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Fuoco sui caschi blu, Netanyahu ha superato ogni limite e prepara l’attacco all’Iran

Israele

Fuoco dell’esercito di Israele sulle basi Unifil nel Libano del Sud, due sono italiane. Nessun errore, per il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, si tratta di un “crimine di guerra”. Per i quotidiani  Netanyahu ha superato ogni limite mentre avanza l’ipotesi di un ritiro del nostro contingente dal Libano 

Una follia, una tragedia sfiorata. Ieri per tre volte i caschi blu dell’Onu sono stati sotto tiro del fuoco di Israele. Per fortuna non c’è stato alcun ferito tra i nostri soldati, mentre sono rimasti colpiti due caschi blu indonesiani, soccorsi e ricoverati. La notizia è su tutte le prime pagine dei nostri quotidiani con toni molto duri contro il governo di Tel Aviv. Si va da “Israele spara sugli italiani” di Repubblica all’ira del governo sottolineata dal Giornale mentre il Fatto Quotidiano sottolinea come “Israele abbia sparato apposta sulla base degli italiani” perché, come evidenzia il Manifesto con il suo titolo efficace, la richiesta è di “levatevi di mezzo” rivolta all’impiccio di avere i soldati Onu in Libano.

NETANYAHU HA PASSATO OGNI LIMITE

“Ma quale che fosse l’intento di questo attacco, è chiaro che Benjamin Netanyahu ha superato ogni limite. Ora basta: non vi sono alternative a fermare subito le armi” scrive Riccardo Radaelli nel suo commento in prima pagina su Avvenire.  “E non vi devono essere ambiguità e discorsi levantini anche fra i nostri alleati in Occidente: è tempo di massimizzare la pressione su Tel Aviv per forzarli a fermare questo conflitto sanguinosissimo”. “Non si tratta di togliere sostegno o di “abbandonare” lo Stato ebraico – annota il quotidiano cattolico –  piuttosto, è il tentativo estremo di evitare una spirale insensata di morti e violenze, per riprendere i negoziati per una tregua. Che finora Netanyahu ha sempre boicottato, anche a costo di lasciare gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas al loro terribile destino”.

CROSETTO: “ITALIA NON ACCETTA ORDINI DA ISRAELE”

In effetti l’aggressione di Israele avrebbe potuto portare a conseguenze molto gravi anche per i nostri soldati che, come ricorda il Messaggero “dal 2006 garantiscono che Israele e Hezbollah non vengano nuovamente a contatto, dopo la tragica guerra dei trentatré giorni di quell’anno”. La presa di posizione, come annota il Corriere della Sera del nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto è stata immediata: “E’ stata un’aggressione immotivata. Non esistono giustificazioni, come quella che gli israeliani avrebbero chiesto a Unifil di spostarsi: l’Italia e l’Onu non accettano ordini da Israele”.

PRONTI A SPOSTARE I NOSTRI SOLDATI IN ALTRE MISSIONI

Così la minaccia all’incolumità del nostro contingente, oltre 1200 soldati, diventa anche un problema interno al governo, diviso fra chi è pronto a ritirare i militari, come vorrebbe fare lo stesso Crosetto, e chi invece chiede che restino dove sono. Secondo quanto risulta al Foglio, il ministro avrebbe ventilato infatti l’ipotesi di spostare il contingente in altre missioni all’estero, “una svolta che avrebbe del clamoroso – scrive il quotidiano diretto da Claudio Cerasa – e che andrebbe a intaccare le relazioni con il governo israeliano”. Ipotesi confermata anche dal Corriere della Sera che sottolinea come Crosetto abbia pianificato un vertice entro novembre fra i Paesi contributori di Unifil per il rafforzamento delle forze armate libanesi. “Un anticipo potrebbe esserci il 19 ottobre al G7 Difesa di Napoli – scrive nella sua cronaca Rinaldo Frignani – e con la call della settimana prossima con Francia, Spagna e altri Paesi dell’Unifil per studiare altre mosse”.

ISRAELE TACE E SI PREPARA AD ATTACCARE L’IRAN

Ma al di là delle prossime mosse dell’Italia e dell’Onu, colpisce anche il silenzio di Israele perché è chiaro che questi attacchi violano, come sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della SeraIl diritto internazionale che deve essere rispettato”. Di fatto Benjamin Netanyahu ha oltrepassato il limite, una sorta di “Rubicone in Medio Oriente” che potrebbe innescare una escalation senza fine se è vero, come scrive Francesca Caferri su Repubblica che i ministri del governo di Tel Aviv sono pronti a dare il via libera al loro premier “per attaccare quanto prima l’Iran”.

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