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Cosa sta succedendo in Corsica?

Corsica

Dal 2 marzo in Corsica indipendentisti in strada contro la Francia per il ferimento, in carcere, di uno dei leader più carismatici: Yvan Colonna. Chi è e cosa sta accadendo sull’isola

Mentre gli occhi del mondo sono puntati su Kiev, domenica circa 15 mila persone hanno manifestato a Bastia, cittadina della Corsica. Si tratta solo dell’ultima marcia di protesta degli indipendentisti, che negli ultimi giorni sono scesi a più riprese in piazza, creando barricate, provando l’assalto a diversi palazzi governativi e dando fuoco all’arredo urbano.  Tutto ha avuto inizio il 2 marzo scorso, quando il militante indipendentista corso Yvan Colonna è stato aggredito in carcere, ad Arles, in Provenza, da un altro detenuto. Non ci sarebbero motivazioni politiche dietro il gesto: sarebbe stato aggredito da un camerunense, Franck Elong Abé, che si è giustificato dicendo che Colonna avrebbe offeso la sua fede. Chi manifesta, però, sostiene che lo Stato francese non abbia saputo e voluto garantirgli protezione e lo abbia colpevolmente tenuto in un carcere lontano dalla propria terra.  Al momento l’indipendentista versa in gravissime condizioni.

CHI È YVAN COLONNA

Noto soprattutto nella Francia degli anni ’90 per essere stato a lungo in cima alla lista dei ricercati più pericolosi, accusato di aver fatto parte del commando che uccise il prefetto francese Claude Érignac nel 1998, Yvan Colonna, pastore di Cargese e carismatico leader indipendentista, venne condannato in via definitiva e sottoposto al cosiddetto DPS (Détenu particulièrement signalé), un regime di sorveglianza speciale che ricorda lontanamente il nostro 41-bis per la stretta sorveglianza applicata, anche a costo di ledere i diritti del detenuto. Al momento dell’aggressione, avvenuta il 2 marzo scorso, stava scontando la propria pena ad Arles, in Provenza, insieme agli altri due membri del commando: Pierre Alessandri e Alain Ferrandi.

 

Il primo ministro francese, Jean Castex, dopo gli scontri in Corsica ha annunciato la revoca del regime speciale del DPS a Colonna, in coma, e ai suoi due compagni, ma non è bastato a placare la rabbia degli indipendentisti della Corsica, che chiedevano da anni una decisione in tal senso (che avrebbe permesso di trasferire i tre da Arles a un carcere sull’isola, circostanza giudicata troppo pericolosa).

 

LE PROTESTE IN TUTTA LA CORSICA

La situazione si è fatta più tesa a metà della scorsa settimana: mercoledì un gruppo di indipendentisti era riuscito a sfondare il cordone di polizia e a fare irruzione nel palazzo di Giustizia di Ajaccio, giovedì sono stati scagliati diversi ordigni artigianali a basso potenziale contro la prefettura di Bastia, mentre venerdì un gruppo di circa cinquanta manifestanti ha cercato di entrare nella caserma di Porto Vecchio, a sud dell’isola, riuscendo a danneggiare veicoli professionali e personali dei gendarmi con diversi lanci di bombe molotov. La situazione è talmente tesa che la gendarmeria ha preferito evitare di procedere con gli arresti. Intanto, in altre parti della Corsica, si sono svolte le manifestazioni degli indipendentisti, per lo più pacifiche.

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