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Esteri: cosa succede nel mondo questa settimana
Scontri tra Armenia e Azerbaigian, gli interessi di Turchia e Russia, la situazione in Mali: cosa succede nel mondo questa settimana
GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI
28 settembre-2 ottobre: si terrà il nono giro di negoziati sulla Brexit tra Unione europea e Regno Unito
28-29 settembre: si terrà, in videoconferenza, il settimo Forum delle regioni di Russia e Bielorussia
29 settembre: si concluderà il dibattito all’Assemblea generale delle Nazioni Unite
29 settembre: ci sarà il primo dibattito tra il presidente statunitense Donald Trump e Joe Biden, entrambi candidati alle elezioni di novembre
1-2 ottobre: i leader europei terranno un vertice speciale sulla crisi nel Mediterraneo orientale
4 ottobre: in Kyrgyzstan si svolgeranno le elezioni parlamentari
I GRANDI TEMI
LE TENSIONI TRA ARMENIA E AZERBAIGIAN
Sono in corso, da domenica, degli scontri armati tra Armenia e Azerbaigian nel territorio del Nagorno-Karabakh, che i due stati – entrambi parte dell’Unione Sovietica fino al 1991 – si contendono. Si teme per la stabilità della regione del Caucaso e, soprattutto, si teme che la situazione possa evolvere in un conflitto più ampio, al quale potrebbero partecipare degli attori internazionali come la Turchia e la Russia.
Le dispute territoriali nel Caucaso hanno una grande importanza geopolitica perché la regione funge da area di transito per le condotte che trasportano gas e petrolio verso i mercati.
La Turchia è notoriamente in cattivi rapporti con l’Armenia e, al contrario, appoggia le rivendicazioni dell’Azerbaigian; sarebbero già stati registrati dei trasferimenti di miliziani filo-turchi dalla Siria all’Azerbaigian.
Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha avuto una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin nei giorni scorsi: la Russia è un’importante alleata dell’Armenia e ha rifornito il paese di grandi quantità di armi dopo la fine della guerra del Nagorno-Karabakh, nel 1994.
IL NUOVO PRIMO MINISTRO DEL MALI
Il presidente ad interim del Mali, Bah Ndaw, ha nominato Moctar Ouane primo ministro ad interim, accogliendo così la richiesta della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) e favorendo – forse – la rimozione delle sanzioni imposte verso il paese dopo il colpo di stato militare del mese scorso.
Ndaw è stato nominato presidente dalla giunta militare maliana, che ha posizionato il colonello Assimi Goita – leader del golpe – nel ruolo di vicepresidente ad interim. L’ECOWAS aveva chiesto che il governo di transizione fosse guidato da civili.
Il primo ministro ad interim Ouane è già stato ministro degli Esteri.
I PROGRESSI IN YEMEN
Le fazioni in lotta in Yemen – il governo e i ribelli Houthi – hanno acconsentito al più grande scambio di prigionieri dall’inizio della guerra civile nel 2014: 1081 in tutto. Si spera che lo scambio possa portare ad un cessate-il-fuoco e alla fine del conflitto.