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Musk Trump

Cos’è il nuovo partito di Musk (contro Trump)

Un nuovo fronte nella faida tra i due tycoon dagli esiti imprevedibili, mentre il mondo osserva

La tensione tra Elon Musk e Donald Trump ha raggiunto livelli inediti, sfociando in un conflitto politico ed economico che sta scuotendo gli Stati Uniti, con i riflettori puntati addosso dei media internazionali.

ARRIVA L’AMERICAN PARTY?

Dopo mesi di tensioni sotterranee, battute al vetriolo e scambi velenosi sui social media, il magnate sudafricano ha ufficialmente sfidato l’ormai ex (?) amico e presidente degli Stati Uniti. La provocazione più forte è stato il lancio, via social, di un’idea destinata a far discutere: la nascita dell’America Party, un nuovo movimento politico che – secondo Musk -– rappresenterebbe “l’80% della popolazione americana”. Un annuncio che, pur non configurandosi come una candidatura (Musk, nato in Sudafrica, non può correre per la Casa Bianca), ha il chiaro obiettivo di scuotere il sistema e lanciare un guanto di sfida all’establishment, a partire da Trump.

LA REAZIONE DI TRUMP, MINACCE E RITORSIONI

La risposta di Trump non si è fatta attendere. Il presidente ha dichiarato pubblicamente di voler riesaminare tutti i contratti federali in essere con le aziende di Musk – un portafoglio miliardario che include la fornitura di razzi e servizi alla Nasa, al Pentagono e ad altri enti pubblici. “Sono un sacco di soldi, dobbiamo dare un’occhiata” ha detto Trump durante una conferenza stampa sull’Air Force One. E in un’intervista alla NBC ha rincarato la dose, minacciando Musk di “conseguenze molto gravi” se decidesse di finanziare candidati democratici, dopo che lo stesso Musk aveva definito la legge di bilancio repubblicana un “abominio”.

I RETROSCENA: CRISI A WASHINGTON E SCONTRO FISICO ALLA CASA BIANCA

A peggiorare la situazione, secondo il Washington Post, ci sarebbe stato anche un alterco fisico tra Musk e il segretario al Tesoro Scott Bessent alla Casa Bianca. Un diverbio nato su una nomina all’IRS (l’agenzia delle entrate americana) sarebbe degenerato fino a una vera e propria scazzottata. A riferirlo è l’ex stratega di Trump, Steve Bannon, secondo cui Musk avrebbe colpito Bessent con una spallata “come un giocatore di rugby”, ricevendo in cambio un pugno. Un episodio che avrebbe definitivamente incrinato i rapporti tra Musk e l’amministrazione, culminando con l’espulsione forzata del miliardario dalla West Wing.

SPACE X SOTTO OSSERVAZIONE, LE OMBRE SUL COLOSSO DI MUSK

Nel frattempo, la NASA e il Pentagono stanno valutando alternative ai servizi offerti da SpaceX, l’azienda spaziale di Musk. Il motivo? Una minaccia – poi ritrattata – del magnate di non rendere più disponibile la navetta Dragon per le missioni verso la Stazione Spaziale Internazionale. Anche se il dietrofront è arrivato in fretta, il campanello d’allarme ha spinto le agenzie governative a iniziare un piano B, per non restare ostaggi delle decisioni del CEO di SpaceX.

Non è tutto. Secondo il New York Times, almeno 11 agenzie federali stanno indagando su Musk e le sue aziende: ci sarebbero oltre 30 inchieste o cause in corso, tra cui violazioni della sicurezza spaziale contestate dalla FAA (l’agenzia federale dell’aviazione) e una causa della SEC (l’equivalente americana della Consob), che potrebbe costare al miliardario fino a 150 milioni di dollari. Anche il National Labor Relations Board ha aperto 24 indagini per presunte violazioni dei diritti dei lavoratori.

COSA HA IN MENTE MUSK, SECONDO I SUOI EX SODALI

L’idea di un terzo partito politico, per quanto suggestiva, è stata accolta con scetticismo da molti osservatori. Christopher Rufo, attivista conservatore vicino a Trump, ha bollato l’iniziativa come “impossibile”, citando la legge di Duverger, secondo cui in un sistema uninominale come quello statunitense, i terzi partiti sono destinati al fallimento. “Elon non capisce come funziona la politica”, ha detto Rufo al Corriere della Sera, sottolineando che Musk, pur essendo l’uomo più ricco del mondo, non ha il controllo delle leve del potere come invece ha Trump.

La guerra tra Musk e Trump sembra essere solo all’inizio, ma ha già prodotto effetti dirompenti: tensioni istituzionali, scontri tra potere politico e potere economico, e un futuro sempre più incerto per le aziende del tycoon tecnologico. E con un American Party sullo sfondo.

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