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Cosa ha stabilito la Corte dell’Aja? Ecco 10 cose da tenere a mente

Corte Aja

La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha confermato di avere la giurisdizione sul caso e indicato a Israele i passi da compiere. L’analisi di Riccardo Pennisi

1. La Corte Internazionale di Giustizia si è dichiarata competente per giudicare sull’accusa di genocidio mossa dal Sudafrica a Israele in relazione alla guerra in corso a Gaza. Ma non era questo l’oggetto della pronuncia di oggi. Stabilire se ci sono gli estremi per parlare di genocidio richiederà degli anni.

2. La Corte ha stilato però delle ordinanze d’urgenza, in risposta alla richiesta del Sudafrica di interrompere le operazioni militari di Israele.

3. La prima avverte Israele di astenersi dal commettere “atti di genocidio” con le sue operazioni militari nella Striscia. La seconda invita lasciare entrare a Gaza una maggior quantità di aiuti umanitari. Dopodiché tra un mese Israele dovrà riferire su questi punti.

4. Non c’è quindi l’ordine di cessare le operazioni militari. Ordine che non sarebbe stato vincolante, perché la Corte non ha i mezzi per imporlo. Ma che sarebbe stato certamente molto simbolico.

5. E’ qui che emerge la debolezza dell’accusa del Sudafrica. Ai sensi del diritto internazionale, secondo la maggior parte degli esperti non ci sono gli estremi per parlare di genocidio a Gaza – per quanto orrore possano fare le azioni compiute dall’esercito israeliano e ordinate dal governo Netanyahu.

6. Il Sudafrica ovviamente lo sa. La sua è un’accusa politica, che ha come obiettivo quello di appiccicare l’etichetta di “genocida” a Israele, su tutti i media del mondo. Obiettivo raggiunto.

7. Non vanno dimenticati infatti degli importanti elementi di contesto. L’avversione storica del Sudafrica per Israele, e la sua appartenenza ai BRICS. Russia e Cina, i capi politici del consesso, puntano a che quell’etichetta vada ad attaccarsi sugli Stati Uniti, sostenitori di Israele. Depositari e garanti dell’attuale sistema di relazioni internazionali. Con che legittimità potrebbero farlo, se aiutano dei genocidi? A quel punto, la loro opposizione all’invasione dell’Ucraina (e magari in futuro a quella di Taiwan, o altri) perderebbe ogni credibilità, con una sanzione tanto prestigiosa. Nel frattempo, il numero 2 di Yahya Sinwar – capo dell’ala militare di Hamas – si è trasferito a Mosca.

8. Ma attenzione: che succede se la Corte dice che Israele non sta compiendo un genocidio? Sarà certamente una vittoria di Israele – chissà quando però. La battaglia per il controllo della narrativa politica mondiale si fa ora, adesso, e senza esclusione di colpi. E mediaticamente Israele e i suoi alleati la stanno perdendo.

9. Più rilevante, se la Corte non ravvisa gli estremi nemmeno del cessate-il-fuoco. In questo caso, ora, adesso, è il governo israeliano che può usare questo elemento per legittimare le sue operazioni a Gaza. Un risultato opposto rispetto a quanto voluto dal Sudafrica – o chi per lei.

10. Per quanto possa sembrare paradossale, quella di oggi dunque è una pronuncia che non dispiace troppo al governo di Netanyahu. “Comportatevi bene, e tra un mese diteci come va”.

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