Ecco cosa farà Musk se Trump vince le elezioni

Trump spiazza tutti candidando Musk per un ruolo nella sua amministrazione. Il miliardario sudafricano si dice pronto a diventare segretario del Dipartimento dell’Efficienza. Ecco cosa farebbe in caso di vittoria del tycoon

La candidatura di Musk ha acceso gli ultimi giorni di campagna elettorale di Trump. Il tycoon ha offerto un posto nella sua amministrazione al ceo di Tesla e SpaceX. “Sono pronto a servire”, ha risposto Musk senza esitare, candidandosi alla guida del Dipartimento dell’efficienza (Doge). Ecco di cosa si occuperebbe il miliardario sudafricano in caso di vittoria di Trump.

MUSK, COSA FAREBBE NEL DIPARTIMENTO DELL’EFFICIENZA

Musk è pronto a ricoprire il ruolo di Segretario del nuovo “Dipartimento dell’efficienza”, Doge, se Trump vincerà le elezioni. Di cosa si occuperebbe?

“È un ragazzo molto intelligente. Lo farei sicuramente. È un ragazzo brillante”, ha detto Trump in un’intervista a Reuters, in risposta alla domanda se in caso di vittoria alle elezioni avesse intenzione di dare a Musk un ruolo consultivo o una posizione nel gabinetto.

Domani il tycoon sarà in  Arizona per il proseguo della campagna elettorale, incentrata sul «netto contrasto fra le politiche di Trump e il vuoto di Harris», secondo quanto spiega a La Stampa un alto dirigente della campagna di Trump.La candidatura di Musk in un’eventuale amministrazione Trump si inserisce nell’ottica di cambiare passo rispetto al Governo Biden, puntando su innovazione, automotive, “wokism”, intelligenza artificiale e spazio.

IA E SPAZIO, I CAMPIONI DI MUSK

Con ogni probabilità un ipotetico Dipartimento dell’Efficienza Usa guidato da Musk si occuperebbe anche di Intelligenza Artificiale e Spazio. Due settori in cui le aziende del miliardario sudafricano sono riconosciute come leader.

SpaceX sta rivoluzionando il trasporto spaziale. Infatti, l’azienda sta lavorando alla prima astronave completamente riutilizzabile della storia: Starship. Un progetto che porterebbe importanti benefici dal punto di vista della riduzione del costo dei lanci e dei viaggi nello Spazio. L’altro campione dell’innovazione fondato da Musk si chiama xAI. L’obiettivo che muove l’azienda riguarda la creazione di un’Intelligenza Artificiale in grado di risolvere problemi matematici complessi e risolvere interrogativi scientifici.

AUTO ELETTRICA, TESLA ESULTA

L’automotive è uno dei settori che potrebbero andare incontro ai maggiori cambiamenti. Infatti, l’esperienza di Musk  potrebbe permettergli di ottenere la delega alle politiche che riguardano il settore. Se cosi fosse, il fondatore di Tesla potrebbe imprimere una ancora maggiore spinta verso la transizione elettrica negli Usa, sulla scia della strategia delineata per la casa automobilistica.

L’elezione di Trump  rappresenterebbe una buona notizia anche per Tesla, che ha appena beneficiato dei ritocchi della Ue ai dazi sulle auto elettriche. Infatti, Bruxelles ha pubblicato nuove tabelle che prevedono una tariffa del 9% per Tesla, un regalo a Tesla, l’unica ad ottenere dazi a una cifra, secondo quanto scrive Startmag.

X INGUAIA LE BANCHE E L’UE MINACCIA LA CHIUSURA

La liberta d’espressione è uno dei punti di forza dell’asse Trump-Musk. Il restyling di Twitter, X, rappresenta in pieno l’idea di libero pensiero promossa dal tycoon e dal miliardario sudafricano: poter dire qualsiasi cosa senza alcun tipo di censura. Una concezione che spesso apre la strada a notizie false e volgarità. La scelta di Musk, pero, non sembra aver pagato.

Chi ci ha rimesso di più dall’acquisizione sono Morgan Stanley, Bank of America e Unipol, che hanno prestato 13 miliardi di euro al miliardario. Operazione da dimenticare per gli istituti bancari, poiché i crediti di Twitter sono rimasti sospesi più a lungo di tutte le operazioni simili invendute dalla crisi del 2008, secondo il Wall Street Journal. Di conseguenza, si sono deteriorati rapidamente dopo la chiusura dell’acquisizione.

Come se non bastasse, una nuova tegola si è abbattuta sul social. Infatti, l’Unione Europea ha minacciato di chiudere le porte dell’Ue a X, se non si adegua alle regole comunitarie.