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Guantanamo

Cos’è Guantanamo e cosa (non) c’entrano gli italiani

La Casa Bianca ha liquidato come fake news le indiscrezioni del Washington Post, secondo cui tra i 9.000 irregolari che l’amministrazione vuole deportare a Guantanamo

Sembrava una storia da serie TV americana, invece è tutto vero: Guantanamo, il carcere simbolo della “guerra al terrore”, è tornato a far parlare di sé. E stavolta c’entrano anche due cittadini europei, tra cui degli italiani. A lanciare l’allarme è stato un articolo del Washington Post, secondo cui gli Stati Uniti di Donald Trump avrebbero preso in considerazione l’idea di trasferire (o deportare) 9 mila migranti irregolari a Guantanamo, compresi molti europei e inclusi due italiani.

Ipotesi che ha fatto subito scattare l’allerta diplomatica. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto per scongiurare questa possibilità, assicurando che il nostro Paese non sarà coinvolto in operazioni del genere. Il tutto nasce dalle proteste pro migranti in California che non si placano, malgrado le migliaia di soldati inviati da Trump e il coprifuoco a Los Angeles imposto dalla sindaca.

COS’E’ GUANTANAMO

Guantanamo è un carcere militare di massima sicurezza situato nella base navale americana nella baia omonima, nel sud-est di Cuba. È stato creato dagli Stati Uniti nel gennaio 2002 per detenere sospetti terroristi e militanti islamici, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Il primo gruppo di prigionieri – venti uomini catturati in Afghanistan – arrivò in catene, con tuta arancione e cappuccio sulla testa. Da lì in poi, quasi 800 persone sono passate per la struttura, tra cui anche minorenni.

Non si tratta solo di una prigione: è un simbolo controverso. Celebre per la tuta arancione dei suoi detenuti, è stata al centro di forti critiche internazionali per presunti abusi, torture e violazioni dei diritti umani. Amnesty International la definisce senza mezzi termini “una prigione costruita per ottenere informazioni a spese dei diritti umani”, e ne chiede da anni la chiusura. Per molti, rappresenta un buco nero della legalità, dove il giusto processo è stato sistematicamente ignorato.

Mantenere Guantanamo costa caro: oltre 7 miliardi di dollari sono stati spesi negli anni per gestire il carcere e i suoi reparti, che includono aree come il famigerato “Campo raggi X” e “Penny Lane”, dove la CIA tentava di reclutare jihadisti come doppiogiochisti. Al momento restano solo 15 detenuti, ma la struttura è sorvegliata da centinaia di militari e civili americani. Barack Obama tentò di chiuderla nel 2009, ma il Congresso lo bloccò. Trump, al contrario, ha promesso di tenerla aperta per altri 25 anni. Biden? Più cauto: ha dichiarato di volerla chiudere, ma i fatti ancora non si sono visti.

L’ultima svolta, che ha riacceso i riflettori su Guantanamo, arriva proprio con l’idea di Donald Trump di espandere la base per detenere fino a 30mila migranti. Un progetto che fa discutere e che rievoca fantasmi del passato. Proprio all’interno di questo scenario si inserisce la notizia – smentita ma inquietante – di un possibile coinvolgimento di cittadini europei, compresi due italiani.

L’ITALIA DICE NO

Non appena la voce è rimbalzata sulle agenzie e sui giornali, il ministro degli Esteri Tajani è intervenuto con decisione per bloccare sul nascere qualsiasi possibilità di coinvolgimento dell’Italia. “Nessun cittadino italiano finirà a Guantanamo” è il messaggio che è arrivato da Roma. Un modo per chiarire subito la posizione del governo e disinnescare una vicenda che avrebbe potuto avere risvolti diplomatici pesanti. Sarebbero due gli italiani irregolari in Usa: uno è già stato rimpatriato, il secondo sarà espulso a breve.

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