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Covid, Clima, Cybersecurity e Commercio. Perché Biden batte Trump sulle 4C

Covid

Cosa pensano Trump e Biden di Covid, clima, cybersecurity e commercio. E perché le 4C sono un poker vincente per Biden. L’analisi del Council on Foreign Relations

Il prossimo novembre Donald Trump e Joe Biden si giocheranno le elezioni per la presidenza degli Stati Uniti con programmi elettorali molto diversi. Su quattro punti in particolare, le politiche degli Stati Uniti avranno un’importanza enorme per il futuro degli americani e del resto del mondo: la gestione della pandemia, il cambiamento climatico, la sicurezza informatica e i rapporti commerciali internazionali. L’analisi del Cfr analizza punto per punto per capire cosa pensano i candidati e cosa propongono agli elettori.

COVID-19

L’emergere della nuova malattia COVID-19 all’inizio del 2020 ha portato a cambiamenti sociali ed economici radicali in tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono stati colpiti e Trump sembra essere in grande difficoltà nel gestire la pandemia. Il coronavirus sembra aver trasformato radicalmente la corsa presidenziale del 2020.

Donald Trump ha ripetutamente minimizzato la minaccia COVID-19 e si è opposto a dirigere un forte sforzo federale per sconfiggerlo. Inizialmente ha detto che la diffusione del virus era sotto controllo negli Stati Uniti, nonostante gli avvertimenti di un’imminente pandemia da parte delle agenzie di intelligence e dei funzionari sanitari a partire dal gennaio 2020. Da marzo, Trump ha supervisionato una risposta nazionale frammentaria, con alcune misure cruciali delegate ai governatori degli Stati.

Joe Biden ha presentato un piano nazionale per affrontare la pandemia del COVID-19. Si impegna a rafforzare la leadership presidenziale e a fare “tutto quello che serve” per effettuare i test, predisporre le cure e gli altri servizi sanitari, sostenere l’economia e prepararsi a future pandemie. Critica la risposta di Trump come un “teatro politico” e promette di riportare gli Stati Uniti in una posizione di leadership globale sulla crisi.

CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il cambiamento climatico e i suoi effetti nefasti per l’uomo si stanno avvicinando più velocemente di quanto pensassimo. Il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha concluso che gli Stati devono muoversi più rapidamente per ridurre le emissioni di anidride carbonica, metano e altri gas serra al fine di evitare gli effetti più devastanti del riscaldamento globale.

Donald Trump ha ripetutamente messo in discussione la scienza e i dati sul cambiamento climatico, esprimendo dubbi sulle responsabilità dell’attività umana. Ha sostenuto l’espansione della produzione nazionale di combustibili fossili e ha cercato di fare marcia indietro sulle normative ambientali attuate dai suoi predecessori.

Joe Biden dice che il cambiamento climatico è “la più grande minaccia alla nostra sicurezza” e chiede una “rivoluzione” per affrontarlo. Ha pubblicato un piano nazionale per ridurre le emissioni e investire in nuove tecnologie e infrastrutture. Come senatore, ha espresso allarme per i gas serra, ma ha anche sostenuto attività controverse come il fracking.

CYBERSECURITY

L’interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali del 2016 ha rivelato in termini crudi la vulnerabilità della democrazia americana nei confronti degli avversari stranieri. Eppure molti dei candidati alle presidenziali ritengono che Washington non abbia ancora fatto abbastanza per salvaguardare i sistemi elettorali del Paese o per arginare la diffusione della disinformazione sulle piattaforme dei social media.

Donald Trump ha fatto a pugni con una serie di grandi aziende tecnologiche statunitensi, sostenendo che stanno cospirando per sconfiggerlo alle elezioni del 2020. Sebbene abbia spesso messo da parte le preoccupazioni sull’interferenza russa nelle elezioni americane, la sua amministrazione ha imposto sanzioni e altre misure punitive contro le risorse dell’intelligence russa ritenute responsabili.

Joe Biden afferma che le minacce informatiche sono una sfida crescente per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, l’integrità elettorale e la salute della democrazia nazionale. Il candidato democratico pensa che il governo dovrebbe fare pressione sulle aziende tecnologiche e chiedere di riformare le loro pratiche sulla privacy, in particolare sulla sorveglianza degli utenti, ed elaborare nuovi strumenti per il contrasto alla diffusione di odio e violenza su internet.

COMMERCIO

Il commercio è stato al centro dell’attenzione durante l’amministrazione Trump, che ha deciso di rinegoziare accordi di lunga data e di sfidare un sistema che, a suo dire, è stato ingiusto nei confronti dei lavoratori americani. Questo, sebbene gli Stati Uniti abbiano guidato a lungo la battaglia per la liberalizzazione del commercio globale.

Donald Trump ha parlato di un sistema commerciale globale truccato contro gli interessi degli Stati Uniti, un sistema responsabile dei grandi deficit commerciali americani, del declino della produzione statunitense e della delocalizzazione dei posti di lavoro americani.

Joe Biden è stato a lungo un sostenitore della liberalizzazione del commercio e un critico delle tariffe di Trump. Per Biden Washington dovrebbe assumere un ruolo guida nella creazione di regole commerciali globali e nell’abbassamento delle barriere al commercio in tutto il mondo. Sebbene il suo orientamento sia favorevole all’abbattimento di dazi per tutti, il democratico è anche critico su alcuni aspetti del commercio e non si è mai nascosto nell’ammettere che alcune forme di protezionismo sono da considerare.

In generale, al di là delle posizioni sui singoli temi, Biden sembra avere una carta in più, quella della lucidità, dell’umiltà e della ragionevolezza.

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