziali a causa di presunte interferenze russe, escludendo il candidato filo-Mosca Calin Georgescu. Anche durante il ballottaggio, il governo romeno ha denunciato una “campagna virale di fake news” lanciata su Telegram e altre piattaforme, con il tentativo di influenzare il voto. In questo contesto, l’appello all’unità pro-europea ha giocato un ruolo fondamentale.
Dopo l’annuncio della vittoria, Dan ha commentato: “Il Paese vuole il dialogo, non l’odio”, secondo quanto riportato dai media locali. Un messaggio chiaro, in contrasto con la retorica aggressiva del suo avversario.
CHI E’ NICUSOR DAN
Il neo presidente incarna il volto riformista e filo-europeo della Romania. A 55 anni, è una figura moderata e indipendente, distante dai partiti tradizionali ma ben radicata nella scena politica nazionale grazie a un’immagine costruita nel tempo su competenza, sobrietà e integrità. Matematico di formazione e originario di Făgăraș, si è distinto fin da giovane per i successi alle Olimpiadi internazionali di matematica. Dopo un dottorato in Francia, è tornato in patria, scegliendo l’impegno civico come via d’ingresso alla vita pubblica. Negli anni Duemila si è fatto conoscere per la battaglia contro la speculazione edilizia e il degrado del patrimonio urbano di Bucarest, fondando nel 2010 l’associazione “Salvați Bucureștiul” (“Salviamo Bucarest”).
Il suo attivismo lo ha progressivamente portato alla politica: prima con candidature indipendenti, poi contribuendo alla nascita del partito riformista USR, da cui si è successivamente distaccato per tornare a una posizione di piena indipendenza. Eletto sindaco nel 2020 e riconfermato nel 2024, ha guidato la capitale con un approccio tecnico e pragmatico, puntando su trasparenza, efficienza amministrativa e gestione delle crisi infrastrutturali, evitando la spettacolarizzazione e lo scontro politico. La sua candidatura alla presidenza nasce in opposizione alla deriva populista rappresentata da George Simion. In campagna elettorale ha ribadito i suoi valori: Stato di diritto, rafforzamento delle istituzioni, sostegno convinto all’Unione europea e all’Ucraina, cooperazione internazionale nel quadro della Nato.
Le elezioni in Romania si sono svolte nel contesto del “Super Sunday” elettorale europeo, che ha coinvolto anche Polonia e Portogallo. Il risultato romeno arriva in controtendenza rispetto alla crescita dell’estrema destra in altri Paesi e rafforza il fronte europeista nel cuore dell’Est europeo. D