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Egitto, verso la riforma Costituzionale

L’analisi del Cesi sul nuovo referendum indetto dal Presidente dell’Egitto al-Sisi per prolungare durata del suo mandato

Il 16 aprile, la Camera dei Rappresentanti egiziana ha approvato una serie di emendamenti alla Costituzione, la cui ratifica sarà oggetto di un referendum nei giorni 22, 23 e 24 dello stesso mese. La riforma, nel complesso, segna il punto di arrivo di un progetto al quale il Presidente Abdelfattah al-Sisi lavora concretamente fin dalle elezioni presidenziali del 2018, con l’obiettivo di rafforzare il controllo su tutti i principali apparati dello Stato e rimodulare l’architettura istituzionale egiziana in senso spiccatamente verticistico.

COSA PREVEDE LA RIFORMA COSTITUZIONALE

L’articolo 140, infatti, estende il mandato presidenziale da quattro a sei anni, con un effetto retroattivo rispetto all’attuale incarico, che terminerebbe quindi nel 2024. Termine dopo il quale, grazie all’articolo transitorio 240, al-Sisi potrebbe candidarsi per un terzo mandato che, a questo punto, durerebbe fino al 2030. Con un altro, importante emendamento, viene aumentato il controllo del Capo di Stato sul potere legislativo. Il nuovo articolo 248, in effetti, istituisce una seconda camera parlamentare, il Senato, che avrà non meno di 180 membri (necessariamente cittadini egiziani, laureati e di età non inferiore ai 35 anni), ma di cui un terzo sarà tuttavia nominato direttamente, e quindi controllato, dal Presidente stesso.

DEPOTENZIATO IL PRINCIPIO DEMOCRATICO DELLA SEPARAZIONE DEI POTERI

Parallelamente, il principio democratico della separazione dei poteri viene depotenziato con un inedito aumento del potere presidenziale sul sistema giuridico, che non ha precedenti nella storia politica egiziana successiva al colpo di stato repubblicano del 1952. In base all’articolo 193, infatti, al Capo dello Stato spetterà la nomina di tutte le più alte cariche giudiziarie, dal Presidente dell’Alta Corte Costituzionale al Capo dell’Autorità dei Commissari e i relativi membri. Il Presidente presiederà anche il neo-istituito Consiglio supremo delle autorità giudiziarie, organismo che avrà tra l’altro potere di nomina sui presidenti dei tribunali.

TERMINA LA STAGIONE DEL PLURALISMO

Dunque, con questa svolta, al-Sisi intende archiviare definitivamente quella timida stagione di aperture e di pluralismo avviata nel 2011, che aveva già cominciato a declinare con la Costituzione entrata in vigore nel gennaio 2014 e promossa dallo stesso al-Sisi, riportando saldamente al centro della vita politica egiziana le Forze Armate.

 

Articolo pubblicato sul Cesi-italia.org

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