Luca Ferrari è stato fino al 2024 sherpa del G7/G20 per la stessa presidente del Consiglio
La crisi in Medio Oriente, il dramma che stanno vivendo i civili nella Striscia di Gaza hanno fatto capolino nel corso del premier question time alla Camera dei Deputati. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata pungolata da Avs con Angelo Bonelli e dal M5S con Giuseppe Conte affinché prendesse posizione contro l’operato del governo Netanyahu. Poi, a esplicita richiesta, la premier ha spiegato con fermezza che il governo italiano “non intende richiamare l’ambasciatore in Israele” e che la priorità dell’Italia rimane la costruzione di un “dialogo politico e di sicurezza regionale” che possa mettere fine al conflitto e aprire la strada alla soluzione dei due Stati.
Nel suo intervento, la premier ha sottolineato come le numerose conversazioni avute con i leader della Regione le abbiano confermato la possibilità di un percorso condiviso verso la pace. In particolare, ha indicato il piano di ricostruzione proposto dai Paesi arabi come il punto di partenza per un reale cambiamento, ribadendo l’impegno del governo italiano nel sostenere tale prospettiva insieme ai partner europei e agli Stati Uniti.
CHI E’ LUCA FERRARI, AMBASCIATORE ITALIANO A TEL AVIV
Al centro del dibattito, dunque, la figura dell’ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferrari, che Meloni ha deciso di mantenere al suo posto. Nato a Roma e laureato in Scienze Politiche, Ferrari è un diplomatico di lunghissimo corso, con esperienze nei principali snodi della politica estera italiana. Entrato nel servizio diplomatico nel 1986, ha lavorato a Mosca, Washington, Madrid, Riad e Pechino, ricoprendo incarichi sempre più rilevanti.
Tra i suoi ruoli, Ferrari è stato anche portavoce dell’Ambasciata italiana a Washington e, successivamente, vice direttore Generale per gli Affari Globali alla Farnesina. Dal 2022 al 2024 ha lavorato a stretto contatto con Palazzo Chigi in qualità di ambasciatore e sherpa del G7/G20 per la stessa presidente del Consiglio. Un profilo diplomatico di massimo livello, quindi, legato da un rapporto diretto di fiducia con Giorgia Meloni, che nel giugno 2024 lo ha nominato ambasciatore in Israele.
La scelta di non richiamare l’ambasciatore, ha spiegato la premier, nasce dalla volontà di mantenere canali di comunicazione attivi, in modo aperto, franco e – se necessario – anche critico. In un contesto così complesso, ha concluso Meloni, “è proprio il dialogo che può fare la differenza”. E in questa visione, il ruolo di Luca Ferrari può essere centrale per la strategia diplomatica italiana nella Regione.